Fondata nel 2018 dall’imprenditore Tony Khan e dal padre Shahid (proprietari dei Jacksonville Jaguars e del Fulham), insieme ai lottatori Cody Rhodes, Matt Jackson, Nick Jackson e Kenny Omega, la All Elite Wrestling in pochi anni si è imposta nel mercato del Pro Wrestling Nord Americano, ponendosi sin da subito come vera e propria concorrenza alla celebre WWE della famiglia McMahon. Molte sono state le compagnie di Wrestling a nascere negli anni, come la TNA o la ROH, ma nessuna è mai riuscita a rivaleggiare con la Word Wrestling Entertainment come negli anni ’90 fece la WCW, nessuna fino ad ora. Sebbene il clima della Monday Night War sia ben lontano, la AEW si è posta come alternativa alla WWE, forte anche di wrestler del calibro di CM Punk, Jon Moxley, Bryan Danielson, Chris Jericho e i fondatori Kenny Omega e gli Young Bucks.

Proprio come la federazione, fin dal suo annuncio, datato 2020, AEW: Fight Forever si è posto come un’alternativa a WWE 2K, scegliendo una vena più arcade alla simulazione della controparte, ispirandosi a WWF No Mercy, gioco del 2000 per Nintendo 64 pubblicato da THQ molto amato dagli appassionati di lunga data. E così, sotto la supervisione del vicepresidente esecutivo della federazione Kenny Omega, sviluppato da Yuke’s, software house che per quasi 20 anni ha lavorato ai giochi della WWE, e distribuito da THQ Nordic debutta il 29 giugno 2023 su PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X/S, Nintendo Switch e PC AEW: Fight Forever.

AEW: Fight Forever

Dopo essere stati accolti dalla sigla di Dynamite, lo show principale della compagnia, nel suo menù AEW: Fight Forever presenta sei schermate: Exhibition, Online, Custom, Road to Elite, Challenges e Shop. In Exhibition troviamo tutte le modalità di gioco, come i vari tipi di Match, dal 1-on-1 al Ladder Match, passando per la Casino Battle Royale all’Exploding Barbed Wire Death Match, i Minigiochi e la modalità Training. In Online potremo collegarci con i nostri amici per delle sfide multigiocatore, mente in Custom potremo personalizzare i wrestler presenti nel gioco o crearne uno da zero. La Road to Elite è invece la modalità storia del gioco, in cui potremo interpretare un wrestler AEW o il nostro personaggio creato e affrontare il primo anno di vita della compagnia. Concludiamo con due sezioni legate tra di loro, Challenges dove troviamo le sfide che completandole ci forniranno del denaro da spendere nello Shop, in cui troviamo personaggi, mosse, ingressi, taunt e molto altro.

Gameplay e Grafica

Come detto in precedenza AEW: Fight Forever è un gioco arcade dall’aspetto retrò, dunque ogni paragone con WWE 2K sarebbe inutile e poco costruttivo. Il titolo della federazione di Tony Khan vuole essere un’alternativa ai giochi 2K, promettendo un titolo dal gameplay “facile da giocare ma difficile da masterare” come quello dei vecchi giochi di wrestling. La scommessa è però riuscita solo a metà. Il gioco sviluppato da Yuke’s, nonostante una certa legnosità nei movimenti ed un evidente problema di input lag, è facile da giocare, il classico gioco arcade da qualche match tra amici e via, ma nasconde difficoltà artificiali, non legate ad una reale difficoltà del titolo, o una difficoltà nel “masterarlo”, ma più a vere e proprie carenze strutturali. Nello specifico ci riferiamo alla meccanica di reverse delle mosse e al button mashing per uscire dagli schienamenti e dalle sottomissioni, meccaniche “complesse” poiché non forniscono al giocatore punti di riferimento, come un timing preciso in cui premere il tasto per eseguire una contromossa o una barra che mostra la progressione del kick-out da uno schienamento o da una presa di sottomissione.

Il moveset dei wrestler, molto risicato e un po’ ripetitivo, si compone di pugni, calci, quattro mosse con presa, alcune mosse all’angolo, in corsa e dalla terza corda. In aggiunta troviamo la Signature, mossa speciale del wrestler, e la Super, la mossa finale. Queste due mosse sono strettamente legate tra di loro; infatti dopo aver messo a segno un buon numero di mosse contro l’avversario, la barra si caricherà al massimo permettendoci di eseguire la Signature del wrestler, potremo però usare una taunt per sbloccare la Super. In questa meccanica risiede però anche uno dei problemi che rende il titolo fin troppo semplice, poiché, anche se la utilizzeremo, la Signature resterà caricata finché non subiremo dei colpi, permettendoci dunque di eseguire un numero infinito di Signature prima di effettuare l’esultanza e finire il nostro avversario con la Super, o più semplicemente schienare il nostro avversario dopo una serie devastante di Signature.

