Croce e Delizia di Simone Godano | Recensione

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Croce e Delizia

Dopo averci portato alle origini di Roma, Matteo Rovere torna al cinema, questa volta però non nella veste di regista, ma bensì in quella di produttore. Già nel 2017 era uscito il film Moglie e Marito, prodotto proprio da Rovere , scritto da sua moglie Giulia Steingerwalt e diretto da Simone Godano. A distanza di due anni, lo stesso team si è riunito e ha realizzato un altra commedia, questa volta non su un tema qui in Italia inusuale come nel precedente con lo scambio dei corpi, ma su un tema molto più leggero e semplice (o almeno così dovrebbe essere).
Croce e Delizia parla di due uomini sopra i 50 anni, con famiglie completamente agli opposti, che, dopo l’innamoramento intendono sposarsi. Tutto questo però non andrà a genio ai loro figli.

Possiamo affermare che questo secondo lavoro di Rovere è sicuramente una commedia italiana sopra la media che grazie ad una sceneggiatura ben scritta e di livello, riesce a non annoiare e far simpatizzare il pubblico con i personaggi che gli attori portano in scena.

Questa volta invece che una coppia di attori protagonisti, abbiamo un poker d’assi della commedia italiana, tra cui Alessandro Gassman e Fabrizio Bentivoglio nei ruoli dei genitori che stanno per sposarsi, e Jasmine Trinca e Filippo Scicchitano in quello dei figli. Possiamo dire che tutti e 4 riescono bene nei loro ruoli, ed è bello vedere come tutti loro hanno dei personaggi o dei modi che nei loro precedenti lungometraggi non avevano mai provato. Scicchitano è in un ruolo diverso dal suo solito , e vederlo con quei capelli color giallo ossigenato che si comporta da ignorante e rozzo fa simpatia. Bentivoglio dalla sua riesce ad avere una classe che poche volte ha avuto nei film e il personaggio che porta sullo schermo è ben scritto e riesce ad avere una bella chimica con quello di Gassman, pur facendo vedere poche volte i 2 che si baciano, e visto che è un film sul omosessualità, questo secondo noi è un leggero problema. Jasmine solitamente nei film non è molto simpatica, recitando principalmente di forte impatto, questa volta si è concessa ad un progetto leggero ed è stranamente molto in parte.

Tutti i personaggi sono ben delineati, e grazie anche ad una buona regia di mestiere assistiamo ad un racconto semplice e pulito, che in meno di 2 ore vola via velocemente e anche le solite differenze tra famiglie che nel cinema sono fin troppo abusate qui non son eccessivamente fastidiose. Un Altro ottimo pregio è la fotografia, davvero ben realizzata, che ha curato Daniele Ciprì, che recentemente ha curato anche quella de Il Primo Re e La Paranza dei Bambini, ed è interessante che l’abbia curata proprio lui visto che in nemmeno un mese lo abbiamo visto partecipare a 3 tre produzioni completamente differenti, e in ognuna di queste abbia dato un ottimo contributo tecnico. L’uscita del 28 febbraio proprio non riesco a capirla visto che il film è molto molto estivo vista l’atmosfera, la scrittura e la regia stessa, però speriamo gli vada bene visto che il film è davvero ben fatto.