Ferrari è il nuovo film diretto da Michael Mann di produzione italo-americana presentato come film in concorso al Festival del Cinema di Venezia alla sua 80ima edizione. Tra le case di produzione si nota principalmente la STX Entertaiment già nota per aver prodotto i film candidati all’Oscar Spencer, The Irishman e The Son proiettato in anteprima allo scorso festival del Cinema di Venezia con la regia di Florian Zeller. Tra le altre case produttrici si notano la Forward Pass che non è nuova alla produzione di film diretti da Mann tra cui ricordiamo The Heat – la sfida, Nemico Pubblico e Alì. La casa di produzione statunitense Le Grisbì Production che ha all’attivo la produzione di film come Mona Lisa an the blood moon di Amirpour, Birdman e il film Netflix The Pale Blue Eye- I delitti di West Point. Tra le case produttrici c’è anche la Moto Production. Dalla parte italiana, invece, il film è prodotto dalla Iervolino & Lady Bacardi Enterteiment, già casa produttrice di In the Fire con protagonista Amber Heard uscito recentemente in Italia e Lamborghini – The Man Behind the Legend.

Ambientato durante l’estate del 1957. L’ex pilota Ferrari è in crisi. La bancarotta perseguita l’azienda che lui e sua moglie, Laura, hanno costruito dal nulla dieci anni prima. Il loro tempestoso matrimonio è messo a dura prova dalla perdita di un figlio e dal riconoscimento di un altro. Ferrari decide così di colmare le varie perdite cui la vita l’ha messo di fronte scommettendo tutto su una gara automobilistica che per 1000 miglia avrebbe percorso tutta l’Italia: la leggendaria Mille Miglia.

Il cast è sicuramente ricco di talenti tra cui Enzo Ferrari interpretato da Adam Driver già noto per la sua performance di un altro magnate italiano ovvero Maurizio Gucci nel film House of Gucci diretto da Ridley Scott, Shailene Woodley nel film è Lina Nardi l’amante di Enzo ma che al grande pubblico è già nota per esser stata la protagonista di Divergent e del film campione di incassi Colpa delle stelle e Penelope Cruz che su schermo è Laura Garello, nel film chiamata Ferrari, compagna di una vita di Enzo. Nel cast sono anche presenti Patrick Dempsey attualmente al cinema con lo slasher Thanksgiving e diversi attori italiani in ruoli minori.

Mann torna di nuovo dietro la macchina da presa dopo 8 anni dal suo ultimo film come regista ovvero Blackhat che non fu molto apprezzato dalla critica statunitense e da pubblico, risultando uno dei più grandi flop del 2015. Mann però non è nuovo a film autobiografici su icone del mondo dello sport come fu per Alì del 2001 sulla star globale del pugilato Muhammad Alì. Nel 2023 racconta l’uomo dietro la fortunata marca automobilistica Ferrari: Enzo Ferrari. La regia di Mann è lineare nella sua semplicità. Il tutto è ambientato nell’Italia di fine anni ’50 con inquadrature naturalistiche, molto suggestive ed esteticamente belle sopratutto nelle parti immerse nel verde. Il film, come immaginabile, presenta diverse scene di corse automobilistiche, che risultano però non del tutto adrenaliniche anzi, abbastanza piatte e senza un vero e proprio pathos se non per un paio di scene.

Per il progetto “Ferrari” Mann ha mostrato interesse fino dagli inizi del 2000 subendo negli anni blocchi produttivi, ripensamenti e cancellazioni fino ad oggi. La sceneggiatura è scritta postuma da Troy Kennedy Martin deceduto nel 2009 ed basata sul libro di Brock Yates Enzo Ferrari: The Man and the Machine.

FerrariDietro la macchina da presa sono presenti diverse maestranze nazionali. Il reparto costumi è curato da Massimo Cantini Parrini due volte candidato Premio Oscar, famoso per aver lavorato con artisti internazionali come Mann o Wright per Cyranò e nazionali come i Fratelli D’Innocenzo con Favolacce e Garrone con Dogman. Al montaggio il due volte vincitore dell’Oscar Pietro Scalia per JFK e Black Hawke Down. Si è occupato della parte musicale Daniel Pemberton già conosciuto dai più per essersi occupato della musica di Spiderman Into The Spiderverse. Per la parte sonora si sono occupati Tony Lamberti e Andy Nelson che ha ottenuto due premi Oscar con Salvate il Soldato Ryan e per Les Misérables. La scenografia è curata da Maria Djurkovic. 