La difficoltà generale del titolo è medio/bassa, dopo le prime ore di gioco siamo stati costretti a settare verso l’alto la difficoltà alla ricerca di un po’ di sfida e di match dalla durata maggiore di 2 minuti. A quel punto i match sono diventati un po’ più lunghi, ma la difficoltà non cambiata di molto a causa di un’intelligenza artificiale scordinata e poco reattiva. Completando la modalità “Road to Elite” si sbloccherà la difficoltà Elite che renderà davvero le cose più difficili, anche se i problemi riscontrati nella IA restano invariati.

Dal punto di vista grafico il gioco si presenta con un aspetto molto retrò, volutamente retrò, in cui però troviamo un notevole downgrade rispetto alle prime immagini mostrate anni fa. La scelta di adottare uno stile comunque realistico si scontra con delle texture poco definite ed una gestione delle luci non ottimali, che fanno sembrare i lottatori delle action figures di plastica più che dei personaggi in carne ed ossa. Il titolo avrebbe sicuramente giovato di una direzione artistica più ispirata, che avrebbe potuto sopperire con delle scelte stilistiche  alle evidenti lacune tecniche del titolo, non riconducibili solamente alla volontà di realizzare un gioco vecchio stampo.

AEW: Fight Forever

I Match

In AEW: Fight Forever troviamo 9 tipologie di match, ovvero 1-on-1, Tag Team Match, 3-Way Match, 4-Way Match, Lights Out Match, Falls Count Anywhere, Ladder Match, Exploding Barbed Wire Death Match e Casino Battle Royale. Nulla di particolare da segnalare su i match 1-on-1 e i Falls Count Anywhere, sono classici match uno contro uno, un po’ brevi se giocati in buona parte delle difficoltà. Stessa cosa vale per i 3-Way, 4-Way e Ladder. Nei Tag Team match iniziano a subentrare dei problemi, in quanto l’intelligenza artificiale dei wrestler all’angolo li porta troppo spesso ad interferire nel match e girovagare intorno al ring, rendendo fin troppo complesso dare il cambio al compagno o mettere a segno lo schienamento vincente.

Ma arriviamo alle 3 stipulazioni caratteristiche della AEW. La Casino Battle Royale è senza dubbio il match più deludente, poiché differisce drasticamente dalle meccaniche del match reale a causa di una scarsa potenza del motore di gioco. La Casino Battle Royale non è una semplice Battle Royale, poiché nelle sue regole fondono quelle di una Battle Royale a quelle della Royal Rumble. Infatti nella Casino Battle Royale i 21 partecipanti vengono divisi in 4 gruppi da cinque, il primo gruppo inizia il match mentre i restanti entreranno in gruppo nel match a distanza di 3 minuti un gruppo dall’altro. L’ultimo ad entrare sarà il lottatore che ha pescato la carta del Joker. A causa però di un motore di gioco poco performante che permette la presenza in contemporanea nel ring di solo 4 wrestler, il match inizierà con quattro lottatori nel quadrato e, solo dopo la prima eliminazione, un altro contendente entrerà nel ring, trasformando di fatto il match in una semplice Royal Rumble.

AEW: Fight ForeverIl Lights Out Match è invece il match su cui gli sviluppatori hanno lavorato maggiormente ed infatti risulta il più divertente da giocare. Questo è sostanzialmente un match senza squalifiche che, grazie alla presenza di oltre 40 armi, permette al giocatore di sbizzarristi. Potremo prendere un sacchetto di puntine, rovesciarlo a terra e schiantarci il nostro avversario, oppure incendiare un tavolo e lanciarci sopra il nostro sfidante, o ancora colpirlo in sella da uno skateboard. Grande pecca di questo match è l’impossibilità di scegliere l’oggetto da estrarre da sotto il ring. Infatti una volta premuto il tasto ci verrà assegnato un oggetto randomico, questo va ad intaccare un po’ un match tutto sommato divertente da giocare. Arriviamo poi al Exploding Barbed Wire Death Match, match con del filo spinato sulle corde e cariche esplosive. Partiamo con il dire che abbiamo apprezzato la scelta di inserire sia l’esplosione fatta bene che quella botchata (definita “Storica” nel gioco) di Revolution 2021. Molto meno apprezzata la durata del timer. Infatti avremo solo 2 minuti per mettere a segno lo schienamento vincente prima che il “ring esploderà”. Peccato che, dopo l’esplosione, il match prosegua come se nulla fosse successo. Anche qui, come per la Casino Battle Royale, troviamo uno stravolgimento del match originale. In questo caso bastava settare il timer a 4/5 minuti e, in caso di esplosione del ring, far terminare il match in pareggio.

