Tra il blasonato parterre di ospiti Panini Comics durante l’ultima edizione di Lucca Comics, Pepe Larraz è stato sicuramente uno dei nomi più attesi dal pubblico Marvel. Nato a Madrid nel 1981, dopo gli esordi entra in Marvel nel 2014 disegnando Thor: Season One, Wolverine fino ad approdare sulle pagine di Avengers. Ricevuto il titolo di Young Gun nel 2018, nello stesso anno approda sulla testata degli X-Men dove realizza Extermination scritto da Ed Brisson. Nell’estate 2019 il disegnatore madrileno ritorna a lavorare sugli Uomini X dove è artefice della rivoluzione mutante di Jonathan Hickman con le serie House of X e Powers of X, per l’occasione presentata in anteprima a Lucca. In occasione del lancio italiano di House of X, abbiamo avuto la possibilità di parlare con Pepe di House of X in maniera più approfondita, della sua collaborazione con R.B. Silva ma anche del suo amore per i Figli dell’Atomo.


Ciao Pepe, benvenuto su RedCapes! Siamo molto contenti di rivederti nuovamente nel nostro Paese.

Ciao RedCapes, grazie per l’ospitalità. Sono molto contento di essere tornato in Italia in occasione del Lucca Comics! In più oggi non piove, quindi direi che va alla grande!

Se non erro, è la tua prima volta a Lucca giusto?

Esatto, la città è bellissima anche quando piove. La fiera pure. Mi ricorda molto Angoulême, ma sotto steroidi (ride).

Ed è grazie a Panini Comics che dobbiamo la tua presenza alla kermesse lucchese, e per l’occasione ha portato in anteprima il primo numero di House of X, il tuo nuovo e seminale lavoro sull’universo mutante con Jonathan Hickman. In quanto grande fan degli Uomini X, come è stato per te lavorare ad un progetto così grande, capace di riscrivere le fondamenta dell’universo mutante?

Per me è stato un punto di svolta. Io e mio fratello siamo cresciuti leggendo gli X-Men, anche se era lui quello che pagava dei due (ride) e uno dei motivi che mi ha spinto ad entrare in Marvel è stato proprio per avere l’opportunità di poter disegnare le loro avventure. O meglio il mio obiettivo era quello di entrare in Marvel e realizzare una buona storia degli X-Men, e con il mio precedente lavoro Extermination pensavo di esserci riuscito. A mio parere quella storia aveva tutto:  i cinque X-Men originali, quelli nuovi, momenti ricchi di pathos e viaggi nel tempo, tutto ciò che ho sempre amato dei figli dell’atomo. Poi però è arrivata House of X e questa serie sta scuotendo l’universo mutante sin dalle fondamenta, e mi riempie di orgoglio il far parte di questo ambizioso e rivoluzionario progetto. 

A tal proposito, in che modo sei entrato a far parte di del progetto HoX – PoX?

Appena finito Extermination, gli editor Marvel mi hanno proposto di lavorare su House of X con Jonathan, ma ovviamente non potevo farne parola con nessuno e io ovviamente sono pessimo nel mantenere i segreti (ride). Scherzi a parte, fu Jordan [ D. White senior editor degli X-Men, ndr] a parlarmi del progetto negli uffici Marvel nel 2016, dicendomi che Jonathan in persona aveva proposte R.B. Silva e me come disegnatori delle due serie.

Wow, penso sia stato molto gratificante.

Assolutamente, è un grandissimo complimento,  ma allo stesso tempo una grandissima responsabilità! Se Hickman ti vuole per disegnare una sua serie è meglio non commettere mezzo errore. Per quanto mi riguarda, con un progetto così ambizioso ho dato il mio meglio, realizzando ogni tavola meglio della precedente, disegnando meglio di quanto avessi mai fatto prima. Inoltre la parte più bella del lavorare con Jonathan è il fatto che è molto aperto ai nostri suggerimenti e alle nostre idee, il che ha semplificato moltissimo il lavoro, rimarcando la sintonia generale del team.

Su Powers of X la parte artistica è affidata a R.B. Silva, anche lui scelto appositamente da Jonathan. Le vostre tavole mantengono una linea artistica comune, anche grazie agli splendidi colori di Marte Gracia, rispecchiando perfettamente la vostra sintonia nel lavoro. Potresti parlarci di più di questo aspetto, di come sia collaborare con R.B. e di quanto l’uno abbia influenzato l’altro?

