Il 24 Aprile, dopo una febbrile attesa che va avanti dalla Mostra del Cinema di Venezia 2023, dove il film avrebbe dovuto inaugurare la kermesse cinematografica ma a causa degli scioperi dell’anno scorso è stato rimandato, arriva al cinema Challengers, nuovo lungometraggio di Luca Guadagnino (Call Me By Your Name, Suspiria) con protagonista un trio delle meraviglie composto da: Zendaya – anche produttrice del film -, Josh O’Connor e Mike Faist. Il film è una produzione MGM e Amazon Studios e distribuito da Warner Bros, la sceneggiatura è affidata a Justin Kuritzkes, marito dell’acclamata regista di Past Lives, Celine Song, il quale ha lavorato anche al prossimo film di Guadagnino, Queer con Daniel Craig e Drew Starkey. Grazie a Warner Bros. Italia abbiamo potuto assistere all’anteprima del film e di seguito vi riportiamo il nostro parere.

Challengers racconta la storia di Tashi Duncan, ex prodigio del tennis che diventa allenatrice; una vera forza della natura, che non chiede scusa per nulla dentro e fuori dal campo. Sposata con Art, un campione in serie negativa (Mike Faist), la strategia di Tashi per la rinascita del marito prende una svolta sorprendente quando l’uomo si trova ad affrontare Patrick (Josh O’Connor) ex miglior amico ed ex fidanzato di Tashi. Tensioni e scontri aumentano. Tashi Duncan si chiederà a quale costo si vince.

A suon di S&M di Rihanna è stato presentato il primo trailer del film con un’atmosfera che avrebbe dovuto far intuire la direzione che la pellicola avrebbe preso. Una stanza d’albergo, tre ragazzi prestanti, un threesome forse, un match all’ultimo colpo, un infortunio, un viaggio nel tempo alla scoperta di cosa è realmente accaduto dopo il fatidico incontro di quella notte. Challengers, diretto da Luca Guadagnino per volere della stessa Zendaya, è interpretato da Josh O’Connor (La Chimera) e Mike Faist (West Side Story) entrambi voluti dall’attrice protagonista – e produttrice – a conti fatti è sicuramente la pellicola presentata dal trailer, ma decisamente meno sboccata e più introspettiva. Art e Patrick sono amici d’infanzia, hanno condiviso momenti di vita importanti e nulla sembra poterli dividere, solo l’arrivo dell’uragano Tashi, stella del tennis, campionessa mondiale e affascinante ragazza potrebbe mettere in bilico il duraturo rapporto tra i due.

Il tennis è come una relazione” è questa la battuta più importante di tutto il film dove lo sport non è altro che la metafora di un rapporto caratterizzato da continui rimbalzi e battute che vedono i protagonisti sbattersi da una parte all’altra del campo come la pallina verde del gioco. Ma andiamo con ordine. Il film inizia nel 2019, Art e Tashi sono una coppia sposata con una piccola bambina, gli insuccessi di lui e il tragico infortunio di lei, avvenuto in giovane età, si riflettono sulla vita presente tanto che Tashi decide di far inscrivere Art ad una competizione “Challenger”, il livello più basso delle competizioni per ridargli quella scintilla persa da tempo. Qui, in modo del tutto inaspettato, il tennista si ritroverà a scontrarsi con Patrick, suo ex migliore amico, nonché ex di Tahi e rivale in amore (e in campo) a tutto tondo. Una relazione conflittuale che vede nel match il punto più alto di sfida. Ed è così che all’inizio della partita si è riportati indietro nel tempo, nel momento della giovinezza, in cui tutto ha iniziato a formarsi, ma allo stesso tempo a deteriorarsi.

Guadagnino mette in scena un melodramma che si sviluppa su tre linee temporali – il presente, il passato e il tempo di mezzo – in una costruzione che esula delle leggi della consecutio temporum, facendo rimbalzare le linee narrative da un momento del racconto ad un altro, innescando quel dinamismo tipico del gioco del tennis. Purtroppo non sempre però questa scelta risulta vincente. Il montaggio, specialmente nella seconda parte del film, si fa inutilmente confusionario, quasi a voler distogliere completamente l’attenzione su ciò che viene narrato per mantenere intatto l’escamotage che chiameremo “della pallina”. Un intreccio che finisce per gravare non solo sullo sviluppo della storia ma anche su quello dei personaggi che a un certo punto sembrano non aver più nulla da raccontare. L’intera pellicola si basa sulle performance di dei tre attori protagonisti, i personaggi secondari sono quasi del tutto assenti e nonostante la caratterizzazione di ognuno di loro sia centrata, quello che manca è un vero e proprio sviluppo in quello che definiremo “il tempo di mezzo”. Se nell’adolescenza e nell’età adulta abbiamo dei personaggi prima apparentemente avventati poi reduci delle scelte che hanno preso durante il corso della loro vita, sono i momenti di svolta i più deboli, i più sottili, i meno espliciti. Quello che si nota è forse un freno a causa di una scrittura non sempre precisa, che costantemente gioca in sottrazione, togliendo alla trama tanto quanto ai personaggi. Un plauso alla sequenza finale, dove nel bene e nel male vengono tirate le somme di una relazione durata quasi vent’anni, sequenza culmine che vede il meglio dei comparti tecnici all’azione, dalla colonna sonora alla messa in scena.

