[der Zweifel] Natale a Cinque Stelle – Cinepanettone e satira politica

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Natale a Cinque Stelle

Per alcuni sarà un dramma, per altri una notizia fantastica. Ad altri ancora, sapere che il prossimo cinepanettone dei Vanzina sarà su Netflix, non farà né caldo né freddo.  Il 7 dicembre di quest’anno infatti gli appassionati della più classica commedia all’italiana potranno evitarsi le lunghe code al botteghino e rimanere a casa: uscirà quel giorno Natale a Cinque Stelle.
Si può tranquillamente rimanere sbigottiti davanti alla news, dopo che Netflix ha prodotto nell’ultimo periodo ottimi film con i quali punta a fare incetta di premi, ma fino ad un certo punto. In fondo Netflix punta, come ogni azienda, a fare profitti e in Italia, dopo aver conquistato il mercato dei giovini, forse è arrivato il tempo per il colosso americano di accalappiarsi un’altra fetta di mercato.
Ma le considerazioni economiche poco ci interessano. Non siamo mica al Sole 24 Ore. La cosa più interessante trapelata sul film scritto dai fratelli Vanzina prima della triste scomparsa di Carlo è il tema della pellicola. Questa sarà infatti una produzione politica. E si capisce già dal titolo, senza nemmeno bisogno di sforzarsi troppo.
La sceneggiatura, scritta da quasi due anni, ruota attorno ad un viaggio a Budapest di una delegazione politica italiana con a capo il Presidente del Consiglio, che verrà interpretato da Massimo Ghini. Quest’ultimo cercherà di ritagliarsi, tra i tanti impegni politici, del tempo da passare con la sua amante, cioè una politica dell’opposizione interpretata da Martina Stella.
Negli intenti dei Vanzina si vuole fare una satira al potere, che come sottolinea Massimo Ghini, “tocca a chi è al potere.”  La commedia poi in fondo “fa meno danni della politica.”
Enrico Vanzina, soddisfatto di aver realizzato quanto immaginato a lungo con suo fratello prima della sua scomparsa, insiste molto nel sottolineare quanto la politica sarà affrontata “con leggerezza, senza moralismi, ma con un’ironia pungente.” Se la politica italiana ha assomigliato per anni ad un film dei due fratelli – in fondo la politica italiana è popolata di personaggi grotteschi e volgari come i protagonisti storici dei cinepanettoni, questa volta la politica diventa soggetto diretto dell’analisi sociologica del film di Natale.
Questa volta mi hanno incuriosito. E sono sincero. La sperimentazione di qualcosa di nuovo è sempre positivo. Soprattutto quando si capisce che di nuovo non basta solo la location, senza cambiare la trama.
Chissà cosa ne uscirà. Magari sarà un altro pessimo film. Ma potrebbero pure stupirci.
Basta che non facciano l’errore che René Ferretti ha fatto con Natale con la Casta.