Il 13 Febbraio Netflix ha rilasciato sulla sua piattaforma la seconda stagione di Narcos: Messico sarà stata in grado di rispettare le attese? Scopriamolo.
Felix Gallardo (Diego Luna),dopo il suo accordo con la CIA, è ancora più potente, non tiene nelle sue mani solamente il governo messicano ma mantiene rapporti con il potere USA, stesso potere che lo dipinge come un nemico. L’omicidio di Kiki Camarena (Michael Pena) ha però di nuovo cambiato le cose per il narcotrafficante: infatti, l’omicidio di uno dei loro ha scatenato la rappresaglia degli USA che ora, con agenti della DEA sottocopertura comandati da Walt (Scoot McNairy), stanno per sferrare potenti attacchi ai principali alleati di Gallardo mentre il Messico si avvia a nuove elezioni.
La seconda stagione della serie, similarmente a quanto era avvenuto con la seconda della serie madre, Narcos, si sviluppa intorno alla caduta del suo protagonista, Felix Gallardo, il grande creatore del commercio di droga messicano come lo conosciamo oggi. Gallardo era riuscito ad unire tutte le piazze di spaccio, ossia le rotte verso gli USA della cocaina, sotto il suo controllo e, così facendo, era riuscito a creare quello che sarebbe diventato il più grande impero criminale della storia, a cui sembra rivaleggiare solo l’attuale cartello di Sinaloa, che proprio un tempo era parte dell’organizzazione di Felix. La fine degli anni ’80 per Gallardo, come rappresentato nella serie, è stato un periodo turbolento: il suo impero era ormai al massimo dello splendore ma un incidente, un errore di giudizio del potente signore, ha portato piano piano all’arenarsi della sua impresa e a diverse divergenze all’interno della sua stessa organizzazione. Non era una novità che la nuova serie di Narcos avrebbe visto molto più sangue e tradimenti della sua precedente iterazione: d’altronde, non si parla più di chi ha creato la definizione di narcotrafficante, ma di chi l’ha resa la professione criminale più remunerativa e violenta, quella dei cartelli messicani. Le liti si risolvono in privato in Colombia, ma in Messico è tutto diverso, le liti non si fermano al salotto del Don, ma proseguono e portano con sé anche gli innocenti. I dissidi tra Gallardo e i suoi sottoposti hanno occupato gran parte delle pagine dei giornali Messicani e Statunitensi negli anni 80 e la serie non decide di discostarsi molto dalla verità, mostrando l’effettiva spietatezza e l’agire rapido del Boss di Guadalajara di fronte a qualsiasi mancanza di rispetto. E’ proprio in queste liti che spuntano su tutti i personaggi di Chapito, il futuro capo del cartello di Juarez, El Chapo e anche di tanti altri noti narcotrafficanti che continueranno il lavoro di Felix nelle stagioni successive, come Carrillo Amado Fuentes o ancora Benjamin Arellano Felix. In questa seconda stagione viene dato molto spazio ai rapporti tra le varie piazze, ai ruoli di potere dei vari capi e anche al modo di apportarsi al loro lavoro, così lo spettatore potrà subito vedere quello che da lì a poco lo aspetta nel futuro della serie.
Diego Luna, poco conosciuto prima della partecipazione a Rogue One e poi alla prima stagione di Narcos: Messico, ci regala un’interpretazione davvero notevole, l’uomo (Felix) e il narcotrafficante (Gallardo) si fondono nella sua persona creando in questa seconda stagione una sorta di mostro, che ha abbandonato i suoi valori da ex agente della polizia e anche quelli che ancora lo tenevano relegato ad un piccolo contributo alla storia, tutto in favore della leggenda che vuole creare per sè stesso. Non è un caso infatti, che proprio l’operazione che lo porterà in galera si chiami Leyenda. Scoot McNairy sostituisce Michael Pena/Kiki Camarena come agente della DEA ossessionato da Gallardo, come ci era già stato presentato sul finale della stagione uno: Walt non è un uomo che accetta mezzi termini, è venuto lì per fare un lavoro e dannazione, non se ne andrà fino a quando non lo avrà fatto. Se da una parte quindi abbiamo lo spietato Narcotrafficante, dall’altra abbiamo un uomo che evidentemente ha un conto in sospeso con Gallardo e che non è solamente lì per vendicare il collega ucciso, anche se proprio la rabbia dell’agenzia passa attraverso di lui. Sentendosi al sicuro il Gallardo di Diego Luna si protrae in atti plateali quasi impossibili da conciliare con una persona che dovrebbe tenere un profilo riservato con un gruppo così ampio di persone che lo vogliono morto ed è proprio così che entra in gioco Walt, diventando il principale motivo di stress del boss che, nel frattempo, si trova a far fronte all’insostenibilità dei suoi alleati nella situazione che lui stesso ha creato. Nuovamente politica e soldi sporchi si mescolano mentre le elezioni in Messico avanzano e la protezione del boss non può più essere priorità del governo, che presto potrebbe perdere tutto in seguito ai terremoti e ai tumulti degli anni 80 a Città del Messico e non solo. Finalmente dunque questa seconda stagione mette un rivale tra i piedi di Gallardo, qualcuno che possa rivaleggiare con lui, a cui si può in un certo modo guardare per vedere un po’ di positività, in un mondo che non ha eroi, ma solo cattivi.
La seconda stagione di Narcos: Messico mantiene le aspettative: ci era stato promesso un Felix più spregiudicato, più in lotta con il vecchio sé stesso mentre continua a cadere moralmente in un baratro che nemmeno i suoi più vecchi alleati sono disposti a seguirlo; anzi, dopo le titubanze di Don Neto nella stagione uno, questa stagione due non fa altro che mostrare la fragilità del potere stesso che Gallardo si è costruito e che lo porta poi in via definitiva a fare quel passo che lo consacrerà alla storia, non come il conquistatore che sperava, ma come colui che ha aperto la via ai Narcos del futuro. Proprio questi ultimi hanno un ampio spazio in questa seconda stagione, aprendo così la strada alle prossime storie di Narcos, quelle di El Chapo, ma non solo.
Narcos: Messico è disponibile su Netflix dal 13 Febbraio 2020. Di seguito potete visionare il trailer ufficiale della seconda stagione: