Uno sport storicamente e stranamente, contando il seguito nel mondo, sempre piuttosto bistrattato dai sistemi di gioco, almeno negli ultimi 10-15 anni, è sicuramente il Tennis. Da statistiche il terzo sport più praticato al mondo il buon vecchio erede della pallacorda ha sempre avuto più di qualche difficoltà ad avere titoli degni sulle piattaforme in circolazione. Negli anni si è passati da giochi arcade come Virtua Tennis (divertentissimo, specialmente in sala giochi ma, appunto, ben poco simulativo) a tentativi come Grand Slam Tennis per poi culminare con la saga di TopSpin, uno dei tentativi, specialmente il 4, più riusciti di portare nei pad di tutto il mondo l’esperienza che è una partita di tennis. È perciò molto semplice capire e comprendere l’entusiasmo degli appassionati alla notizia, lo scorso gennaio, dell’uscita di TopSpin 2K25, il primo capitolo della saga dal lontano 2011 (e, ancora di più, alla rivelazione che dall’annuncio all’uscita del gioco sarebbero passati poco più di 3 mesi).

Questa recensione, oggettivamente, arriva in ritardo rispetto al rilascio dell’opera, ma è assolutamente voluto perché credo (e crediamo) che fornirvi un’analisi di TopSpin 2K25 a un mese esatto dall’uscita sia la cosa migliore per parlare dei pregi e dei difetti di questo gioco e fornirvi il giudizio complessivo più ampio e comprensivo possibile.

TopSpin 2K25

TopSpin 2K25 è un gioco che, probabilmente, offre uno dei migliori gameplay – se non il migliore – in circolazione. Non è perfetto, sia chiaro, in particolare la fisica del rimbalzo della pallina sulle varie superfici è ampiamente rivedibile e migliorabile, ma l’esperienza negli scambi è decisamente valida e appagante, a patto di passare diverso tempo a studiare e applicarsi nella Academy guidata da uno stranamente calmo e rilassato (dati i suoi trascorsi sui campi) John McEnroe.

L’Academy è assolutamente fondamentale per capire e imparare al meglio il sistema di controllo dei colpi, basato su potenza e, soprattutto, timing. Avvertenza: causerà frustrazione, e tanta, ma quando si troverà il giro la soddisfazione e l’appagamento saranno notevoli. Purtroppo però le cose davvero positive finiscono qui, perché come sfortunatamente, bisogna ammetterlo, capita spesso coi videogiochi della 2K, il contorno lascia più di un gusto amaro in bocca.

In primis, uno dei grandi problemi di questo titolo è il roster di tennisti, davvero troppo scarno. Certo, il discorso licenze è spinoso, ma è veramente un peccato che ci siano solamente 25 tennisti in tutto tra uomini e donne, di cui quasi un terzo leggende come Roger Federer, Andre Agassi, Pete Sampras o il già menzionato McEnroe, che riduce ulteriormente il range di tennisti attuali disponibili (e su alcuni onestamente ci sarebbe anche molto da ridire relativamente alla somiglianza, va detto). Dal nostro punto di vista nazionalista, molto grave l’assenza dell’attuale numero 2 del mondo Jannik Sinner. Presente invece Matteo Berrettini, quantomeno a garantire una seppur sparuta presenza del tricolore nelle possibilità di scelta.

Un roster così poco ampio ovviamente va anche a condizionare la modalità carriera, con molti dei tornei disponibili che iniziano addirittura dai quarti di finale, totalmente irrealistico per chi segue abitualmente i tornei ATP e WTA. Per i tornei del Grande Slam, questi regolarmente presenti con licenza e loghi ufficiali, si entra invece dai sedicesimi di finale (che nella realtà corrispondono al terzo turno). Inoltre, la totale assenza di una suite Community Creation dove poter creare e condividere tennisti come succede per esempio con i wrestler nella serie WWE 2K o come succede con roster, slider e giocatori creati in NBA 2K, non aiuta di certo a sopperire l’assenza di un roster nutrito di tennisti. AO Tennis 1 e 2, che pur non brillano come gameplay, con pochissimi clic permettono di scaricare pack completi anche della top 200 dei ranking ufficiali maschili e femminili per poter popolare la modalità carriera con giocatori reali, tutti con i loro diversi stili di gioco e caratteristiche.

La carriera però, purtroppo, soffre anche di altri problemi. Su tutti l’eccessivo utilizzo di energie per il nostro tennista, a tutti i livelli. È praticamente impossibile completare due tornei di fila senza infortuni e il livello di energia disponibile cala drasticamente già anche solo due partite nello stesso torneo, anche qui ben poco realistico e anche, diciamolo, credibile. Vero che molti tennisti non riescono ormai a disputare tutto il tour durante l’anno (Djokovic e Sinner ne stanno dando ampia dimostrazione in questo 2024) ma, bisogna dirlo con onestà e a malincuore, siamo piuttosto lontani da un’esperienza realistica.

