Intervista a Arthur “Art” Adams: “Se devo essere onesto, vorrei essere più veloce!” | Speciale Lucca 2018

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arthur adams

Grazie a Panini Comics, durante i giorni di Lucca Comics & Games 2018, abbiamo avuto il piacere di incontrare Arthur Adams, storico disegnatore Marvel. Famoso per il livello maniacale di dettagli presenti nelle sue tavole, Arthur “Art” Adams ha esordito in Marvel con la miniserie di Longshot, scritta da Ann Nocenti, arrivando poi ad illustrare gli eroi di punta della Casa delle Idee, come gli X-Men e i Fantastici Quattro. Negli anni ha realizzato anche un suo progetto creator owned, Monkeyman and O’Brien per poi dedicarsi, in anni recenti, alla realizzazione di cover per alcune serie Marvel. Ecco cosa ci ha detto, tra risate e divertenti interruzioni, buona lettura!


Buongiorno Arthur e benvenuto a Lucca!

“Buongiorno anche a voi!”

È un vero onore e un piacere immenso avere l’occasione di parlare con una leggenda del fumetto come te, che ha disegnato molti degli eroi di Casa Marvel

“Non c’è di che (ride).”

Come stai? È la prima volta che visiti l’Italia?

“Molto bene grazie. Sì è la mia prima volta in Italia e, anche se il tempo non è dei migliori, abbiamo fatto un giro per la città e l’atmosfera che si respira è meravigliosa.”

Abbiamo avuto la fortuna di averti come ospite per questa edizione del Lucca Comics & Games grazie a Panini Comics, che per l’occasione ha ristampato X-Men: Guerre ad Asgard in formato oversized.

“Ho visto ed è davvero gigantesco oltre che una bellissima edizione!”

Ti piace l’idea di vedere vedere i tuoi lavori stampati su pagine più grandi rispetto al formato tradizionale?

“Adoro questo tipo di formato. Quando ero piccolo ero solito acquistare i Marvel Treasury Edition (ndt si tratta di una serie di fumetti riproposti dalla Marvel con dimensioni maggiori rispetto al resto tipico comic book) e due dei miei preferiti sono sicuramente Spectacular Spider-Man e Marvel Holyday Grab Bag, dove la Casa delle Idee era solita pubblicare molte storie interessanti. Inoltre questi ultimi furono dei regali di mio padre, quindi oltre a piacermi, sono particolarmente legato a questo tipo di formato.”

Ultimamente la Marvel ha stampato in questo stesso formato X:Men: Grand Design di Ed Piskor.

“Non ho ancora avuto modo di vederlo ma ne ho sentito molto parlare, me lo consigli?”

Assolutamente. Credo sia una delle migliori letture dello scorso anno e poi sicuramente citerà X-Men: Guerre ad Asgard.

“Allora dovrò sicuramente recuperarlo (ride).”

Continuando a parlare di Guerre ad Asgard, nella parte finale di questa storyline, Tempesta risulta degna di sollevare Mjölnir e divenire, anche se per poco, la nuova Dea del Tuono. Quali sono state le maggiori influenze nel realizzare il suo costume/armatura da Dea del Tuono?

“Oh santo cielo, è passato talmente tanto tempo da quella storia. Sai che sinceramente non mi ricordo (ride)!? Ricordo di aver riutilizzato un costume per Colosso e Illyana (Magik), originariamente realizzati da Mike Mignola ma non ricordo per Tempesta. Potrei anche averlo creato io ma, come ti ho detto, è passato talmente tanto tempo che non mi ricordo e non vorrei darmi meriti che magari non ho.”

Parlando invece dei tuoi lavori più recenti, hai realizzato le prime 20 copertine per la testata X-Men Blu. Quale è per te il segreto per realizzare una cover efficace e di impatto?

“Credo che il segreto sia quello di catturare l’attenzione, l’occhio delle persone che compreranno il fumetto. Cerco sempre di mostrare l’eroe protagonista e i suoi elementi distintivi al meglio: per esempio, se dovessi realizzare una cover con Bestia lo ritrarrei in movimento, dondolandosi nello spazio e non mentre studia ad una scrivania. In generale, nella copertina vuoi vedere i tuoi eroi fare quello che sanno fare meglio, non trovi?!”

Certamente. Parlando invece del periodo in cui eri in Marvel, uno dei tuoi lavori più amati fu la tua storyline sui Fantastici Quattro con Walter Simonson ai testi, dove presentaste una nuova e bizzarra line-up formata da Spider-Man, Ghost Rider, Hulk e Wolverine, diventata subito un cult.

