Durante del Lucca Comics & Games 2022, abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro con Rachele Aragno, autrice di Melvina per Bao Publishing e disegnatrice che ha anche collaborato con Skottie Young e altri grandi del fumetto come Paco Medina e Mike Mignola.

Ospite di Bao Publishing in occasione dell’uscita di Melvina e il dono del serpente, seguito di Melvina, Rachele ci ha raccontato il processo che ha portato alla nascita del suo alterego fumettistico e la sua esperienza recente con il mercato statunitense. Di seguito la nostra intervista completa a Rachele Aragno:


Come nasce il personaggio di Melvina ed il suo mondo?

Melvina nasce quando ero una pre adolescente, in seguito alla morte di mio nonno, un lutto molto duro per me perché mi era stato accanto come un genitore. Questo shock mi ha fatto chiudere in me stessa, non avendo gli strumenti per esternare o comprendere il dolore che stavo provando, così ho creato un alter ego che era tutto il contrario di me: molto estroversa, incazzosa e se c’era qualcosa che non le andava, lo diceva. L’idea di un fumetto su Melvina mi ha accompagnato tutti questi anni, chiaramente è stato rivisto e corretto più volte, fino a che è arrivato in BAO. Con il supporto della casa editrice, abbiamo lavorato ancora sul personaggio per non tradire la Melvina e la Rachele di quegli anni, riuscendo comunque ad adattare la storia alla consapevolezza di ora e portarla in un racconto per lettori a partire dalla giovane età.

Ora che hai messo nero su bianco e raccontato queste due storie di Melvina, ti senti aver esorcizzato i demoni che hai avuto o semplicemente sei riuscita ad “accettarli”, ossia i demoni ci sono ancora ma sei riuscita a interiorizzarli e gestirli?

È un processo che, in un certo senso, mi ha obbligata a rivedere chi ero da piccola, per comprendere cosa stava succedendo dentro di me e cosa c’era di “sbagliato”. Nel secondo volume di Melvina ho scelto di parlare di anoressia durante l’adolescenza e ho dovuto riflettere molto sul mio passato. Ho fatto pace con quella parte di me e sono riuscita a perdonare Rachele di quegli anni, dopo aver pensato a lungo di aver sprecato tanto tempo a correre dietro a quei demoni senza mai affrontarli.

Nel primo libro abbiamo conosciuto una Melvina più bambina, nel secondo è  adolescente, che differenza hai trovato nella Melvina bambina e in quella adolescente? È cambiato qualcosa nel tornare ad Aldiqua con lei una seconda volta, rispetto alla prima. Come si è evoluto il personaggio? Come lo senti diverso?

Melvina da bambina è coraggiosa e intraprendente, più felice e vivace, anche se si arrabbia e prende parte. C’è l’innocenza classica dell’infanzia, per questo i colori e il segno che ho utilizzato, a partire dal tipo di pennino, li ho scelti per rendere lo sguardo edulcorato di un bimbo. Da adolescente, invece, Melvina è più sfuggente, respinge gli altri perché non sa gestire il dolore che sente. La palette allora è diventata più acida e anche i personaggi sono cupi e strani, per assistere al divario del suo sguardo sul mondo circostante.

Melvina è il tuo alterego, vuoi raccontarla ancora o hai intenzione di lasciarla nel cassetto per ora?

Ho già iniziato a lavorare alla terza avventura, che sarà l’ultima. Avevo pensato a questa storia come trilogia, per raggiungere Melvina da giovane adulta. Non a caso nel secondo volume ho inserito l’uroboro – il serpente che si mangia la coda – perché voglio chiudere questo percorso raccontando il passaggio verso l’età adulta, un ciclo della vita che ognuno conosce.

Parlando d’altro, qualche settimana fa è uscita la tua collaborazione con Mike Mignola, come è stato lavorare con lui, che comunque è una leggenda ed è un sogno per tantissimi lavorare insieme a lui.

Per me è un dio, ho deciso di fare fumetti quando ho iniziato a leggere i suoi, quindi essere arrivata a collaborare con lui è un’emozione immensa. Avevo già fatto una cover variant per Young Hellboy, quando nel 2021 ha visto durante Inktober [challenge in cui ogni giorno un disegnatore realizza e posta sui social un’illustrazione, nel mese di ottobre] il disegno di un mio personaggio e mi ha chiesto di comprarlo, ma io ero troppo lusingata e gliel’ho regalato a patto che un giorno potessimo lavorare insieme. In quel momento l’ho detto quasi per gioco, senza crederci. Quando poi mi ha inviato una sceneggiatura scritta proprio con quel personaggio, non ci potevo credere. Per adesso ci sono due storie di Leonide The Vampyr e compariamo entrambi come creatori, è una cosa bellissima.

Ultima domanda un po’ di rito, ci hai detto che stai lavorando al terzo volume di Melvina, stai lavorando anche con Mike Mignola, ma hai altri progetti in cantiere?

Mi piace il mercato americano e vorrei continuare a lavorarci, sto lavorando con uno sceneggiatore Italiano e ho un altro progetto in cantiere che ancora deve essere approvato da un editore.

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