Judy di Rupert Goold è stato ufficialmente presentato per la prima volta in Italia alla Festa Del Cinema di Roma ad ottobre 2019. Il film, racconta gli ultimi mesi di vita di una delle Dive più famose di metà novecento, Judy Garland, e vede come protagonista una rinata Renée Zellweger che per questa interpretazione ha ricevuto la candidatura come Miglior Attrice Protagonista agli Oscar 2020. La pellicola arriva esattamente a 50 anni dalla morte della Garland e a 80 anni dall’uscita de Il Mago Di Oz di Fleming.

Judy Garland (Renée Zellweger) enfant prodige del mondo del cinema statunitense, venne consacrata al mondo grazie al suo ruolo nel film di Victor Fleming, Il Mago Di Oz, nel ruolo della protagonista Dorothy. Dopo aver vissuto una carriera brillante fatta di successi che rientrano di diritto nella storia del cinema come A Star Is Born, iniziano per la donna dei momenti difficili che la cambieranno radicalmente fino a portarla alla morte a solo 47 anni. Il film, pur essendo un biopic, non va a coprire tutta la vita di Judy, ma si focalizza su due momenti in particolare: il suo ingresso da bambina nel mondo del cinema, e gli ultimi mesi di vita.

Rupert Goold, dopo una lunghissima carriera come regista teatrale e alle spalle un film con James Franco (True Story) si getta a capofitto in uno dei suoi progetti più ambiziosi, tratto dal dramma teatrale End Of The Rainbow di Peter Quilter. In un periodo in cui i biopic sembrano essere particolarmente in voga, occorre trovare un modo per non risultare troppo ripetitivi con il rischio di trasformare il prodotto in un documentario. Goold infatti, al contrario dei maggiori biopic, non va a coprire tutto l’arco della vita di Judy Garland, ma preferisce focalizzarsi su quelli che forse sono stati i due momenti salienti della sua carriera e della sua vita. Judy era solo una bambina quando entra in contatto con le produzioni cinematografiche, che smettono di trattarla come tale e la idealizzano ad una stella, una figura eterea che mai e poi mai deve avere la possibilità cambiare o di omologarsi alle altre giovani. L’infanzia e l’adolescenza rubate alla giovane, saranno poi le cause principali di quella che è stata la sua morte, presumibilmente avvenuta a causa di una prolungata ingestione di barbiturici e a causa di una cirrosi epatica.

Goold ama il teatro e in Judy lo porta in scena in tutta la sua forza. Molteplici sono le scene girate in un teatro, si potrebbe dire che gli ultimi momenti di vita di Judy si svolgono all’interno di questo in quanto proprio prima di morire l’artista si trovava a Londra per coprire una serie di concerti teatrali. La regia nelle scene musical in cui Judy esegue alcune delle sue canzoni più famosi ed emozionanti, sono caratterizzate da una regia che si fa occhio dello spettatore che da sotto al palco assiste alla performance. La fotografia è al suo massimo, illuminando letteralmente la scena con luci e fari che mettono in evidenza Judy come diva, bella, solare ma anche decadente. Le sequenza più interessanti, restano però quelle che vedono protagonista la giovane Garland interpretata da una splendida Darci Shaw, sottratta alla sua infanzia, costretta a vivere una vita letteralmente immersa nel cinema, senza una via di sfogo, completamente abbagliata dai riflettori, dagli agenti, dai produttori, e dai registi che le impongono uno stile di vita estremo, fatto di rinunce e di privazioni che inevitabilmente si riflettono sulla personalità di una Judy adulta, che però conserva degli aspetti quasi infantili, nei modi di parlare, di muoversi e soprattutto di comportarsi, incapace di prendere delle decisioni e crearsi delle radici stabili.

Ed è proprio qui che arriva la bravura di Renée Zellweger, capace di interpretare uno dei ruoli più difficili della sua carriera. Non è la prima volta che la Zellweger si cimenta in ruoli musicali, ricordiamo Chicago. E’ però senza dubbio la prima volta che interpreta un ruolo così complicato e sfaccettato. Per interpretare Judy, l’attrice americana ha modificato la sua voce, cambiato postura e addirittura modificato il suo sguardo cercando di cogliere le molteplici sfumature della Garland. Anche se non in tutti i momenti della pellicola la Zellweger riesce a convincere appieno con la sua interpretazione, quello che senza dubbio riesce ad arrivare è la forza di voler celebrare un mito del cinema come la Garland, un modo per renderle giustizia. Ci si trova davanti non ad una “copia” di Judy Garland, ma di Renée Zellweger che interpreta Judy Garland, e anche quando è meno convincente la sua forza riesce comunque a colpire. La Zellweger ha personalmente interpretato le canzoni e in alcune scene sono anche cantate dal vivo, purtroppo però non tutte in questo caso riescono a convincere appieno. Quando l’esibizione non e “live” e la Zellweger utilizza il playback, si percepisce la freddezza il distacco e l’interpretazione se pur a livello visivo funziona, sul piano emotivo resta fredda e a volte un pò troppo artefatta e distaccata, fatta accezione per la performance finale che resta una delle migliori della pellicola.

In conclusione Judy, è un prodotto godibile, senza troppe pretese che riesce ad essere innovativo in un periodo in cui i biopic sembrano quasi essere all’ordine del giorno.


Judy di Rupert Goold è ora al cinema. Di seguito il trailer del film.