[Recensione] Guardiani della Galassia di James Gunn – Noi siamo Groot

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Guardiani della galassia

È giunto oggi il momento di parlarvi del decimo film del Marvel Cinematic Universe, ovvero Guardiani Della Galassia di James Gunn. Il regista Statunitense nato sotto la scuderia della Troma, dopo l’ottima prova dimostrata con “Super – Attenti Criminali!!!”, deve qui fronteggiarsi con l’introduzione di uno dei gruppi più bizzarri dell’universo Marvel ma anche uno dei più sconosciuti al grande pubblico.

In seguito alla morte della madre, il piccolo Peter Quill viene rapito da una nave spaziale Ravager capitanata da Yondu Udonta. Ventisei anni dopo, sulle note della musica anni ‘80, Quill, ormai divenuto un audace avventuriero spaziale conosciuto con lo pseudonimo di Star Lord, sul disabitato pianeta Morag ruba una misteriosa sfera, l’Orb. Dopo il furto Peter viene ostacolato dal cacciatore di taglie Korath, un alleato del malvagio estremista Kree, noto come Ronan l’Accusatore. Arrivato a Xandar, capitale dell’impero Nova, Star Lord tenta, senza successo, di vendere la sfera ad un ricettatore. A Xandar, Gamora, figlia adottiva del titano folle Thanos e assassina per conto di Ronan, tende un’imboscata a Quill e gli ruba l’Orb, ma durante la lotta intervengono due cacciatori di taglie: un procione geneticamente modificato, Rocket Raccoon, e Groot, un alieno simile a un albero umanoide. I quattro vengono arrestati dal Nova Corps e condotti al carcere di massima sicurezza delle Kyln, dove faranno la conoscenza di Drax il Distruttore. Scoperto il piano di Ronan, il gruppo decide di fuggire dal carcere e mettergli i bastoni tra le ruote.

Gunn in questa pellicola assembla sapientemente la sua personalissima versione dei Guardiani della Galassia, distante anni luce da quella vista nei fumetti ma altrettanto efficace. La prima ora di pellicola viene interamente dedicata alla caratterizzazione dei personaggi, li conosciamo, sappiamo cosa vogliono, come si comportano e cosa li muove. Vediamo la formazione del gruppo, una squadra formata da esseri estremamente differenti tra di loro, che però uniti formano una miscela esplosiva. Nulla viene lasciato al caso, ogni elemento della pellicola, anche il più innocuo, si incastra perfettamente nel puzzle, risultando funzionale e fondamentale per la buona riuscita del film.

Nella pellicola vige un profondo equilibri tra serietà e follia. Se per altre pellicole del Marvel Cinematic Universe possiamo aver trovato i momenti comici un difetto, qui è tutto il contrario. La comicità è uno dei punti di forza di questa pellicola, funge molto spesso da collante, utile per alimentare alcune dinamiche tra i personaggi del gruppo me anche ad espandere un universo narrativo che va ben oltre questa pellicola. A questo si aggiunge anche delle scene d’azione energiche e deliranti, intervallate da momenti epici, solenni e pure toccanti, insomma in questa pellicola c’è proprio tutto. Gunn per la sua pellicola ha scelto un cast di tutto rispetto, composto da ottimi attori come Chris PrattZoe Saldana e Benicio del Toro, ma anche feticci di Gunn come suo fratello Sean Gunn Michael Rooker. Il regista è riuscito a valorizzare anche l’ex-wrestler della WWE Dave Bautista, che fino a questo film non aveva dato prova di grandi doti attoriali, ma Gunn riesce a cucirgli su misura il personaggio di Drax rendendolo memorabile in ogni scena.

Gli effetti speciali sono realizzati ottimamente, non si sente molto il peso della CGI nonostante 2 dei protagonisti siano interamente realizzati in computer grafica. Gli effetti visivi vanno a braccetto con un finissimo lavoro di make-up, che da vita ad un universo variegato e colorato, vivo e pulsante più che mai.
Menzione d’onore va fatta alla colonna sonora, un magnifico mix di pezzi anni ’70 e ’80 che assume un ruolo ben preciso all’interno della pellicola. I pezzi provengono direttamente dalla musicassetta realizzata dalla madre di Peter Quill per il figlio prima di morire, canzoni rappresentative di un epoca ben precisa che, in molti casi, vanno a descrivere le vicende che stanno per accadere. Ok, non è una colonna sonoro originale, ma il lavoro fatto da Gunn e soci nel selezionare le tracce da inserire nella pellicola è davvero sopraffino.

Ma prima di concludere concentriamoci su uno dei principali difetti dell’80% dei film dei Marvel Studios, il villain. In questa pellicola abbiamo la prima comparsa al di fuori di una scena post-credits di Thanos, il titano folle che metterà in ginocchio i nostri supereroi in Avengers: Infinity War, che però non assume il ruolo di villain, bensì è il mandante, il burattinaio dietro a Ronan, il vero cattivo di questo film. Innegabile il fatto che anche questo villain risulti una macchietta, ma qui Gunn gioca con lo stereotipo dei cattivi del MCU dal piano scontato e già visto, ribaltando le carte in tavola a suo favore. Così facendo la macchiettisticità di Ronan diventa un punto forte, un elemento intorno al quale far ruotare scene non convenzionali come lo scontro finale, ben diverso da quelli visti fino ad ora, riuscendo anche a conferire a Thanos un aura di superiorità che tornerà utile nei prossimi film dell’universo cinematografico Marvel.

Il 2014 si conferma la miglior annata per i film del Marvel Cinematic Universe grazie all’uscita dei 2 migliori film di questa saga, ovvero Captain America: The Winter Soldier e Guardiani della Galassia, 2 pellicole così differenti tra loro, uno spy movie contro una space opera, accumunate da una regia ricercata, una strabiliante coerenza narrativa ed un forte impatto sul resto dell’universo cinematografico.
Guardiani della Galassia è un film esilarante e palpitante, ricco di emozioni che scava nel cuore dello spettatore lasciandoci dei personaggi indimenticabili. Un film multigenerazionale che non ha paura di essere sporco, diverso e scorretto e che appassionerà grandi e piccini senza esclusione di colpi.


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