Era il 1975 quando le sale cinematografiche di tutto il mondo venivano spaventate da Lo Squalo di Steven Spielberg –  a sua volta tratto dal meraviglioso romanzo omonimo di Peter Benchley – in cui una minaccia silenziosa proveniente dagli abissi saliva in superficie seminando panico e paura. La minaccia che “viene dal basso” è sempre stato un topos particolarmente apprezzato dal cinema dell’orrore che fa del “mistero sepolto” una caratteristica spesso fondamentale. Night Swim, prodotto da James Wan e BlumHouse e basato sull’omonimo e acclamato cortometraggio del 2014 diretto da Rod Blackhurts e Bryce McGuire, il secondo regista anche del lungometraggio, sposta l’orrore all’interno di un luogo circoscritto come può essere la piscina di un giardino in una apparentemente tranquilla casa di città, facendo emergere dal fondo un mistero primordiale che sulla carta aveva tutte le carte in regola per essere una narrazione horror estremamente originale. Pur partendo da alcune caratteristiche già battute dal cinema horror, Night Swim finisce per essere un calderone – anzi una piscina – di cose già viste, troppo viste, perdendo completamente quel barlume di originalità iniziale.

Ray Waller (Wyatt Russell), un ex giocatore di baseball della Major League costretto al ritiro anticipato a causa di una malattia degenerativa, si trasferisce in una nuova casa insieme alla premurosa moglie Eve (Kerry Condon), alla figlia adolescente Izzy e al figlio Elliot. Sperando segretamente, contro ogni previsione, di tornare a giocare a livello professionistico, Ray convince Eve che la splendente piscina nel giardino sul retro della nuova casa sarà un vero spasso per i bambini e soprattutto una nuova terapia fisica per lui. Ma un oscuro segreto nel passato della casa scatenerà una forza maligna che trascinerà la famiglia negli abissi di un terrore profondissimo.

Un pizzico di Amitiville Horror, ma meno crudele, un altro pizzico di Oscure Presenze a Cold Creek, ma meno iconico, e un insieme di tanto altro come It, Sinister, The Conjuring e Insidious e Night Swim si crea praticamente da solo. Interessante come un’idea di partenza originale perda completamente quando su schermo è l’unione di tanti altri prodotti che hanno fatto a loro modo la storia del cinema dell’orrore recente, senza aggiungere altro. Per carità la location è di certo nuova e se sfruttata in modo adeguato avrebbe potuto regalare gioie ma quando a dieci minuti dall’inizio è praticamente tutto scritto l’entusiasmo scema fino a svanire. Con Night Swim si ha la sensazione di assistere a qualcosa di già visto, tanto che i “plot twist” – ma più in generale la struttura del film – segue una linea talmente tanto battuta che non c’è praticamente nulla di nuovo. Partendo da un cortometraggio di appena due minuti caratterizzato da una giusta dose di suspence, il film parte da quelle premesse per sviluppare una storia che sfrutta il più classico cliché della “casa infestata” spostando l’orrore al di fuori delle mura domestiche e relegandolo all’interno dell’infausta piscina luogo di eventi tragici.

Non sono sufficienti Wyatt Russell – figlio di Kurt Russell e Goldie Hawn, recentemente visto nella serie tv AppleTv+ Monarch, sul mondo di Godzilla – e la candidata all’Oscar per Gli Spiriti dell’Isola, Kerry Condon, a risollevare le sorti di un film che proprio in fase di scrittura si adagia su luoghi già esplorati senza aggiungere personalità o inventiva. Sfruttare la piscina come luogo degli orrori sarebbe stato estremamente interessante per diversi motivi. Non più la casa infestata, ma la piscina, un luogo piccolo, circoscritto a cavallo tra “due mondi” quello in superficie dove tutto sembra scorrere per il verso giusto e quello silenzioso al di sotto della linea dell’acqua in cui avviene l’orrore che poi si riverserà al suo esterno.

Utilizzare l’acqua come elemento capace di dare vita ma anche di toglierla è sicuramente un aspetto interessante, peccato che in Night Swim le stesse identiche vicende avrebbero potuto essere raccontate in qualsiasi luogo, senza per forza scomodare la piscina che sì, fa la sua figura ma non apporta nulla di nuovo a quanto già detto, scritto o visto. Nel momento in cui la direzione del film si fa chiara il tutto diventa prevedibile e la stessa risoluzione finale risulta  affrettata e semplicistica. Non male in alcune sequenze la regia, soprattutto nelle scene sott’acqua, capaci di confezionare alcuni momenti degni di suspance che purtroppo non sono assolutamente sufficienti a risollevare le sorti dell’intero film.

Night Swim partendo da premesse originali termina per essere un insieme di tante, troppe cose già viste e cliché troppo battuti dal cinema dell’orrore contemporaneo. La sua scrittura pigra e semplicistica fanno perdere di interesse anche laddove è presente quell’originalità che se sfruttata al meglio avrebbe potuto regalare un film horror sovrannaturale con un’ambientazione nuova da tenere in considerazione per future location.


Night Swim arriva al cinema a partire dal 22 febbraio distribuito da Universal Pictures. Ecco il trailer italiano del film:

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