In un Festival di Venezia che si sta mostrando davvero ricco di presenza femminile, torna, dopo cinque anni dall’apprezzatissimo The Bad Batch, la talentuosa Ana Lily Amirpour con il suo nuovo lavoro, Mona Lisa and the Blood Moon, che si presenta, fin dalle primissime scene, come un prodotto pronto a dividere i giudizi tra chi lo adorerà e chi avrà non poche difficoltà a farselo piacere.

In una notte di luna piena, Mona Lisa Lee, una ragazza dotata di insoliti e pericolosi poteri (interpretata dall’attrice sudcoreana Jeon Jong-seo) evade da un manicomio e si nasconde nel quartiere francese di New Orleans, dove viene accolta da una spogliarellista agguerrita (Kate Hudson) e suo figlio, mentre un biscotto della fortuna avverte un poliziotto (Craig Robinson) alla sua ricerca di “dimenticare ciò che sa”.

Il film, come già detto, rischia di dividere perché, a tratti, potrà sembrare decisamente schizofrenico, sia nella scrittura (con diversi punti che potrebbero, soprattutto inizialmente, sembrare oscuri e poco sviluppati), sia nella regia, anche se questo potrebbe invece essere un punto decisamente a favore per chi fosse in cerca di qualcosa di più sperimentale in fase di realizzazione.

E parlando di realizzazione, i punti di forza più lampanti del film, insieme alla regia, sono la colonna sonora, curata da Daniele Luppi, che avvolge le vicende di Mona Lisa and the Blood Moon di ritmi e sonorità funky, metal e techno italiana e la fotografia di Pawel Pogorzelski, che riesce nel non semplice compito di mescolare in maniera credibili ambientazioni reali con un’atmosfera surreale e psichedelica: il tutto, insieme alla regia, come già detto, decisamente schizofrenica di Ana Lily Amirpor, ci consegna un lavoro decisamente vario, non perfetto, con alcuni punti probabilmente evitabili, ma nel complesso decisamente interessanti e ben messi su schermo.

Anche il cast fa decisamente bene la sua parte: Jeon Jong-Seo, già protagonista di Burning – L’amore brucia di Lee Chang-dong, è una perfetta protagonista della vicenda, da prima quasi un oggetto estraneo al mondo che la circonda e, man mano che scopriamo dettagli e vediamo le sue interazioni con il resto dei protagonisti, sempre più profonda e convincente. Kate Hudson, dopo una fase della carriera in cui sembrava essersi abbandonata allo stesso ruolo in commedie romantiche non sempre memorabili, sfodera un’ottima prestazione, così come Craig Robinson, poliziotto che più improbabile non si può, ma autore di una prova convincente.

Mona Lisa and the Blood Moon è un viaggio che ci mostra la ricerca, le difficoltà e la scoperta della propria consapevolezza di se, grazie all’aiuto del prossimo e nonostante gli ostacoli che il mondo ci pone, ambientato in un setting magico e surreale come New Orleans, un lungometraggio che mescola le svariate influenze della regista: qualche atmosfera horror anni ’80, con una spruzzatina di Stranger Things, vaghi riferimenti al cinema supereroistico, un po’ di indie e una colonna sonora che lega il tutto in maniera decisamente apprezzabile, con una regia ed una narrazione decisamente schizofreniche sia nel bene che nel male, un film che non necessariamente sarà compreso ed apprezzato da tutti gli spettatori.

RASSEGNA PANORAMICA
Mona Lisa and the Blood Moon
7.5
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Ho 23 anni, vivo a Perugia e studio a Roma. Dirigo, scrivo e produco cortometraggi per la Nostalghia Prod., società di produzione da me creata e diretta. Ho all' attivo 16 cortometraggi diretti da me, oltre che altri 16 solamente prodotti. Scrivo e collaboro per RedCapes.it da Gennaio 2019.
mona-lisa-and-the-blood-moon-il-nuovo-film-di-ana-lily-amirpour-recensione-venezia-78Mona Lisa and the Blood Moon è un viaggio che ci mostra la ricerca, le difficoltà e la scoperta della propria consapevolezza di se, grazie all'aiuto del prossimo e nonostante gli ostacoli che il mondo ci pone, ambientato in un setting magico e surreale come New Orleans, un lungometraggio che mescola le svariate influenze della regista: qualche atmosfera horror anni '80, con una spruzzatina di Stranger Things, vaghi riferimenti al cinema supereroistico, un po' di indie e una colonna sonora che lega il tutto in maniera decisamente apprezzabile, con una regia ed una narrazione decisamente schizofreniche sia nel bene che nel male, un film che non necessariamente sarà compreso ed apprezzato da tutti gli spettatori. 

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