Semplicemente straordinario. Hai visto le sue tavole? Quel ragazzo è grandioso! Come artista lo conoscevo già, poiché è subentrato su Uncanny Avengers dopo di me, e già allora mi piaceva molto il suo stile. Per quanto riguarda il nostro lavoro sugli X-Men, credo che sia l’abbinamento perfetto, in quanto il nostro background è molto simile:siamo cresciuti leggendo le stesse storie e avendo gli stessi artisti come riferimento, quindi credo che sia per questo che la nostra intesa è ottima. Pur mantenendo una precisa identità artistica, durante la realizzazione di House of X e Powers of X le nostre pagine si sono influenzate a vicenda: come in una sorta di dialogo, le nostre tavole hanno assimilato alcuni elementi dell’altro, facendoli diventare propri e credo sia proprio questa continuità grafica uno degli aspetti più riusciti del progetto, anche grazie agli splendidi colori di Marte Gracia. 

Da quanto dici mi pare di capire che lavorare in questo modo con Silva ti abbia fatto crescere come artista,  giusto?

Assolutamente sì, ogni volta che ricevevo le sue pagine mi spronava a fare del mio meglio. Ad un certo punto è diventato un po’ frustrante perché R.B. è dannatamente bravo e non volevo essere da meno (ride).

Pepe, permettimi di dire che sei stato fenomenale su House of X! Ogni tua tavola era una gioia per gli occhi.

Grazie mille, mi fa davvero piacere che tu lo dica.

Abbandonando momentaneamente il mondo mutante, ti ricordi quale è stato il primo fumetto che hai letto?

Crescendo in Spagna, il mio primo contatto con questo mondo è stato con i fumetti spagnoli, nello specifico con Superlópez. Non so se lo conosci, ma è un fumetto di Juan López Fernández che inizia come una parodia spagnola di Superman per poi uscire dagli schemi, permettendo all’autore di disegnare ciò che vuole. È uno dei miei fumetti preferiti, l’autore è davvero fenomenale e ha disegnato alcune delle tavole più belle di sempre, se hai l’occasione recuperalo. Crescendo mi sono poi imbattuto negli eroi Marvel e, come ti dicevo prima, sono diventato un grande fan degli X-Men.

Quindi immagino che gli artisti che ti hanno influenzato di più all’inizio siano quelli dei primi anni ‘90?

Puoi dirlo forte. Joe Madureira, Jim Lee e Humerto Ramos, che ho avuto il piacere di conoscere in Messico, sono stati le mie prime fonti di ispirazione, per non parlare poi di Chris Bachalo e della sua run su Generation X.

Bachalo è fenomenale ovunque.

È terribilmente bravo che potrebbe disegnare una serie su una sedia nel bel mezzo del nulla e sarebbe comunque spettacolare (ride).

Parlando invece della tua carriera, sei uno degli artisti di punta della Casa delle Idee, tant’è che in pochi anni hai lavorato su due delle sue testate di punta, prima Avengers, poi X-Men e ora House of X. Avendo raggiunto già questi traguardi, hai mai pensato di prenderti del tempo per dedicarti ad un progetto creator owned?

Ci ho pensato e ho avuto anche qualche offerta in passato, ma non mi sembrava il momento giusto. Ad un certo punto della mia carriera mi piacerebbe molto, ma al momento non è tra le mie priorità, anche perché mi sto trovando benissimo in Marvel.

Prima di chiudere, vorrei farti una domanda da fan: durante tutta la lettura di HoX e PoX non vediamo mai completamente il viso di Charles Xavier. Credo che non sia un caso ma una cosa voluta.

Esattamente.

Ed immagino che tu non possa dirci il perché, vero?

Hai indovinato (ride)! 

Va bene, allora non insisto.

Sai, House of X e Powers of X sono delle serie così importanti e seminali, le cui idee sono come dei semi: al momento abbiamo appena seminato queste idee che con il tempo cresceranno e saranno rilevanti negli anni a venire. Come piace dire a Jonathan, abbiamo un sacco di storie da raccontare, ma non lo facciamo gratis (ride).

Ottima risposta! Pepe,  ti ringrazio molto per il tuo tempo e per la splendida chiacchierata sul mondo mutante. A nome di tutta la redazione di RedCapes, ti auguriamo un buon proseguimento di Lucca Comics e un grosso in bocca al lupo per i tuoi progetti futuri!

Grazie a voi, a presto!

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