Intervista a Mikel Janín “Lavorerò su Batman fino al numero 100” | Speciale Cartoomics 2019

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Intervista mikel janin

Per celebrare il matrimonio tra Batman e Catwoman, RW Lion ha ospitato Mikel Janín durante l’edizione 2019 di Cartoomics. Il disegnatore spagnolo si è fatto conoscere e amare dai fan DC illustrando la Justice League Dark di Peter Milligan e Jeff Lemire durante i Nuovi 52, poi collaborando con Tom King e Tim Seeley su Grayson. Dal 2016 è uno dei main artist della testata di Batman, sempre scritta King. Grazie a RW in occasione della kermesse milanese, noi di RedCapes abbiamo avuto la possibilità di intervistare l’artista spagnolo: ecco cosa ci ha detto!


Ciao Mikel e benvenuto a Cartoomics! Noi di RedCapes siamo molto contenti di averti qui e di avere la possibilità dei parlare con te del tuo lavoro. Prima di tutto, come stai? Ti stai divertendo qui a Cartoomics?

Ciao RedCapes, è un piacere essere nuovamente in Italia. Mi sto divertendo qui a Cartoomics pur essendo molto impegnato allo stand Rw. Tra signing session, sketches e commissions non ho avuto tempo di girare la fiera. Per fortuna i ragazzi allo stand sono molto gentili e disponibili con me.

E proprio grazie a RW Lion sei qui a Cartoomics per promuovere il matrimonio tra Batman e Catwan. Questo è un momento storico nella mitologia batmaniana, quindi credo che sia stata una grande responsabilità per te lavorare a questo numero, non è vero?!

Assolutamente sì. È stato un grande evento e un grandissimo onore, anche se la paura di sbagliare era tanta. Tom King ha a lungo pianificato questo momento e ora siamo appena a metà di ciò che vuol fare con Batman. Pur avendo ancora tanto da raccontare, questo è stato sicuramente un momento cardine, proprio sul numero 50 e tutti volevano che fosse speciale e perfetto. Artisti del calibro di Jim Lee, Lee Weeks e Greg Capullo hanno impreziosito l’albo con il loro contributo, rendendolo ancor più speciale.

Quindi Tom aveva pianificato questo momento fin dall’inizio della sua run?

Non saprei dirtelo con esattezza. Inizialmente il suo intento era quello di realizzare diversi archi narrativi che si incastrassero all’interno di una trama più grande e complessa. Non so se in origine volesse scrivere 50 o 100 numeri; ora come ora, l’obbiettivo sono 100 numeri o poco più. 

Quando hai ricevuto lo script del matrimonio, qual è stata la tua reazione?

Pensavo che non fosse lo script completo (ride). Ho creduto di non aver ricevuto la sceneggiatura completa ma solo una parte, continuando a pensare che mancasse una parte affidata magari ad uno dei guest artists dell’albo. Dopo aver ricevuto la conferma che fosse lo script completo, non ci volevo credere! Essendo un numero speciale e importante mentre ci lavoravo non mi sono lasciato sfuggire nessun dettaglio, nemmeno con mia moglie! (Ride)

Tu fai parte, assieme a David Finch, Clay Mann e molti altri degli artisti che hanno contribuito a rilanciare Batman dopo l’acclamata run di Snyder e Capullo. Ti sei sentito sotto pressione nell’esordire sulla testata del Cavaliere Oscuro dopo di loro?

Puoi ben dirlo! Nelle serie precedenti su cui ho lavorato, Grayson e Justice League Dark, sono stato il disegnatore principale sin dal numero 1 senza avere della competizione (ride). Quando mi hanno proposto Batman, ho dovuto confrontarmi con il lavoro magistrale di Greg Capullo, che reputo uno dei migliori artisti al mondo, e ciò mi ha intimorito molto. Aggiungi che l’altro main artist era David Finch e puoi farti un’idea. Come penso si sia capito, ho iniziato a lavorare alla serie con un po’ di paura, cercando sempre di dare il massimo ma con l’ansia di sbagliare ad ogni linea tracciata. Tuttavia con il tempo sono riuscito a mettermi a mio agio, trovando la mia voce all’interno di un roster di artisti così variegato grazie anche agli script di Tom.

E a tal proposito, come artista cosa pensi di aver aggiunto all’iconografia di Batman?