Abbastanza inspiegabile anche l’esigenza forzosa da parte del gioco di essere costantemente online anche per utilizzare modalità offline come la carriera. Sono piuttosto numerosi ormai gli screenshot (specialmente sul sub-reddit ufficiale di Top Spin) di giocatori che non possono accedere alla loro carriera e al loro giocatore creato semplicemente perché i server della 2K sono offline, problema cronico che ormai la software house si porta dietro da anni nelle sue serie sportive.

 

Male anche la modalità online, purtroppo. Proprio pochi giorni prima di andare online con questo articolo è finalmente stata rilasciata la patch che ha abilitato la possibilità di sfidare e invitare i propri amici per una sfida all’ultimo rovescio. Prima ci si poteva solo affidare al caso e sperare di non incontrare avversari propensi al “rage quit” in caso di difficoltà. Esiste un ranking online ma, almeno in questo momento, sembra essere ancora un po’ troppo condizionato dalle microtransazioni e da un grinding forse eccessivo. Peraltro, almeno fino alla patch del 9 maggio dove è stata pesantemente nerfata, Maria Sharapova era di gran lunga la giocatrice più selezionata online proprio a causa di uno status vicino all’onnipotenza tennistica (che peraltro non ha mai avuto neanche al top della sua carriera).

Nonostante però un’ampia dose di difetti e di delusione, soprattutto alla luce di un’assenza dagli schermi della saga di ben 13 anni, per il lato non direttamente legato al gameplay, è proprio l’esperienza della partita nuda e cruda a offrire il maggior ottimismo per il futuro della saga, se vorrà essere esplorato. La base è davvero ottima e già a buonissimo livello di realismo, va solo puntellato qualche spigolo e migliorata la fisica della pallina e la risposta sulle varie superfici (ora di fatto le differenze sono solo sugli scivolamenti dei tennisti che permettono di arrivare un pelo prima o un pelo dopo a seconda della superficie, ma la pallina rimbalza e viaggia esattamente allo stesso modo sia sulla terra che sul cemento). Spiace, ma pensandoci non è una sorpresa contando l’andazzo dei videogiochi sportivi nell’ultimo quinquennio, che la modalità carriera sia stata quella più trascurata e raffazzonata nei dettagli e nel realismo. Assolutamente invece da migliorare il più presto possibile il discorso licenze dei tennisti. Troppo, troppo poche. Si può e si deve fare meglio.

L’annuncio che i server di TopSpin 2K25 verranno spenti a dicembre 2026 fa supporre che il piano di Take Two sia un’uscita annuale della saga, in linea con gli altri titoli sportivi della casa. Speriamo che sia così, che si sappia costruire dal buono che comunque è presente e che, con un po’ di malizia, la concorrenza con Tie Break (videogioco ufficiale dei tour ATP e WTA presente, a ora, solo in Early Access su Steam ma che entro fine anno arriverà anche su console) possa dare a 2K quel pepe necessario per migliorare la propria proposta e di offrire un prodotto sempre più completo e sempre più vicino a quello che è questo sport meraviglioso che, grazie ai successi dei nostri atleti, sta vivendo un momento di particolare grazia nel nostro Paese.


TopSpin 2K25 è ora disponibile su PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X|S e PC Windows. Di seguito il trailer di lancio del gioco:

RASSEGNA PANORAMICA
TopSpin 2K25
7
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topspin-2k25-il-ritorno-del-gioco-di-tennis-simulativo-di-casa-2k-recensioneTopSpin 2K25 è un videogioco a due facce: ha una buonissima base tecnica su cui costruire per i capitoli futuri, con un sistema di controllo e un gameplay di eccellente livello, specialmente comparati alla concorrenza (peraltro scarna). Il rovescio della medaglia è, sfortunatamente, tutto il contorno: dal roster, veramente troppo scarno di nomi (specialmente considerando chi c’è al top delle classifiche mondiali in questo momento) a una carriera forse troppo dipendente dall’online e che richiede un grinding probabilmente eccessivo. Se siete appassionati di tennis in questo momento, purtroppo o per fortuna (e attendendo Tiebreak, in arrivo anche su console) non c’è di meglio ma, contando che stiamo parlando di un videogioco a prezzo pieno, un po’ di delusione dato anche il blasone del titolo crediamo sia legittima. Come detto però c’è una buonissima base su cui costruire e, se si migliorerà quello che ha funzionato meno, già il prossimo anno avremo progressi evidenti.

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