[Esclusiva] Intervista a Yanick Paquette all'Etna Comics 2018

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Yanick Paquette

Durante la scorsa edizione dell’Etna Comics abbiamo avuto il piacere di intervistare Yanick Paquette, disegnatore noto sopratutto per le sue tante collaborazioni con autori del calibro di Grant Morrison e Alan Moore e famoso per i suoi lavori su Wonder Woman, Swamp Thing, Ultimate X-Men, Batman Incorporated e altri. Ora bando alle ciance ed iniziamo con l’intervista!


Prima di tutto grazie per questa intervista. Ora vorrei porla la mia prima domanda, quando e come si è interfacciato al mondo del fumetto, prima come lettore e poi come artista?

Da bambino ho letto per lo più fumetti che venivano dall’Europa, dato che sono Canadese, di Montreal. E quello che potevi trovare nelle librerie era Asterix e altre opere del fumetto Franco-Belga. Quindi il mio primo approccio alle graphic novel e al mercato Americano arrivò tardi e tramite un cesto in cui trovai un numero di Uncanny X-Men di John Bryne, era prima della saga di Fenice ed iniziai a collezionare gli X-Men. Quando la ditta che li pubblicava in Francese chiuse, li riscoprii solo anni dopo in Inglese mentre studiavo biologia, prima di passare a fare fumetti. Iniziai a fare fumetti perché mi divertiva negli anni 90, proprio quando l’industria stava collassando su sé stessa. Ebbi fortuna a lavorare.

Hai lavorato con due autori molto amati come Alan Moore e Grant Morrison e vorrei due parole sull’esperienza di lavorare con quei due. Quali sono le principali differenze del loro stile?

Sono molto diversi, entrambi geni nel loro merito. Grant [Morrison] mi avrebbe lasciato molto su cui lavorare, metteva pochi dialoghi, ora è un pò più sicuro e ne mette di più. Mi ricordo con Batman Inc. e Sette Soldati della Vittoria che non c’erano praticamente dialoghi ad un certo punto. Ho messo tutta la mia energia a rispettare e portare alla vita questi strani ed arditi concept, per farvi capire su 22 pagine di fumetti, Grant ne dava 11 di script. Per Alan Moore, invece, con cui feci Terra Obscura, mi ricordò che mi arrivò uno script di 100 pagine o giù di lì. Veramente differente. Dava molte informazioni, ti dava molte angolazioni per realizzare la scena e ti richiedeva di scegliere qual’era la migliore; non è dittatoriale, ti permette di scegliere. Alcune volte parlavamo anche di altre cose, una volta, ricordo che stavamo facendo il villain di una storia una sorta di Dio Egizio tornato in vita che voleva distruggere e rimodellare il mondo e per una cosa come 10/20 pagine, Alan parlava di cose che aveva letto sull’Egitto ed era relativo a quello che stavamo per fare, mi dava un contesto ampio su cui poteri sbizzarrire. Quello che trovai comune fu la non capacità di parlarsi direttamente, quando lavoravo con Alan [Moore] non c’era l’internet e quindi usavamo i fax per parlare e spedire informazioni e con Grant [Morrison] non si occupava dell’interazione, più che altro lo faceva la moglie, Kristen, era lei ad occuparsi dei rapporti con il mondo esterno. Ho lavorato con Grant su molti progetti e ci siamo anche incontrati l’anno scorso, durante la promozione di “Happy!” la serie. Ho lavorato anche con Scott Snyder [i due hanno lavorato su Swamp Thing New 52] e lì c’era molta discussione sia al telefono che su skype.

Hai lavorato per lo più nei fumetti mainestream con major come DC e Marvel e mi chiedevo se un giorno volessi lavorare di più nel mondo autoriale dei fumetti o in un mercato diverso.

Attualmente sono molto fortunato per il tipo di lavoro che svolgo alla DC. Mi sto occupando di questo massiccio progetto che mi fa collaborare con questo importante autore e ho anche la libertà di scegliere quello che voglio fare, è impossibile da battere; alcune volte mi guardo in giro per il mercato dei creator owned ed Europeo, ma poi torno in DC perché hanno i migliori progetti e pagano bene. Magari un giorno lo farò, ma ogni volta che arriva qualcosa e magari mi sembra figa allora diventa un “si, dai, ora lo faccio.”

Ultima domanda, attualmente stai lavorando su Wonder Woman Terra Uno Vol.2 se ricordo bene. Mi chiedevo nello studio delle Amazzoni, da dove viene la tua ispirazione?

Veramente, ho appena consegnato la parte finale, poi ci sarà il volume 3 ed una pausa, oltre che ovviamente dei lavori per la DC che non sono stati ancora annunciati, quindi non ne posso ancora parlare. Per le amazzoni, abbiamo guardato allo stile attuale, dovevamo scegliere se lasciare come classicamente rappresentate, ossia se rimaste bloccate all’antica Grecia o no. Alla fine abbiamo optato per un mondo isolato ma che ha continuato ad evolversi ed ha questa strana e avanzata tecnologia e questi strani vestiti. Quindi non sono bloccate propriamente nell’antica Grecia. Ci siamo decisamente ispirati alla fantascienza per questa versione.

Grazie del suo tempo, arrivederci.

Di nulla ragazzi, grazie a voi.