[Recensione] Jagan #1 – Buppanasu: Fuoco a volontà

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Il primo volume di Jagan, scritto da Muneyuki Kaneshiro e disegnato da Kensuke Nishida, è un opera di grande impatto nel panorama manga che mediante disegni ben curati e trama che capitolo dopo capitolo crea un vero e proprio interesse attorno ad essa si va a creare il giusto incipit volto ad incuriosire i lettori di tutto il mondo.
Il protagonista di Jagan è Shintarou Jagasaki un anonimo ed annoiato poliziotto di quartiere, che vive le sue giornate in preda alla banalità della sua vita che ogni giorno si ripercorre quasi in maniera identica, preoccupandosi solo per il suo futuro e delle cose predestinate che accadranno.
Durante tutto il primo capitolo il ragazzo ogni volta che si ritrova ad interloquire con le altre persone è come se indossasse una maschera senza far intendere cosa pensa realmente, infatti, la sua vera natura fuoriesce solamente quand’è da solo oppure mentre pensa tra se e se.
I guai iniziano con l’arrivo di strani avvenimenti come una fitta pioggia di rane e con un misterioso gufo che scruta la situazione dall’alto.
Durante un turno di pattuglia il nostro protagonista assiste alla trasformazione di un uomo in un ambiguo mostro che senza nessun preavviso o motivo inizia ad uccidere un intero vagone di un treno riducendo a pezzetti le vittime tra cui il collega poliziotto di Jagasaki.
Dopo l’attacco improvviso del mostro il nostro protagonista finisce per perdere due dita con un colpo netto, ormai spacciato ed in preda alla follia Jagasaki si immagina di sparare con le due dita menomate e come per miracolo si salva emettendo una sottospecie di raggio  che uccide il mostro.
Ed è qui che incontra uno strano gufo parlante di nome Doku che spiega al protagonista che le rane piovute dal cielo hanno iniziato ad infettare l’umanità compreso il tizio sul treno che ha compiuto la strage.
In seguito anche la sua ragazza viene  infettata ed è costretto ad ucciderla per salvarsi, ed è qui che l’ambiguo gufo spiega al ragazzo che anch’esso è stato contagiato e che il suo potere deriva proprio da una di quelle rane.
Doku riesce a rallentare l’espansione del contagio ma durante un matrimonio di due suoi cari amici una mano riprende la trasformazione e poco dopo la sposa si rivela essere anch’essa vittima del virus.
Durante la follia omicida del mostro Jagan spara un colpo mirato alla testa ponendo fine a tutte le sofferenze della povera sposa.
I disegni ben curati e di forte impatto aiutano una storia come questa ad essere ben caratterizzata e di facile comprensione per qualsiasi tipo di pubblico, anche la parte testuale che grazie ad una cura e sicuramente ad un attenta revisione ha saputo spiegare senza troppi sforzi la situazione che si è venuta a crearsi ma soprattutto ha saputo rappresentare al meglio il nostro protagonista.
Quest’opera per molti versi mi ha ricordato tantissimo Kiseiju, per via di alcune tematiche ma soprattutto per via del “parassita” che ha infestato Jagan.
Se dovessi descrivere con una sola parola quest’opera sarebbe sicuramente “folle” e personalmente mi sento di consigliarla a tutti i lettori del settori stanchi delle solite banalità già presenti sul mercato.
Jagan è edito in Italia da Edizioni Star Comics per il prezzo di copertina di €5,90 ed è stata prodotta anche una versione variant disegnata da Emiliano Mammucari.