Tutti i match sono anticipato dagli ingressi dei lottatori. Come in WWF No Mercy, anche in AEW: Fight Forever i wrestler non eseguono un’entrata completa, ma si fermano all’inizio della rampa. Mentre i lottatori entrato potremo azionate i fuochi d’artificio e gli effetti premendo i 4 tasti del pad e cambiare angolazione alla telecamera, un aggiunta che abbiamo apprezzato. Nel post match il nostro incontro verrà valutato con un voto da 0 a 5 stelle (anche se è possibile sforare le 5 stelle) e verremo ricompensati con del denaro utile per sbloccare gli elementi presenti nello shop.

Il Roster e le Creazioni

Il roster di AEW: Fight Forever è composto da 52 lottatori, di cui 2 sbloccabili fin da subito nello shop (Cody Rhodes e l’arbitro Aubrey Edwards) e tre ottenibili completando la Road to Elite (Brodie Lee, Owen Hart e Paul Wight). A questi si aggiungono 2 versioni di Matt Hardy ottenibili preordinando il gioco e i 6 wrestler del primo season pass, ovvero gli FTR (disponibili al lancio), Hook, Danhausen, Keith Lee e The Bunny. Altri wrestler arriveranno in futuro visto che Yuke’s ha già annunciato di non aver intenzione di rilasciare un gioco all’anno ma continuare a supportare questo per lungo tempo. Nonostante questo al lancio il roster risulta molto incompleto e datato, vista l’assenza di wrestler come Christopher Daniels, Evil Uno, Stu Grayson, Jake Hager, gli Acclaimed, Shawn Spears, Toni Storm, Claudio Castagnoli, Jamie Hayter, molti dei quali presenti sin dal giorno uno della federazione.

Queste assenze non sarebbero un grande problema se il gioco fornisse al giocatore un buon editor per le creazioni. Da sempre la community videoludica si sbizzarrisce creando il proprio wrestler oppure lottatori non presenti nei giochi, fino ad arrivare nel recente WWE 2K23 a creazioni che supera in fedeltà e bellezza i modelli creati dal team del gioco. Sfortunatamente però l’editor di AEW: Fight Forever e estremamente limitato, fornendo al giocatore davvero una manciata di volti, capigliature e indumenti per creare il proprio wrestler. Ma il peggio arriva quando proviamo a customizzare un wrestler presente in gioco, in questo caso potremo assegnargli solamente una t-shirt, non ci sarà permesso aggiungere altro, nemmeno modificare il colore dell’attire predefinito. Infatti l’unico modo per modificare l’attire dei lottatori preesistenti è mediante l’utilizzo delle skin, che rendono dunque forviante e altamente inutile la possibilità di “modificare” un lottatore.

Road to Elite

L’ultima modalità di gioco è la Road to Elite, ovvero la modalità storia di AEW: Fight Forever. Dopo aver scelto con qualche wrestler reale o creato affrontare la storia, verremo chiamati da Tony Khan per prendere parte alla prima Casino Battle Royale di Double or Nothing. Da qui inizierà il nostro percorso lungo un anno, che ci porterà a vivere diversi momenti del primo anno della AEW passando per i 4 PPV della compagni, ovvero All Out, Full Gear, Revolution e Double or Nothing, suddividendo la storia in 4 parti. Ognuna di queste ha tre possibili svolgimenti che ci porteranno ad un differente match in PPV e a rivivere momenti differenti della storia AEW. L’unica storyline che possiamo influenzare noi è la prima, infatti vincendo la Casino Battle Royale saremo catapultati nel main event di All Out per giocarci il titolo mondiale AEW contro Chris Jericho. Tutte le altre invece verranno scelte casualmente dal gioco, senza una reale conseguenza di causa e effetto. Come nel gameplay non è dato sapere al giocatore in che momento premere il tasto per ribaltare una mossa o lo stato del kick-out da uno schienamento, anche nella Road to Elite il gioco forza una longevità fittizia non permettendo al giocatore (soprattutto a quelli completisti) di controllare la propria narrazione, costringendolo a ripetere la stessa identica storia infinite volte al fine di svolgere tutte e le 3 le linee narrative delle quattro parti. Altra scelta discutibile è quella di chiedere al giocatore di perdere il primo match, poiché vincendolo nel prima parte rivivremmo sempre la stessa storia che ci porterà a vincere il titolo AEW.

