Black Mirror 5×01 – Striking Vipers | Recensione

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Black Mirror

Dopo due stagioni su Netflix, con un cambio di format e l’ampliamento da 3 a 6 episodi a stagione, Black Mirror ritorna al vecchio format, composto da 3 episodi, con questa quinta stagione che esordisce oggi sulla piattaforma streaming più famosa del mondo.

Questa quinta stagione ha, nonostante la natura sempre antologica che la contraddistingue fin dagli esordi, un filo conduttore: si parla sempre di tecnologia, di come questa si insinui nella vita dell’uomo, dei pregi e dei difetti che la contraddistinguono ma, diversamente da quanto visto nelle precedenti stagioni, in questi tre nuovi episodi la serie creata da Charlie Brooker ci porta in un futuro che è più vicino al presente di quanto sembri, con tecnologie non così avveniristiche e piuttosto vicine a quello che è l’attuale livello tecnologico della nostra epoca.

Striking Vipers, diretto da Owen Harris, già regista del meraviglioso San Junipero e di Torna da me, continua il viaggio di Black Mirror nel mondo dei videogiochi, già intravisto in Playtest, in USS Callister e nel film Bandersnatch, anche se con un’accezione differente.

Prima di proseguire ci teniamo a precisare che, per permetterci un’analisi più dettagliata di ogni episodio, saranno presenti massicci spoiler sull’episodio. Dunque, qualora non lo aveste ancora visto, vi consigliamo di tornare qui dopo la visione (o di saltare la parte relativa alla trama)

In questo episodio facciamo la conoscenza di due amici, Danny (Anthony Mackie) e Karl ( Yahya Abdul-Mateen II ), con la passione per un videogioco di genere picchiaduro, Striking Vipers, che ai videogiocatori ricorderà molto da vicino la saga di Tekken. Danny ha una fidanzata al college, Theo, interpretata da Nicole Beharie. Ritroviamo i tre amici anni dopo, in occasione del compleanno di Danny, ora sposato con Theo, in una relazione che, diversamente dai passionali giorni del college, vive una fase di stanca, dove permane l’affetto, ma manca la passione. Karl regala all’amico la nuova versione del loro videogioco preferito, Strinking Vipers X, ed i due si concedono una partita: per accedere al mondo del gioco, i due amici utilizzano il chip semisferico che avevamo già visto in USS Callister che, tramite il collegamento di occhi e sinapsi, li fa immedesimare nei personaggi del picchiaduro, facendo provare ai giocatori le sensazioni di dolore e di piacere come se fossero realmente all’interno del mondo di gioco. Danny sceglie il personaggio di Lance, mentre Karl quello femminile di Roxette, interpretato da Pom Klementieff. Lo scontro tra i due amici viene interrotto quasi immediatamente, nel momento in cui Roxette/Karl tenta di baciare Lance/Danny che, sconvolto, si disconnette dal gioco.

Successivamente, i due amici si ritroveranno nuovamente in Striking Viper X, e finiranno per fare sesso tramite i due personaggi di gioco. Il gioco diventa una scappatoia per Danny che, da un lato, tradisce la moglie, con la quale il rapporto è privo di passione, e dall’altro comincia ad interrogarsi sulla propria sessualità, chiedendosi se il sesso virtuale sia solo una fuga dalla noia del rapporto con Theo o se ci sia dietro un’attrazione sessuale e sentimentale nei confronti dell’amico di sempre. Turbato dalla situazione, Danny si allontana per diverso tempo dal gioco, solo per incontrare nuovamente Karl in occasione del proprio compleanno: Theo è incinta del secondogenito della coppia, e Danny e Karl non si parlano da mesi. I due si ritrovano nuovamente nel gioco e fanno sesso con i rispettivi personaggi. Danny a quel punto decide di chiedere a Karl un incontro faccia a faccia e, mentre l’amico teme che Danny voglia litigare, il personaggio interpretato da Anthony Mackie chiede di essere baciato, deciso a capire se e cosa provi per colui che ha sempre considerato come un fratello. I due uomini si baciano: Karl non sembra provare niente, mentre l’espressione di Danny ci lascia sospettare qualcosa di non detto, anche se entrambi gli uomini affermano di non aver provato nulla. I due litigano, perché Karl vorrebbe continuare a “frequentarsi” nel gioco, mentre Danny vorrebbe troncare definitivamente questo bizzarro rapporto: la discussione degenera in una scazzottata con conseguente arresto.