“E anche molto popolare.”

Come è stato lavorare con Walter? Ho letto una precedente intervista dove hai affermato che il suo lavoro ha avuto una grande influenza su di te.

“Assolutamente, sono un grande fan di Walter e il suo lavoro il lavoro sia come artista, sia come scrittore e mi sono sentito molto onorato e stimolato quando mi ha chiesto di disegnare quei numeri.”

Questa vostra collaborazione vi ha portato a legare tanto da diventare amici.

“Puoi ben dirlo. Per la precisione, fu sua moglie Louise, il mio editor su Longshot, a presentarci. Riuscimmo fin da subito a legare e diventammo buoni amici, molto prima della nostra collaborazione sui Fantastici Quattro, di cui sono molto orgoglioso.”

Aprendo una parentesi sui fumetti non supereroistici, tra il 1993 e il 1999 hai lavorato a Monkeyman e O’Brien, tua serie creator-owned edita da Dark Horse e in Italia da Editoriale Cosmo. Il fumetto, oltre agli evidenti elementi sci-fi, è un omaggio ai fumetti della Silver Age. Come è nata l’idea per Monkeyman e O’Brien?

“Come hai detto, ho creato la serie inserendovi tutti quegli elementi che ho sempre amato, come King Kong, i monster movies degli anni’50 e i fumetti di Hulk e dei Fantastici Quattro degli anni’50-60 che hanno profondamente ispirato e influenzato lo sviluppo di Monkeyman. E quando dico che mi hanno influenzato intendo che li ho palesemente copiati (ride).”

E quali furono le motivazioni che ti hanno spinto a realizzare un tuo fumetto?

“Più che altro ho voluto mettermi alla prova. Anni fa parlando con Erik Larsen, Erik mi domandò se avessi mai pensato di realizzare una serie tutta mia, idea che prima di allora non mi aveva minimamente sfiorato. Da quella chiacchierata, l’idea prese sempre più piede e alla fine prese vita e ne sono veramente felice.”

Tornerai mai a lavorare sulla serie in futuro?

“Mi piacerebbe molto. Durante gli anni ho avuto diverse idee per la serie e spero di trovare il tempo di realizzarle.”

Parlando invece del tuo stile di disegno, sei celebre per l’impressione te numero di dettagli che inserisci in ogni pagina; mi domandavo, ti imponi di realizzare tavole così dettagliate oppure è semplicemente il tuo modo di disegnare?

“È puramente il frutto della mia follia (ride). Scherzi a parte, ritengo che in parte sia il mio modo naturale di disegnare e in parte ciò che mi impongo. Ti faccio un esempio: poco tempo fa ho mostrato a mia figlia il primo King Kong che ha influenzato notevolmente il mio percorso da artista , facendole notare la ricchezza e il dettaglio degli scenari, non solo quelli in primo piano ma anche ciò posto in secondo piano. Ecco, nelle mie tavole cerco di ricreare quel livello di dettaglio, non solo per gli sfondi ma anche per gli eroi protagonisti così che possano risaltare al meglio all’interno di un mondo vivo e pieno di sfumature.”

E restando in tema, quali furono gli artisti a quali ti sei ispirato?

“Principalmente Michael Golden, Walter Simonson e Barry Windsor-Smith i cui lavori hanno avuto un grande impatto sulla mia crescita come artista. Senza dimenticare di mostri sacri come Jack Kirby e Gil Kane!”

Ancora qualche domanda e poi giuro che ti lasciamo andare. Hai per caso un progetto a cui tieni particolarmente ma non hai ancora avuto modo di realizzare?

“Se devo essere onesto, vorrei essere più veloce nel realizzare le mie tavole così da essere più produttivo!”

Ultime due domande: quali sono i tuoi progetti futuri e a cosa stai lavorando al momento?

“Al momento sto realizzando alcune cover di Thor e di Marvel Comics Presents per la Casa delle Idee. Inoltre sto lavorando a una nuova serie creator-owned sulla quale però non posso dirti niente.”

Va bene, allora non insisto. Nell’attesa di sapere di più su questo tuo nuovo progetto, a nome di tutta la redazione di RedCapes ti ringraziamo di cuore per il tempo a noi concesso e per la splendida intervista. Sperando di rivederti presto in Italia, auguriamo a te e tutta la sua famiglia di godervi i restanti giorni di Lucca Comics.

“Grazie mille a voi e alla prossima!”

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