Onestamente non saprei cosa risponderti. Credo che solo con il tempo si potrà dire. Come detto prima, cerco di dare il 100% in ogni pagina rispettando le vicinissime deadline. Tra qualche anno, riguardando il mio lavoro su Batman potrò risponderti.

Allora quando ci rivedremo te lo domanderò di nuovo! Passando invece a parlare di Grayson, serie su cui hai lavorato sempre con Tom King e che, per certi versi, ha degli elementi in comune con Batman, dal tuo punto di vista come è cambiato il modo di scrivere di Tom tra le due serie?

Quando ha iniziato a scrivere Grayson, Tom era sicuramente più timoroso e incerto sulle sue scelte. Grayson è stato uno dei primi titoli importanti su cui ha lavorato oltre a Sheriff of Babylon, serie su cui era al lavoro al tempo, e, pur avendo le idee ben chiare, era un po’ timoroso nello scrivere. Con il tempo ha acquisito confidenza, come su Batman, ma quello che ho notato è che imposta la narrazione in maniera simile: più story arc che andranno a comporre una storia più grande. Inoltre, la cosa che apprezzo tantissimo di Tom è che per lui ogni singolo numero ha importanza nell’economia del racconto, senza mai diventare un semplice riempitivo. In definitiva, pur essendo cresciuto molto come narratore, ogni volta che leggo un suo script riconosco lo stesso Tom di sempre.

E parlando sempre dei tuoi lavori precedenti, durante i Nuovi 52 ha illustrato Justice League Dark scritta prima da Peter Milligan e poi da Jeff Lemire: quali sono state le differenze che hai notato nel loro modo di approcciarsi alla serie?

Eccome! Ogni scrittore differisce da un altro nel modo di scrivere o, più semplicemente, nel modo in cui si approccia alla serie e nel collaborare con l’artista. Nello specifico, JL Dark è stato il mio primo incarico importante e, a coronare l’evento, ai testi c’era Peter Milligan, uno dei più grandi autori degli anni’90 nonché uno dei miei autori preferiti di sempre. Per la serie, Peter ha scelto il roster dei personaggi e il tema della serie ed è stato fantastico: ogni storia, ogni vignetta aveva un no so che di pazzesco e mentre la disegnavo mi domandavo cosa sarebbe accaduto nella pagina successiva. Con Jeff invece è stata una collaborazione completamente diversa, anche se estremamente divertente. A differenza di Milligan più improntato sull’elemento sovrannaturale, le storie di Jeff erano più di intrattenimento supereroistico, diciamo più alla Justice League classica che a quella Dark (ride).

Cambiando radicalmente argomento, ho letto una tua vecchia intervista dove affermi che lavori solo in digitale: quali sono i vantaggi e gli svantaggi di questa scelta?

Sì ormai lavoro da anni in digitale. I vantaggi maggiori sono la velocità e il poter correggere gli errori con più facilità. In generale hai più controllo su tutto, dai layout fino alla tavola finita e inchiostrata. Di contro però non puoi vendere le tue tavole (ride)! Scherzi a parte, lavorando in digitale perdi la paura di commettere degli errori che, disegnando con la matita, ti aiuta a migliorarti e a restare sempre concentrato anche per i più piccoli dettagli della tavola.

Invece per quanto riguarda i creator owned projects, hai mai pensato di realizzarne uno?

Certamente, credo che ogni artista abbia un proprio progetto nel cassetto e, prima o poi, cerchi di concretizzare. Ho qualche idea in mente ma al momento sto benissimo in DC. Ho avuto l’opportunità di disegnare Batman, di lavorare con Tom King, Peter Milligan e non capita a tutti. Magari un domani ma, per il momento, sono felicissimo di poter lavorare sui personaggi del DCU.

Ultima domanda: per quanto Batman ti terrà occupato?

Indicativamente fino al numero 100. Ho passato due anni in compagnia di Batman e Tom e non posso che esserne felice. I piani sono fino al numero 100 però, a dirla tutta, non so cosa accadrà il mese prossimo quindi potrei andare anche oltre al 100.

E noi te lo auguriamo. Mikel è stato un vero piacere intervistarti! A nome di tutta la redazione di RedCapes ti ringraziamo per il tempo concessoci e ti auguriamo un buon proseguimento di Cartoomics. Alla prossima!

Grazie a voi. Alla prossima!