In un panorama recente in cui il cinema d’animazione sembra essere rimasto intrappolato in una spirale di sequel, prequel e remake sotto forma di live action – Inside Out 2, Oceania 2 o Mufasa: Il Re Leone, tra gli altri – è sempre più difficile trovare film d’animazione che osano proporre qualcosa di diverso, originale e audace. Finalmente, tra i tanti capitoli due di vari successi del passato, lo studio Dreamworks ci sorprende e delizia con un film brillante e commovente, Il Robot selvaggio (The Wild Robot).

Chris Sanders, regista di successi come Lilo & Stitch, Dragon Trainer e I Croods, nonché sceneggiatore di alcuni dei classici Disney più amati quali La Bella e la Bestia, Il Re Leone, Mulan e Aladdin, porta al cinema il suo ultimo film, scritto e diretto da lui, dimostrando ancora una volta il suo immenso talento. La storia è tratta dal primo di una serie di libri per ragazzi scritti da Peter Brown, edito in Italia da Salani con il titolo “Il robot selvatico”.

L’epica avventura segue il viaggio di un robot – l’unità ROZZUM 7134, abbreviato “Roz” – che dopo un naufragio si ritrova su un’isola disabitata dove dovrà imparare ad adattarsi all’ostile ambiente circostante, costruendo gradualmente relazioni con gli animali dell’isola, e diventando il genitore adottivo di un’ochetta orfana.

Il regista riesce a raccontarci la bellezza che si può trovare negli incontri di opposti portati a completarsi a vicenda e i diversi dilemmi identitari e simbolici che questo implica. Capace di trasmettere un certo tipo di tensione che nasce dall’instabilità generata dall’incontro di due opposti come il robot Roz e l’oca Becco Lustro. Fin dall’inizio instabilità e incertezza sono una presenza forte e questo si avverte anche nel tono del film che a tratti è sorprendentemente amaro. La trama è ricca e intervallata da colpi di scena perfettamente bilanciati. I personaggi, profondamente umani nonostante la loro natura artificiale o animale, evolvono con rara autenticità. Sin da subito il film ci introduce nella spietatezza del mondo animale e, pur mantenendosi su toni umoristici, ci mostra come la natura segua il suo ordine prestabilito. Con l’arrivo del robot Roz le cose però vengono poco alla volta messe in discussione e ridimensionate. Sanders riesce magistralmente a raccontare emozioni complesse bilanciando perfettamente umorismo e dramma per poter arrivare anche a un pubblico più giovane. Uno degli aspetti interessanti del film è vedere come il modo di agire del robot Roz viene messo a confronto con gli animali intorno a lui, poiché entrambi sembrano avere una programmazione interiore alla quale si attengono semplicemente senza metterla in discussione, il che crea un parallelo magistrale.

La metafora della maternità nel film è complessa e sfaccettata. La storia dimostra che non sempre è necessario condividere il sangue per essere considerati parenti; spesso le connessioni più profonde si formano attraverso l’amore e l’apprendimento reciproco. Nulla di nuovo, ma raccontato in maniera così toccante da non lasciare indifferente neanche il cuore più duro. Il superamento delle sfide è un tema ricorrente nella trama, che fornisce connessione con l’ambiente e i personaggi e lascia il posto a una figura che sarà sempre presente e sempre più fondamentale. Il racconto è un vibrante omaggio alla genitorialità e a tutto ciò che comporta, direttamente o indirettamente, in termini di difficoltà, ignoto e sacrificio di sé in funzione dell’amore incondizionato. Evocando tanto i tratti della matita quanto le pennellate delle illustrazioni di un libro per bambini, lo stile visivo de Il robot selvaggio risulta assolutamente fenomenale. L’animazione si distingue tanto per il suo stile singolare, iper dettagliato, quanto per i suoi colori vibranti e la sua capacità di dare vita anche agli angoli più piccoli di ogni immagine. Una splendida estetica pittorica che gli conferisce una qualità da favola sognante.

Un’avventura con una forte impronta favolistica, toccante, divertente ed esteticamente sbalorditiva. Chris Sanders dimostra ancora una volta la sua propensione nel fondere efficacemente natura e animazione. Il regista affronta la questione della caccia e della morte in modo sorprendentemente naturale e comico. Il robot selvaggio raffigura un mondo immerso nella costante imprevedibilità, ma anche, paradossalmente, un universo governato da un ordine prestabilito, che la presenza di Roz capovolgerà ovviamente in meglio.


Il robot selvaggio di Chris Sanders sarà in sala in anteprima il 6 ottobre e al cinema dal 10 ottobre distribuito da Universal Pictures Italia. Ecco il trailer italiano del film:

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