Le Migliori Nuove Serie TV e Miniserie del 2016

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Queste sono, secondo noi, le migliori serie tv e miniserie tv che hanno debuttato nel 2016 e che noi abbiamo potuto vedere in questo anno appena passato. Iniziamo!


Westworld

Se n’è parlato tanto e non se ne parlerà mai abbastanza, Jonathan Nolan e Lisa Joy hanno creato probabilmente il fenomeno televisivo del 2016, sapendo benissimo come fare e sapendo anche cosa fare dopo,questo si evince benissimo dalla Prima Stagione che pone un sacco di questioni interessanti e ne chiude buona parte, lasciando via libera per narrare qualcosa di ancora più interessante. La trama in breve? Westworld è un parco a tema western i cui visitatori si trovano a interagire con dei robot creati dal Dottor Ford (interpretato da Anthony Hopkins) ma qualcosa non va, c’è un malfunzionamento e i robot non sono più affidabili.

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Stranger Things

Creata dai fratelli Duffer è un vero e proprio atto di amore verso i film e le ambientazioni anni 80, oltre che essere una serie veramente unica nel suo stesso modo di essere. Ha saputo conquistare il pubblico di tutto il mondo, con una trama semplice ,una ottima regia, musiche non meno coinvolgenti e che fanno sentire gli 80’s lontano un miglio ed effetti speciali non meno riusciti che non la rendono obsoleta. Questa serie TV va vissuta oltre che vista, chi ha amato film come Stand By Me, I Goonies , ET e ama Stephen King adorerà questa serie TV.

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Dirk Gently’s Holistic Agency

Un’altra grande serie che questo 2016 ci ha consegnato, “Tutto è collegato” questa è la tagline della serie TV creata da Max Landis che vede un investigatore, appunto Dirk Gently (Samuel Barnett) indagare seguendo le sensazioni e la casualità. Nella serie abbiamo anche Elijah Wood che interpreta il compare di Dirk, Todd. Dirk e Todd in queste otto puntate si troveranno ad affrontare di tutto, da pazzi psicopatici pelati, ad assassini con la stessa convinzione dell’Universo come qualcosa di collegato e pulsante e vandali senza meta. Una serie che ti farà scervellare per cercare di capire i nodi, quando come spettatore devi solo seguire il mantra e farti guidare dagli eventi.

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American Crime Story: The People vs O. J. Simpson

Vi siete mai chiesti se dopo Coven, American Horror Story poteva ancora dire qualcosa? Sì, e la risposta è una serie interamente a parte, stiamo parlando di American Crime Story. Questa prima stagione è ispirata al Caso O. J. Simpson e ha come base il libro The Run of His Life: The People v. O. J. Simpson scritto dall’avvocato e analista legale Jeffrey Toobin. Il successo di critica e di pubblico ha portato la rete a rinnovarlo ulteriormente per due stagioni, una basata suglia avvenimenti dell’Uragano Katrina e un’altra sull’omicidio Gianni Versace. La serie aveva già una base comunque molto interessante ma la probabilità di svacco era alta, sopratutto quando si trattava di dover approfondire tutti gli aspetti che giravano attorno al caso tra cui i personaggi secondari e rendendo il tutto necessario allo spettatore e alla trama. Inoltre vengono trattati temi importanti come la discriminazione, la violenza sulle donne, la violenza della polizia, la giustizia Americana mai veramente vera e giusta e anche il business dello sport. La grande libertà con cui vengono trattati questi temi e l’ottima regia che mette in gioco rendono questa serie già alla sua prima stagione già un cult della televisione, con anche un John Travolta molto in parte. Se amate i polizieschi che vi lasciano qualcosa non potete non guardare American Crime Story, sarebbe un peccato mortale.

