Dopo il grande successo di Parasite, vincitore di quattro premi Oscar nel 2019, il grande pubblico ha cominciato a mostrare interesse verso i precedenti film del regista sudcoreano Bong Joon-ho. Nel 2021 infatti, a dodici anni dalla sua uscita, fu distribuito nelle sale italiane Madre (2009), mentre ora è il momento di Cane che abbaia non morde, sua prima opera datata 2000. Con sette lungometraggi, una Palma d’oro, quattro Oscar, Bong Joon-ho, 53 anni, è diventato uno dei cineasti più importanti del nostro tempo. La sua riflessione sulla frattura sociale (al centro di Parasite ), o sul disastro ecologico annunciato (Snowpiercer e Okja), è sempre accompagnato da un gusto per il cinema spettacolare, dove la gravità compete costantemente con la farsa.

Bong Joon-ho non ha mai incontrato un genere che non potesse sovvertire. Per quasi 20 anni, il regista sudcoreano ha realizzato film che abbracciano ogni categoria. Memories of Murder (2003), il poliziesco che lo ha reso una star nel suo paese, si distingue per come mescola la malinconia con la satira pungente. The Host (2006), un enorme successo crossover che infrange ogni regola dei film di mostri. Snowpiercer (2013) e Okja (2017), due allegorie fantascientifiche in lingua inglese, tanto divertenti quanto terrificanti. Ed ora siamo in attesa del suo ultimo lavoro che uscirà nel 2024, il regista infatti ha da poco concluso le riprese del suo nuovo film Mickey 17. Opera di fantascienza tratta dal romanzo di Edward Ashton, che vede tra i protagonisti grandi nomi come Robert Pattinson, Toni Collette, Mark Ruffalo e Steven Yeun.

Cane che abbaia non morde (Peullandaseu-ui gae) è una commedia nera pungente con una storia molto semplice al suo interno. In un complesso residenziale dove i cani sono proibiti, un aspirante professore universitario Go Yun-jun (Lee Sung-jae) è frustrato dal fatto di non essere ancora riuscito a farsi assegnare una cattedra ed è esasperato dall’abbaiare di un cane, decide quindi di cercarlo per farlo tacere per sempre. Nel frattempo, la giovane Hyeon-Nam (Bae Doo-na), in cerca di notorietà, decide di mettersi alla ricerca del rapitore di cani per diventare la paladina del quartiere. Le strade dei due protagonisti ovviamente si incroceranno. Da questo punto di partenza si sviluppa una commedia nera, che unisce ironia e dramma, e accenna a una certa insoddisfazione per il proprio ambiente sociale. Leggi infrante, corruzione universitaria e incomprensioni coniugali sono gli ingredienti principali della pellicola. Nonostante sia il film di debutto di Bong Joon-ho presenta già alcune delle caratteristiche tipiche della filmografia del regista, come la tematica della critica alla società classista coreana, ossessionata dalla scalata sociale e dal profitto a tutti i costi. Il regista difatti ci mostra, attraverso personaggi normalissimi, una Corea del Sud in pessime condizioni (nel 2020): un’economia traballante, un alto tasso di disoccupazione, corruzione dell’amministrazione e dei dipendenti pubblici, un popolo che non riesce a trovare il proprio orientamento, preso in una corsa frenetica verso il capitalismo.

Cane che abbaia non morde non è il più memorabile dei film di Bong, ma vale ancora la pena guardarlo. La regia misurata e originale, che diverrà più personale nelle opere successive, qui rende al meglio il clima di commedia non del tutto spensierata, ma risulta assai più pesante a causa dell’incredibile realismo dei personaggi e delle loro banali vicissitudini. La regia vuole essere molto sobria, una periferia triste come sfondo, luci naturali che rendono l’immagine un po’ spenta ma realistica, nessun artificio che inquina il film. Un risultato modesto quindi, senza pretese, che può finire per annoiare il suo pubblico con la sua moderazione, le sue lunghezze e le sue inquadrature talvolta azzardate. Siamo di fronte a un film pieno di personaggi bizzarri, o se vogliamo dirla in altro modo, personaggi normali le cui stranezze vengono mostrate senza pietà. Un film che sembra navigare senza meta, in termini di genere specifico. A volte è un dramma e altre volte una commedia nera. Drammatico perché il tema dei cani assassinati è trattato con una freddezza che quasi spaventa, avendo anche alcune scene forti, un po’ difficili da sopportare, soprattutto per un amante degli animali. Anche se il film si apre con una didascalia che assicura che nessun cane è stato maltrattato sul set, alcune scene sono davvero difficili da guardare.

Cane che abbaia non morde è quindi una commedia grottesca con pennellate di humor e dramma. Una commedia nera che si diverte a rimescolare i propri codici. Come il suo personaggio principale che è più detestabile che accattivante, ma che alla fine ottiene ciò che vuole; un racconto dove la malvagità non viene punita e la gentilezza non viene ricompensata. La trama della storia mantiene il suo retrogusto agrodolce fino all’ultima immagine, senza un lieto fine concordato che capovolga la situazione. Girato con pochi mezzi, Bong Joon-ho offre il suo sguardo feroce e comico sulla società coreana: gli uomini mordono, non i cani!


Cane che abbaia non morde è ora disponibile a cinema, per la prima volta in Italia, in versione originale sottotitolato in italiano distribuito da P.F.A. Films ed Emme Cinematografica. Di seguito il trailer ufficiale del film:

RASSEGNA PANORAMICA
Cane che abbaia non morde
6.5
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cane-che-abbaia-non-morde-il-primo-lungometraggio-di-bong-joon-ho-regista-di-parasite-recensioneCane che abbaia non morde è quindi una commedia grottesca con pennellate di humor e dramma. Una commedia nera che si diverte a rimescolare i propri codici. Come il suo personaggio principale che è più detestabile che accattivante, ma che alla fine ottiene ciò che vuole; un racconto dove la malvagità non viene punita e la gentilezza non viene ricompensata. La trama della storia mantiene il suo retrogusto agrodolce fino all'ultima immagine, senza un lieto fine concordato che capovolga la situazione. Girato con pochi mezzi, Bong Joon-ho offre il suo sguardo feroce e comico sulla società coreana: gli uomini mordono, non i cani!

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