Arrivato un po’ in sordina alla sedicesima Festa del Cinema di Roma, Mothering Sunday è il nuovo film della regista francese Eva Husson, interpretato da un cast d’eccezione che vede riuniti Josh O’Connor e Oliva Colman dopo la serie The Crown insieme a Colin Firth e Odessa Young nei panni della protagonista Jane Fairchild. La pellicola è un emozionante e travolgente dramma ambientato nel 1924 subito dopo la fine della Prima Guerra Mondiale. Ecco il nostro parare del film direttamente dalla Festa del Cinema.
Durante il “Mothering Sunday” il giorno di riposo che le ricche famiglie inglesi concedevano alla servitù per tornare a casa dai propri cari, la domestica Jane Fairchild (Odessa Young) di casa Niven, essendo un’orfana con nessuno da cui tornare, decide di passare il giorno con il suo amante di lunga data Paul Harrington (Josh O’Connor) figlio anch’esso di una benestante famiglia e promesso sposo di una dama. La giornata dovrebbe essere per Jane un giorno di festa ma qualcosa di drammatico sta per accadere, capace di sconvolgere ancora una volta le famiglie devastate da precedenti lutti.
Tratto dal romanzo “Giorno di Festa” di Graham Swift, Mothering Sunday già dalle prime battute si rivela qualcosa di profondamente intimo ed emotivamente toccante. Quasi come un romanzo ottocentesco, le immagine si susseguono dando l’impressione di pagine che vengono sfogliate casualmente. Il che non è di certo casuale, ma non vogliamo svelarvi troppo. Il racconto che Husson decide di trasporre, seguendo una brillante e frammentaria sceneggiatura scritta da Emilie Orsini, già autrice della sceneggiatura di Normal People, è un racconto di formazione, un dramma sensuale dove le sensazioni di vuoto, di malinconia e di tristezza regnano sovrane all’interno di quelle grandi mansioni nella campagna inglese che solitamente pullulano di gente, ma che nei giorni di festa si svuotano per lasciare spazio a biblioteche isolate, cucine vuote e corridoi spogli.
Quello che dovrebbe essere un giorno di festa, finisce inesorabilmente per trasformarsi in una giornata drammatica nel modo peggiore possibile. Ciò che risulta interessante è la messa in scena. Concepito come una pellicola “a pezzi” frammentata, scollegata e sconnessa, Mothering Sunday è un film di sensazioni, di memoria di ricordo, in cui si susseguono flashback, e ancora flashback nei flashbck, si passa di scena in scena senza un apparente linearità. Frammenti che pian piano creano e modellano la storia che anche in conclusione risulta sgretolata. La messa in scena perfetta per raccontare di un ricordo, di un momento ormai sbiadito nella memora che fa di tutto per riaffiorare.
Le interpretazione di Young e O’Connor sono travolgenti e sensuali. Il duo in perfetta armonia si rende protagonista si scene visivamente incantevoli ed emotivamente forti. Odessa Young, dotata di una bellezza quasi botticelliana si muove, vaga nella casa come un fantasma, silenziosa, morbida e leggiadra riesce con il solo sguardo, o il movimento di un arto, ad esprimersi meglio che a parole. Josh O’Connor, che aveva già dimostrato il suo talento in film come God’s Own Country o nella serie The Crown è qui la scelta perfetta, misterioso ma allo stesso tempo dolce e amabile, con poche battute e molta fisicità crea un personaggio complesso e sfaccettato. Nel cast, anche se in ruoli marginali compaiono Olivia Colman e Colin Firth, due genitori in lutto per la morte dei loro due figli, che in pochissime scene riescono a creare una tragicità che si riversa sull’intera pellicola. Un film che si prende il suo tempo, che necessariamente viene allungato da momenti focalizzati su piccoli dettagli, oggetti, movimenti.
Il ricordo è fondamentale nella pellicola di Husson la quale sceglie di raccontare la sua versione della storia attraverso l’impiego di una regia sinuosa, elegante e pulita. Nonostante le diverse scene di nudo, l’occhio della telecamera resta assolutamente imparziale, non sessualizzando alcun dettaglio dei corpi, anzi creando dei veri e propri quadri visivi. Merito della buona riuscita finale è un montaggio capace di creare un filo narrativo complesso ma allo stesso tempo di facile comprensione che nonostante i tempi molto diluiti e allargati dona una senso si unità e misura.
Mothering Sunday è un film che prendendosi i suoi tempi, allungando e diluendo il tempo, racconta una tragica storia in un modo non convenzionale. Frammentando la narrazione, distorcendo il tempo e impiegando diversi piani temporali, la pellicola è un’esaltazione del ricordo e della memoria. Quasi come le pagine di un romanzo ottocentesco che si sfolgiano causalmente, la storia non lineare, frammentata e in continuo movimento si basa su una sceneggiatura fatta non tanto di dialoghi quanto di piccoli gesti, poche parole sussurrate e interpretazioni davvero toccanti. Un cast di stelle inglesi, location mozzafiato, eleganza e raffinatezza nella messa in scena, fanno di Mothering Sunday un dramma in costume davvero sui generis, che se saputo ascoltare non potrà non commuovere.
Mothering Sunday arriva in Italia distribuito da Lucky Red prossimamente. Ecco il trailer del film: