Il 4 settembre arriva su Netflix Away, nuova serie originale della piattaforma con protagonista l’attrice premio Oscar Hillary Swank (Boys Don’t Cry, Million Dollar Baby). La serie, composta da dieci episodi, è allo stesso tempo un dramma familiare e un’avventura dai risvolti fantascientifici che mette in mostra la fragilità dell’essere umano nello spazio e soprattutto sulla Terra.

Emma (Hillary Swank) è la comandate della Missione Atlas I, missione NASA con il compito di portare i primi uomini su Marte. Per raggiungere il pianeta rosso occorreranno tre anni ed Emma sarà costretta a lasciare sulla Terra la famiglia, composta da suo marito Matt (Josh Charles) e sua figlia Alexis (Talitha Bateman). Emma sa che la missione ha il 50% di probabilità di riuscita, ma è nata per questo e decide di partire insieme ad un variegato gruppo di quattro astronauti tra i quali il botanico Kwesi, l’ingegnere Misha, il chirurgo e pilota Ram e la chimica Lu. La distanza dalla sua famiglia si farà subito sentire e mentre la missione avanza la vita sulla Terra va avanti, portando con sé le conseguenze che questa implica ed Emma, insieme ai membri del suo equipaggio, non potrà far altro che essere spettatrice di questi momenti che inesorabilmente sfuggono dalle loro mani a milioni di chilometri di distanza, in un ambiente spaziale non privo di rischi.

Away, la nuova serie originale Netflix creata da Andrew Hinderaker, esplora diversi generi cari alla televisione seriale, in una commistione originale non priva però di alcuni cliché. Nella serie si mescolano il dramma familiare, il teen drama e la fantascienza, ma specialmente quest’ultima si lega alla serie in un modo non canonico. Dopo aver prodotto e forse rinnovato per una seconda stagione Space Force, Netflix decide di tornare anche con questo prodotto nello spazio, abbandonando però la comicità della sitcom con protagonista Steve Carell e soffermandosi su quanto sia dura e difficile la vita degli astronauti a milioni di chilometri da casa e di tutti quelli che lasciano sulla Terra. Una fantascienza particolare lontana da alieni, guerre galattiche o strani virus extraterrestri, quella di Away, che invece si concentra proprio sulle emozioni, sul superamento della perdita (anche se forse solo temporanea) dei cari e sull’impossibilità di poter fare qualcosa anche quando se ne sente di più il bisogno, un po’ come era stato fatto da Christopher Nolan in Interstellar. Non è un caso che la serie si chiami Away – distanti, così come sono distanti i personaggi, le loro relazioni i loro cuori. Oltre ad affrontare le fatiche della navicella, Emma dovrà affrontare a una distanza inimmaginabile la malattia improvvisa del marito, la crescita della figlia Lexie nel pieno della sua adolescenza e potrà essere presente solo tramite sporadiche mail o qualche audio vocale. Gli stessi problemi saranno condivisi anche dagli altri membri della missione i quali, come la protagonista, hanno lasciato sulla Terra i loro affetti più cari.

Away segue un po’ l’insegnamento che aveva dato Lost all’inizio degli anni 2000. In una vicenda ambientata nel presente, inserisce flashback sul passato del personaggio in modo da approfondirlo e comprendere la motivazione per la quale in quel momento sta agendo in quel modo. Ogni puntata si concentra sull’approfondimento di un personaggio in particolare mostrandone le sfaccettature positive e negative. In tutto questo si mescolano le vicende della famiglia della protagonista sulla Terra che caratterizzano la seconda linea narrativa della storia. Non mancano però alcuni cliché tipici delle serie drammatiche, espedienti narrativi già visti che in alcuni momenti tendono a rallentare l’azione. Sicuramente le parti più adrenaliniche sono quelle ambientate nello spazio, ma anche qui alcuni momenti estremamente prolissi tendono a rallentare la scorrevolezza del prodotto. Si badi bene, non si tratta assolutamente di una serie lenta e noiosa, anzi alcuni momenti risultano decisamente adrenalinici: il problema potrebbe essere legato ad un montaggio che, specialmente nelle prime puntate, rende il tutto un po’ confusionario. Al contrario gli effetti visivi, la colonna sonora e gli effetti speciali sono di buona fattura, uniti soprattutto alle performance degli attori, sulle quali spicca quella della Swank. Tutti gli interpreti della serie sono credibili nelle loro vesti e assolutamente a loro agio, riescono a trasmettere emozioni e non mancheranno momenti capaci di commuovere.

Già dall’inizio si riesce ad entrare in empatia con la maggior parte dei personaggi, si entra nel loro mondo, nella loro storia e si tifa affinché la missione sia portata a compimento. Anche i personaggi secondari sono ampiamente esplorati ed inseriti nel contesto non solo come personaggi macchietta o da contorno, ma come persone che hanno realmente qualcosa da raccontare, da trasmettere. Il polo centrale della serie, come già anticipato, è Emma, qui magistralmente interpretata da una Hillary Swank capace poche volte di deludere con le sue performance. Emma è un’astronauta, ma è anche una madre, che ha vissuto in un mondo fatto di soli uomini, ha iniziato una carriera che non avrebbe mai immaginato la portasse dove si trova ora, inevitabilmente però non dimentica gli affetti lasciati sulla Terra, i suoi unici punti cardinali, quelli che davvero permetteranno a lei ed il suo equipaggio di arrivare (forse) su Marte.

Una seconda stagione di Away sembra essere quasi obbligatoria: dopo una prima che sapientemente ha saputo presentare ed introdurre i personaggi principali, ci aspettiamo che il seguito si concentri maggiormente sull’azione che per tutta la prima parte è sembrata essere smorzata continuamente per dare spazio a momenti emotivi e drammatici. Detto ciò la serie non deve assolutamente abbandonare la commistione di generi che la caratterizza, deve forse puntare sulla dinamicità sia fantascientifica, sia emotiva che, come abbiamo visto nelle scene centrali della prima stagione, riescono ad intrattenere e a tenere con il fiato sospeso.


Away sarà disponibile su Netflix a partire dal 4 settembre e vede nel cast: Hilary Swank, Ato Essandoh, Mark Ivanir, Ray Panthaki, Vivian Wu, Talitha Bateman e Josh Charles. Di seguito potete vedere il trailer italiano ufficiale:

RASSEGNA PANORAMICA
Away
6.8
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Classe 1995, laureato in critica cinematografica, trascorro il tempo tra un film, una episodio di una serie tv e le pagine di un romanzo. Datemi un playlist anni '80, una storia di Stephen King e un film di Wes Anderson e sarò felice.
away-dramma-familiare-e-fantascienza-nella-nuova-serie-netflix-con-hillary-swank-recensioneAway è una serie che mescola fantascienza, dramma adolescenziale e dramma familiare in una commistione interessante ma non priva di alcuni cliché. Il punto di forza sono senza dubbio le interpretazioni del cast sulle quali spicca quella di Hillary Swank che perfettamente riesce a vestire i panni della comandante della nave spaziale. Con un inizio un pò confusionario la serie non punta alla spettacolarizzazione dell'azione ma preferisce approfondire i legami tra le persone che inevitabilmente si trovano a milioni di kilometri di distanza e che devono appoggiarsi a qualcosa di concreto pur di riuscire a continuare nella loro missione.

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