La Walt Disney Company sta licenziando circa 28.000 dipendenti dal suo segmento “Parks, Experiences and Products“, chiamando in causa il coronavirus (COVID-19). La compagnia attualmente tiene chiuso Disneyland.
Ecco la dichiarazione ufficiale della Disney:
“Alla luce dell’impatto prolungato del COVID-19 sulla nostra attività, inclusa la capacità limitata a causa dei requisiti di allontanamento fisico e della continua incertezza sulla durata della pandemia – aggravata in California dalla riluttanza dello Stato a revocare le restrizioni che consentirebbero a Disneyland di riaprire – abbiamo preso la decisione molto difficile di iniziare il processo di riduzione della nostra forza lavoro nel nostro segmento Parks, Experiences and Products a tutti i livelli, avendo mantenuto in licenza i Cast Member non lavoratori da aprile, pur pagando i benefici sanitari. Saranno interessati circa 28.000 dipendenti domestici, di cui circa il 67% part-time. Stiamo parlando con i dipendenti interessati e con i sindacati sui prossimi passi per i membri del cast rappresentati dai sindacati. Negli ultimi mesi, siamo stati costretti ad apportare una serie di modifiche necessarie alla nostra attività e, per quanto difficile sia oggi questa decisione, crediamo che i passi che stiamo compiendo ci consentiranno di emergere in un’operazione più efficace ed efficiente quando torneremo alla normalità. I nostri membri del cast sono sempre stati la chiave del nostro successo, svolgendo un ruolo prezioso e importante nel fornire un’esperienza di livello mondiale e non vediamo l’ora di offrire loro opportunità quando potremmo tornare.”
Disneyland ha chiuso i battenti il 14 marzo e deve ancora riaprire. Il mese successivo, Walt Disney World ha licenziato circa 43.000 dipendenti e i dirigenti di tutte le aree dell’azienda hanno subito tagli salariali per compensare le perdite derivanti dalla pandemia. Bob Iger, CEO della Disney diventato presidente esecutivo, ha persino deciso di rinunciare al suo stipendio.
Fonte: CBR