L’episodio si conclude con Danny che dice a Theo “Io sono…”e, durante i titoli di coda, ci viene mostrato il finale: la coppia si è accordata per una gestione del tradimento “organizzata”, per la quale, una volta all’anno, Danny è libero di fare sesso con Karl su Striking Vipers, mentre Theo è libera di uscire di casa senza la fede matrimoniale ed accettare il corteggiamento di altri uomini, fingendosi single.

Questo compromesso è, insieme all’amore e alla gestione della relazione, uno dei temi principali di questo episodio, in cui ci viene mostrato il compromesso come unico modo di portare avanti una relazione che si sta deteriorando perdendo la passione necessaria ad una coppia. Un compromesso che porta a ragionare su come, senza la naturale ipocrisia che circonda troppo spesso le relazioni, e che vede il traditore messo di fronte alla scelta se lasciare l’amante o il compagno, si possa trovare una terza via per salvare relazioni che magari hanno solo perso un po’ di smalto, nella normale evoluzione dei rapporti.

Il videogioco, in Striking Vipers, è affrontato e visto in maniera molto differente rispetto ai precedenti episodi a tema videoludico: se in Playtest abbiamo visto un videogioco in realtà aumentata che basava tutto sulle emozioni e sul senso di paura, in USS Callister abbiamo visto un uomo bullizzato diventare bullo in un ambiente virtuale, ed in Bandersnatch abbiamo scoperto come un gioco possa portare alla follia, in questo nuovo episodio abbiamo il gioco come via di fuga, come estraniazione dalla realtà che non ci soddisfa, un sentimento che chiunque possa definirsi videogiocatore incallito ha conosciuto almeno una volta nella vita. A questo aggiungiamo la realizzazione di una delle fantasie più presenti in alcune fasce di giocatori, ovvero il compimento di una relazione con un personaggio fittizio, per il quale proviamo comunque attrazione.

In questa nuova stagione di Black Mirror, l’approccio alla tecnologia è diverso, come già detto in prima battuta: non è solo una tecnologia più “vicina” alla nostra epoca, ma è anche una tecnologia che, pur mostrando lati positivi e negativi come da tradizione in Black Mirror, vede il suo difetto nell’utilizzo che ne viene fatto, non tanto nella tecnologia stessa. Un discorso molto attuale, se si pensa all’utilizzo spesso sbagliato di strumenti come i social network che avremo modo di analizzare nella recensione di Smithereens.

Dal punto di vista tecnico, ci troviamo di fronte ad un ottimo episodio: Owen Harris si conferma un ottimo regista, in grado di rendere egregiamente tutte le situazioni affrontate dai protagonisti, sia in ambito reale che nel mondo videoludico di Striking Vipers X, che ricorda molto da vicino le tipiche ambientazioni dei videogiochi di genere picchiaduro. Un particolare plauso al cast, il più ricco di star di tutta la stagione: Anthony Mackie non lo scopriamo certo ora, ottimo soprattutto nelle fasi in cui si rende “distante” mentre indossa il chip, così come uno Yahya Abdul-Mateen II in gran spolvero ed una Nicole Beharie credibile sia nei panni di giovane fidanzata che di moglie adulta.

La sceneggiatura di Charlie Brooker funziona alla grande, peccando forse solo di un ritmo non propriamente incalzante, dovuto più al genere stesso dell’episodio, che rientra nei canoni dello slice of life, piuttosto che a una carenza in fase di scrittura.

In conclusione, un primo episodio della quinta stagione di Black Mirror decisamente ben riuscito, che sfrutta il videogioco per uscire dai soliti temi legati a quest’ultimo per parlare invece di amore, di vita di coppia, di amicizia, e di come qualcosa di realistico non possa comunque sostituire la componente umana di una relazione.

Qui potete trovare tutte le nostre recensioni degli episodi di Black Mirror