Quindi Ferrari è un film sul marchio o sulla persona? La risposta corretta è da entrambe le parti. Da un lato infatti è una grande preparazione per la corsa della Mille Miglia del 1957 che fu conosciuta anche per l’incidente di Guidizzolo – presente nel film- dall’altro si parla della vita privata di Enzo Ferrari, del dolore per aver perso il figlio Dino, e del rapporto tra la moglie e l’amante che diventa una delle parti più importanti della trama, sopratutto per la personaggia di Cruz che ricopre sicuramente il ruolo più divertente ed iconico del film. Purtroppo la sua rappresentazione è di un livello molto basico che rasenta lo stereotipo.

Altra parte stereotipa è la visione, nuovamente americana, dell’Italia. Esattamente come in House of Gucci gli attori principali non parlano italiano ma inglese nonostante Ferrari rappresenti un grande brand e, almeno per l’epoca, l’Italia a livello planetario. Sicuramente la scelta sarà ricaduta su attori internazionali per rendere il film più vendibile al grande pubblico; la scelta di recitarlo in inglese ha sicuramente un maggiore impatto sul pubblico statunitense nonostante alcune parole siano lasciate in italiano come “commendatore”, ripetuto fin troppe volte nonostante sia stato realmente un soprannome di Enzo Ferrari. Durante tutto il film si sente utilizzare solo questo appellativo e non altri come “mago”, “patriarca” o “il drake” tutti nomignoli molto noti dell’ex pilota.

Il fenomeno storico dell’incidente di Guidizzolo e la sua trasposizione è un grande problema, il tutto è gestito in maniera spettacolarizzata con una certa enfasi sui corpi delle vittime, il che oltre a essere di cattivo gusto manca di rispetto alle 11 vittime. Tutta la scena sembra avere una costruzione più che da film di Mann, da premonizione iniziale di Final Destination per tutto quello che comporta e per la mole, sicuramente evitabile, di sangue presente. Il tutto impacchettato con una CGI abbastanza raffazzonata e non del tutto convincente per la scena in sé.

Ferrari di Michael Mann rappresenta come, nonostante le sicure buone intenzioni da parte del regista, fare un film che parla di personaggi italiani non significa solo ambientarlo in Italia. Ferrari ha gli stessi difetti di molti altri film statunitensi sul bel paese a partire dallo stereotipo della caratterizzazione dei personaggi, sopratutto quelli femminili. Da una parte una moglie tradita presentata fin da subito con accezioni negative, dall’altra l’amante di Enzo Ferrari di cui sappiamo solo che è la madre del figlio. Ferrari si presenta come un film biografico su uno dei piloti automobilistici e imprenditori più importanti della storia italiana con un cast stellare e ricco di talenti, nonostante la controparte femminile risulti essere più ingabbiata in ruoli stereotipati e banali senza approfondimenti. La regia di Mann risulta lineare e nonostante alcuni interessanti inquadrature a scorci naturalistici non riesce a regalare molto. Grande problema risulta essere anche la messa in scena dell’incidente di Guidizzolo e la CGI utilizzata.


Ferrari di Michael Mann arriva in sala dal 14 Dicembre e sarà distribuito da 01 Distribution. Ecco il trailer italiano del film:

RASSEGNA PANORAMICA
Ferrari
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ferrari-un-film-sul-marchio-ferrari-che-gira-come-una-panda-recensione-venezia-80Ferrari di Michael Mann rappresenta come, nonostante le sicure buone intenzioni da parte del regista, fare un film che parla di personaggi italiani non significa solo ambientarlo in Italia. Ferrari ha gli stessi difetti di molti altri film statunitensi sul bel paese a partire dallo stereotipo della caratterizzazione dei personaggi, sopratutto quelli femminili. Da una parte una moglie tradita presentata fin da subito con accezioni negative, dall’altra l’amante di Enzo Ferrari di cui sappiamo solo che è la madre del figlio. Ferrari si presenta come un film biografico su uno dei piloti automobilistici e imprenditori più importanti della storia italiana con un cast stellare e ricco di talenti, nonostante la controparte femminile risulti essere più ingabbiata in ruoli stereotipati e banali senza approfondimenti. La regia di Mann risulta lineare e nonostante alcuni interessanti inquadrature a scorci naturalistici non riesce a regalare molto. Grande problema risulta essere anche la messa in scena dell’incidente di Guidizzolo e la CGI utilizzata.

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