The Young Pope

E’ una co-produzione tra Italia,Francia e Spagna, ideata e diretta dal premio oscar Andrea Sorrentino, la serie vede il neo pontefice Lenny Belardo (Jude Law), un cardinale giovane, mite e dallo scarso peso politico. Lenny è un personaggio tormentato e segnato dall’abbandono in tenera età in orfanotrofio e ha sviluppato quindi un rapporto molto complicato con la fede e con Dio. Pio XIII (nome scelto da Lenny), si dimostrerà un papa controverso e per nulla incline a farsi comandare dai cardinali come invece doveva essere nelle intenzioni iniziali che lo hanno portato ad essere eletto Pontefice. Sorrentino pone il suo marchio anche su questa serie, con una regia molto evocativa e dissacrante in alcune scene che vedono il Santo Padre in atteggiamenti poco consoni alla sua veste e altamente schizofrenici. Una serie passata in sordina e che stranamente ha fatto poco discutere, ma che merita di essere considerata anche solo per il lavoro produttivo e registico dietro, nulla di meno ci si aspettava da un premio Oscar, forse ci si aspettava qualche spettacolarizzazione in meno e qualche linea di dialogo in più volta a caratterizzare meglio gli altri personaggi che sono fin troppo schivi e sottomessi alla figura di Lenny.

The Night Manager

Questa miniserie vede nel cast principale Tom Hiddleston e Hugh Laurie, rispettivamente Jonathan Pine e Richard Roper (L’antagonista della miniserie) quindi qui già partiamo bene, molto bene, poi aggiungiamoci che è tratta da un romanzo di John Le Carrè e abbiamo la serie di spionaggio più interessante degli ultimi anni. 6 puntate da 1 ora l’una che scorrono benissimo se viste tutte di fila e che non lasciano nulla al caso, non posso dire nulla sul doppiaggio Italiano perché l’ho visionata in lingua originale, ma consiglio vivamente la serie a tutti, uno di quei piccoli gioiellini di puro intrattenimento che passano inosservati tra la marea di uscite televisive dell’anno e che solo gli Inglesi possono regalarci.

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11.22.63

Ispirata all’omonimo libro di Stephen King e con protagonista James Franco, vede Jake Epping, un insegnante d’Inglese del Maine, viaggiare nel tempo per prevenire l’omicidio di Kennedy. Una trama semplice dunque? All’apparenza però , perché il viaggio si dimostrerà tutt’altro che semplice,il tempo reagirà, tenterà di fermare il giovane e non solo quello si metterà di mezzo. Jake infatti arriva nel passato nel 1960 e dovrà vivere 3 anni in un’epoca che non è la sua. Jake si creerà così una vita totalmente diversa da quello che aveva ma a tratti più soddisfacente , sarà proprio il viaggio stesso del personaggio di Franco il centro della miniserie e non il solo omicidio Kennedy. I toni della serie ricordano molto i thriller e i noir di altri tempi, cosa voluta e incredibilmente riuscita. Inoltre lo spettatore ad un certo punto arriva persino ad avere più a cuore i personaggi stessi della “missione” che sempre più prende la forma di un pretesto narrativo, tipico dei libri di King e che qui ha un respiro molto ampio. Consigliata sopratutto a chi non ha letto il libro, infatti la serie è probabilmente da anni il miglior adattamento di un’opera dello scrittore.

The Night Of

Una miniserie antologica in 8 Puntate che narra di Nasir ‘Naz’ Khan (Riz Ahmed) un ragazzo che per andare ad una festa decide di rubare il taxi del padre, la serata non finsice però come immaginava e si ritrova con una ragazza morta nel letto, arrestato e come unica persona disposta ad aiutarlo un avvocato che ormai non sa più a che santo votarsi, John Stone (John Turturro). La serie inizia subito a bomba per poi possiamo dire adagiarsi e raccontare meglio storie secondarie che non annoiano perché sono ottimamente rappresentate su schermo da una regia che ricorda molto i thriller mistery anni 80/90 e con un cast veramente forte. Forse la pecca maggiore si può trovare nel finale quasi concentrato a narrare tutto ciò che manca nella sua ora e mezza di durata, ma è proprio lì il bello della serie, arrivi alla fine e non senti il bisogno di avere altro,la visione dello spettatore è completa e può tranquillamente andare a “casa” sapendo che il sipario si è “chiuso”, non tutte le serie riescono in questo, quindi è ammirabile anche per quello.