Ogni parte è composta da 4 settimane, nelle quali, oltre a lottare nello show settimanale e in PPV, potremo allenarci per migliorare le statistiche del nostro lottatore, andare a mangiare fuori per recuperare salute, partecipare a conferenze stampa e talk per accrescere la nostra popolarità, visitare i monumenti delle città e giocare ai Minigiochi. Fino ad ora non vi abbiamo parlato di questa feature su cui si è spinto molto durante la campagna marketing del gioco proprio perché i Minigiochi sono parte integrante della Road to Elite. All’inizio del gioco avremo sono 4 Minigiochi sbloccati nel menu, gli altri si sbloccheranno tramite la Road to Elite. In totale sono presenti nel gioco 15 Minigiochi, mentre altri 4 verranno aggiunti prossimamente con il season pass. Per vivere al meglio la Road to Elite consigliamo di giocarla con un personaggio creato, poiché giocando con un wrestler reale non ci verrà permesso di potenziare il wrestler, sbloccare nuovi slot per le Signature e le Finisher, rendendo inutili buona parte delle attività che svolgeremo durante la storia.

In conclusione, AEW: Fight Forever risulta una grande occasione mancata. Con il suo primo gioco la All Elite Wrestling ha deciso di accontentare i fan che volevano a gran voce il ritorno di un titolo più arcade sulla falsariga di WWF No Mercy, ma la trasporre quasi 1:1 un gioco di ben 23 anni fa è la grande condanna di questo titolo. L’effetto nostalgia si infrange contro il peso degli anni, mostrando il fianco a problemi strutturali insiti nella sua natura di rip-off. L’idea di riportare nei giorni di oggi un gioco di wrestling più arcade e retrò era assolutamente valida, il problema è però l’esecuzione, pigra e poco ispirata, che restituisce un titolo vecchio in moltissimi aspetti, dal gameplay alla resa grafica, con una longevità davvero molto limitata (soprattutto in prospettiva di una vita piuttosto lunga per il titolo preventivata dagli sviluppatori). Per risultare un prodotto vincente AEW: Fight Forever avrebbe dovuto portare l’arcade vecchio stile nel 2023, ammodernandolo rendendolo al passo con i tempi, e non portare il gioco indietro nel tempo.


AEW: Fight Forever sarà disponibile su PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X/S, Nintendo Switch e PC dal 29 giugno 2023 in edizione standard (al prezzo di 59,99€) e Elite Edition (al prezzo di 79,99€).

RASSEGNA PANORAMICA
AEW: Fight Forever
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Classe '93, di professione illustratore e graphic designer. Sin da piccolo appassionato di fumetti, serie tv, cinema e videogiochi, passioni che con il tempo mi hanno portato a voler condividere le mie opinioni con gli altri e mettere in piedi questo progetto. Dal 2016 fondatore e caporedattore di RedCapes.it
aew-fight-forever-il-primo-gioco-della-all-elite-wrestling-e-unoccasione-mancata-recensioneAEW Fight Forever risulta una grande occasione mancata. Con il suo primo gioco la All Elite Wrestling ha deciso di accontentare i fan che volevano a gran voce il ritorno di un titolo più arcade sulla falsariga di WWF No Mercy, ma la trasporre quasi 1:1 un gioco di ben 23 anni fa è la grande condanna di questo titolo. L'effetto nostalgia si infrange contro il peso degli anni, mostrando il fianco a problemi strutturali insiti nella sua natura di rip-off. L'idea di riportare nei giorni di oggi un gioco di wrestling più arcade e retrò era assolutamente valida, il problema è però l'esecuzione, pigra e poco ispirata, che restituisce un titolo vecchio in moltissimi aspetti, dal gameplay alla resa grafica, con longevità davvero limitata.

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