Il 17 ottobre con BIM Distribuzione arriva in Italia The Apprentice, il nuovo film di Ali Abbasi con Sebastian Stan nei panni di un giovane Donald Trump e Jeremy Strong in quelli dell’avvocato Roy Cohn considerato colui che ha formato e plasmato l’ex Presidente degli Stati Uniti. Il film è stato presentato in anteprima mondiale a Cannes 2024 dove era in concorso. Abbiamo visto il film in anteprima e di seguito vi riportiamo il nostro parere.

Negli anni settanta un giovane Donald Trump viene preso sotto l’ala protettrice dell’avvocato Roy Cohn, che gli insegnerà segreti e regole che governano lo spietato mondo degli affari, sui quali Trump baserà la sua carriera e visione del mondo.

Privo di classe” ecco come Donald Trump, il 45esimo Presidente degli Stati Uniti, ha definito il film che lo vede protagonista. La risposta del regista Ali Abbasi non ha tardato ad arrivare: “Grazie per averci risposto. Sono disponibile a parlarne meglio se vuoi. Oggi è una giornata impegnativa per via delle tante interviste. Potrei essere disponibile per una chiamata domani.” Risposta che fa già comprendere il tono della pellicola. Film parzialmente finanziato da Daniel Snyder, investitore della Kinematics LLC e sostenitore di Trump che solo dopo aver sborsato un alto numero di dollari ha compreso che in realtà il film metteva in cattiva luce l’ex Presidente non solo per il tono con cui la pellicola scimmiotta l’uomo ma anche per la volontà di inserire la scena di stupro da parte di Trump nei confronti della sua ex moglie Ivana (nel film interpretata da Maria Bakalova) accusa realmente mossa dalla donna durante le procedure di divorzio ma poi ritirata nel 2015. The Apprentice più che un biopic è una origin story di una delle personalità più controverse della storia contemporanea, uno sguardo ad un momento preciso della vita dell’allora giovane imprenditore e rampollo newyorkese con l’intento di riqualificare parte di una Manhattan allo sbando con l’impiego dei molti, tanti, soldi a sua disposizione provenendo da una ricca famiglia legata al mondo immobiliare. Purtroppo però Trump non ha fatto i conti che da “grandi poteri derivano grandi responsabilità” e sotto l’ala di un Roy Cohn, quasi alter ego dell’odierno Trump, il giovane ciuffo biondo “che assomiglia a Robert Redford” imparerà ad essere quello che è oggi, un vincente (?).

Il titolo del film fa riferimento al reality show che Trump guidò dal 2004 al 2015 e si basa sul decennio 1970-1980, in cui Donald Trump incarna alla perfezione il self made man, colui che si forma da solo, inseguendo il grande sogno americano aiutato dalla forte personalità di Cohn che insegnerà lui le tre regole del successo:

  1. Se qualcuno ti accusa, attaccalo.

  2. Non ammettere mai niente.

  3. Non riconoscere mai una sconfitta.

Tre regole che se si pensa all’attuale modo di fare dell’ex Presidente sembrano calzare alla perfezione. Tre regole che saranno fondamentali per la “perdita dell’innocenza” di un giovane promettente che sopraffatto dal successo e dai soldi perderà via via il senno. A vestire i panni del giovane Donald Trump un irriconoscibile Sebastian Stan che per l’occasione non solo ha studiato alla perfezione le movenze dell’uomo ma è riuscito ad incarnarne la stessa dialettica, la stessa voce, tanto che nelle scene in cui è ripreso di sfuggita la somiglianza è cristallina. Ma a fare la differenza è Jeremy Strong nel ruolo di Roy Cohn, capace di impersonare ogni aspetto fisico e comportamentale del losco avvocato. Una pellicola certamente basata più sulle interpretazioni che sulla scrittura, con lo scopo di creare il classico arco narrativo della “villain origin story” – la nascita di un cattivo – facendolo però in modo troppo repentino e semplicistico. Più che focalizzarsi sugli eventi The Apprentice è una lunga cronaca di tanti avvenimenti che hanno portato alla trasformazione in negativo del giovane rampollo, attingendo a aneddoti di vita personale e pubblica ormai più che noti. L’intento però era sicuramente quello di sbeffeggiare Trump e sicuramente ci è riuscito.

Il villain ultimo, Donald Trump, in The Apprentice di Ali Abbasi viene mostrato prima come il rampollo per eccellenza e poi come lo spregiudicato uomo che tutti conoscono oggi. Ma come è diventato così? L’influenza di Roy Cohn è stata fondamentale ma di partenza c’era una talmente grande ambizione che piegarlo alle leggi del mercato non è poi stato così difficile. Una pellicola che si prende gioco dell’ex Presidente degli Stati Uniti con una forte accelerata nel momento in cui vuole trasformarlo in quello che è oggi. Il tutto condito da interpretazioni memorabili, su tutte quella di Jeremy Strong.


The Apprentice: Alle origini di Trump arriva al cinema con BIM Distribuzione a partire dal 17 ottobre. Ecco il trailer italiano del film:

RASSEGNA PANORAMICA
The Apprentice: Alle Origini di Trump
7.5
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Classe 1995, laureato in critica cinematografica, trascorro il tempo tra un film, una episodio di una serie tv e le pagine di un romanzo. Datemi un playlist anni '80, una storia di Stephen King e un film di Wes Anderson e sarò felice.
the-apprentice-alle-origini-di-trump-una-villain-origin-story-recensioneIl villain ultimo, Donald Trump, in The Apprentice di Ali Abbasi viene mostrato prima come il rampollo per eccellenza e poi come lo spregiudicato uomo che tutti conoscono oggi. Ma come è diventato così? L'influenza di Roy Cohn è stata fondamentale ma di partenza c'era una talmente grande ambizione che piegarlo alle leggi del mercato non è poi stato così difficile. Una pellicola che si prende gioco dell'ex Presidente degli Stati Uniti con una forte accelerata nel momento in cui vuole trasformarlo in quello che è oggi. Il tutto condito da interpretazioni memorabili, su tutte quella di Jeremy Strong.

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