Billions

Damian Lewis interpreta Bobby “Axe” Axelrod , è un importante speculatore che ha fondato la sua fortuna sulla tragedia dell’11 settembre e che usa metodi poco legali per guadagnare e si troverà in sconto diretto con Paul Giamatti interpreta Chuck Rhodes, il procuratore distrettuale di New York che è famoso per non aver perso un caso. La serie è lenta ma ben costruita e segue i personaggi, per questo troviamo molti discorsi e poca azione. Non c’è da aspettarsi nulla di diverso quando una serie mette in gioco così tanti personaggi e così tante storie. Lo spettatore non si annoia mai nonostante questo,personalmente aspettavo ogni settimana la puntata e scusatemi, ma il confronto tra Bobby e Chuck sul finale è da Emmy e vale da solo l’intera stagione. due leoni a confronto nel vero senso della parola.

The Path

Una classifica e Hulu compare per la seconda volta, con una serie che parla di sette e vede come protagonisti Aaron Paul e Hugh Dancy ,direi che partiamo già con qualcosa no? La trama è incredibilmente semplice, Cal Roberts (Hugh Dancy) è un carismatico e ambiguo leader di un movimento religioso , che recluta persone in difficoltà promettendo una vita serena e priva di dolori. I membri si ritrovano a vivere villaggio fuori da New York e seguono i dettami del Dr. Steven Meyer (Keir Dullea), fondatore del movimento chiamato il “Guardiano della Luce”. Tra i membri vi sono i coniugi Eddie Lane (Aaron Paul), un uomo tormentato e dubbioso sulla natura del movimento e Sarah Lane (Michelle Monaghan),più convinta ma che inizierà a dubitare del loro leader anche lei. Una serie che condivide un tema come questo già sviluppato recentemente in un film acclamato dalla critica come The Master di Paul Thomas Anderson, non era difficile da far funzionare ma era molto facile fare qualcosa di noioso e poco curato forte dei grandi attori. Una serie che usa la scusa della fede per parlare di avidità, odio e interessi economici, una sorta di spaccato sull’America. La potete trovare su Amazon Prime Video fateci un pensiero.

The Crown

Una co-produzione Stati Uniti e Regno Unito che ripercorre il regno di Elisabetta II, dal suo matrimonio nel 1947 fino ai giorni nostri. La serie non si concentra però solo su Elisabetta ma anche sulla corona stessa e tutti i nobili e politici che ci girano attorno dalla sorella Margaret a Winston Churchill (John Lithgow). La serie si poneva un solo compito far trasparire il senso di potenza della tradizione, così forte e austera che porta la Corona e chi ci gira intorno a dimenticare chi è veramente. La stessa neo regina spesso è portata a doversi scontrare con la constatazione che non è più una semplice Principessa, non può più essere Elisabetta ma ora è La Regina e la corona viene prima di tutto, anche del suo matrimonio e della sua stessa famiglia. Se siete amanti di questa tipologia di Period Drama la amerete.

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This Is Us

Se siete persone che si emozionano facilmente non guardate questa serie, siamo di fronte ad un prodotto inusuale per NBC, un Dramedy che non solo vede un cast corale incredibilmente affiatato ma che riesce anche ad andare oltre lo schermo. La serie narra le vicende personali di un gruppo di persone localizzate in diverse città degli Stati Uniti, tutte nate nello stesso giorno e le cui vite si intrecciano le une con le altre. Le recitazioni e i sentimenti che la serie mette in gioco sono veri, fin troppo veri per la televisione, così che lo spettatore non sa cosa provare, sa che è un prodotto televisivo ma viene comunque tirato dentro a forza e riceve con la stessa potenza i colpi che i personaggi subiscono all’interno della serie, non si può parlare di serie interattiva ma sicuramente emotiva e coinvolgente.


 

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