Challengers è si un film “alla Guadagnino”, con un’ottima messa in scena – tolte un paio di sequenze troppo melò –  che passa da movimenti di macchina a POV che si rifanno al tennis fino a momenti caratterizzati da un’altissima carica erotica e tensione sessuale (mai troppo esplicitata) tra i protagonisti in questione. È del tutto inutile aspettarsi un film erotico in piena regola come molti avevano ipotizzato, qui l’erotismo è una questione mentale, un dettaglio voyeristico tra un volto sudato, un corpo nudo in penombra, un discorso eccitante, il vero rapporto è quello che si gioca in campo. Sensazione che lascia indubbiamente frustrati, come frustrati sono i giocatori che prendono parte alla storia. Frustrazione è forse la parola più azzeccata per descrivere il film, non con un’accezione completamente negativa, tutt’altro. Tashi, Patrick e Art sono costantemente vittime dell’effetto “pallina” in balia di ormoni, sensazioni, emozioni sbatutti da una parte all’altra del campo in un moto apparentemente inarrestabile. A questo si aggiunge la precisa colonna sonora, caratterizzata principalmente dall’utilizzo di sonorità techno, composta da Trent Renzor e Atticus Ross, rimbombanti frastornanti, alternate a sonorità più melodrammatiche che fungono da frattura.

ChallengersZendaya è la femme fatale del film, la famosa “pallina” che salta dalle braccia di Art a quelle di Patrick, tessendo una tela di legami dapprima innocenti e via via sempre più subdoli. La giovanissima star dello showbiz nel ruolo di Tashi porta la sua maturità attoriale su un altro livello, dimostrando la sua versatilità anche laddove il personaggio non le permette di destreggiarsi completamente. Josh O’Connor è qui nel ruolo più diverso da quelli interpretati fino ad oggi. Abbandonata la dolcezza di Arthur in La Chimera, riprende in parte il suo atteggiamento strafottente da Principe Carlo in The Crown, interpretando un ruolo estremamente fisico cucito però perfettamente su di lui. Mike Faist è “l’angioletto” della situazione, la sua fisicità e il suo volto pulito lo rendono credibile nei panni di Art, prima un ragazzo e poi un uomo in balia dei sentimenti. Un trio delle meraviglie che conferma la bravura di tre interpreti ormai sulla cresta dell’onda – Josh O’Connor tornerà con Guadagnino nell’adattamento del romanzo di Tondelli Camere Separate, mentre Mike Faist sarà protagonista insieme a Jodie Comer, Austin Butler e Tom Hardy di The Bikeriders che arriverà prossimamente.

Challengers di Luca Guadagnino è la messa in scena di un rapporto tormentato, duraturo e sobbalzante, ma anche destrutturato, al contrario di un match di tennis, tutto rigore, linearità e logica . Al netto di una scrittura non sempre precisa e un montaggio che specialmente nella seconda parte della pellicola si fa troppo contorto, confusionario, tanto da inficiare sullo sviluppo della storia stessa e dei personaggi, è un film sulla frustrazione, sulla difficoltà dei rapporti interpersonali e su che cosa vuol dire realmente intromettersi. Erotico ma mai esplicito, introspettivo, ma anche statico nella sua dinamicità, Challengers è una pellicola sicuramente divisiva, un prodotto che sicuramente farà parlare di sé nel bene e nel male.


Challengers di Luca Guadagnino arriva al cinema a partire dal 24 aprile. Ecco il trailer italiano del film:

RASSEGNA PANORAMICA
Challengers
7
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Classe 1995, laureato in critica cinematografica, trascorro il tempo tra un film, una episodio di una serie tv e le pagine di un romanzo. Datemi un playlist anni '80, una storia di Stephen King e un film di Wes Anderson e sarò felice.
challengers-lamore-e-come-un-match-di-tennis-nel-film-di-luca-guadagnino-recensioneChallengers di Luca Guadagnino è la messa in scena di un rapporto tormentato, duraturo e sobbalzante, ma anche destrutturato, al contrario di un match di tennis, tutto rigore, linearità e logica . Al netto di una scrittura non sempre precisa e un montaggio che specialmente nella seconda parte della pellicola si fa troppo contorto, confusionario, tanto da inficiare sullo sviluppo della storia stessa e dei personaggi, è un film sulla frustrazione, sulla difficoltà dei rapporti interpersonali e su che cosa vuol dire realmente intromettersi. Erotico ma mai esplicito, introspettivo, ma anche statico nella sua dinamicità, Challengers è una pellicola sicuramente divisiva, un prodotto che sicuramente farà parlare di sé nel bene e nel male.

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