Ratched è la nuova serie prodotta e in parte diretta da uno degli showrunner più prolifici degli ultimi anni: Ryan Murphy. La serie approderà su Netflix il 18 settembre e sarà composta da 8 densi episodi che permetteranno allo spettatore di entrare nelle mente e nella vita di uno dei personaggi più iconici della letteratura e del cinema: l’infermiera Mildred Ratched, la sadica e malata personalità di spicco all’interno dell’opera, prima romanzo di Ken Kesey poi film di Milos Forman: Qualcuno Volò Sul Nido Del Cuculo. Abbiamo visto la serie in anteprima e a pochi giorni dal rilascio possiamo darvi un parere su uno dei prodotti più attesi del mese su Netflix.
Ambientata nel 1947 la serie segue Mildred Ratched (Sarah Paulson), un’infermiera di guerra, arrivare in California in cerca di un lavoro stabile nell’ospedale psichiatrico della Contea di Monterey. La clinica Lucia è diretta dallo smidollato Dott. Hannover (Jon Jon Briones) appoggiato dalla sua vice nonché capo infermiera Miss Bucket (Judy Davis). Come molte cliniche psichiatriche dell’epoca, la facciata pulita in realtà nasconde un mondo interno davvero tremendo, dove vengono eseguiti brutali torture in nome della scienza, approfittando della vulnerabilità dei pazienti. Tutto cambia quando la clinica viene presa di mira dal Governatore Wilburn (Vincent D’Onofrio) in campagna elettorale, a causa dell’arrivo del pluriomicida Edmund Tellson (Finn Wittrock) che la maggioranza dei cittadini vorrebbe condannare alla pena di morte. Il Governatore inizia così a sponsorizzare la clinica per ricevere appoggio elettorale dei cittadini che vorrebbero la morte di Tellson. Perché Mildred è arrivata alla clinica Lucia? Quale misterioso segreto si cela dietro la vita della donna e di tutti i protagonisti che popolano la serie?
Come quasi ogni serie di Ryan Murphy, anche Ratched si presenta già dalla trama stessa una vera e propria serie corale, dove ogni personaggio ha una sua storia, un suo motivo d’essere, qualcosa da raccontare. Ma perché allora semplificare il tutto intitolandola solo con il nome di uno dei protagonisti? Mildred Ratched è la goccia che fa traboccare il vaso. Una burattinaia che si muove da personaggio a personaggio infettandolo con il suo veleno e intrappolandolo nella sua rete di follia. Come ogni prodotto di Murphy, anche Ratched è caratterizzato da una sigla iconica (in questo caso accompagnata dalle note della Danza Macabra op. 40 di Saint-Seans) che riassume, o per meglio dire pone all’attenzione sul significato globale di tutto il prodotto, una fitta rete di intrighi e scandali che lega ogni personaggio della serie.
Personaggio nato dalla penna di Ken Kesey, poi trasposto da Milos Forman nel film con protagonista Jack Nicholson: Qualcuno Volò Sul Nido Del Cuculo, Mildred Ratched è entrata di diritto nella lista dei “villain” più iconici del cinema. Interpretata per la prima volta da una straordinaria Louise Fletcher, la sadica infermiera è rientrata nella classifica dell’American Film Istitute “100 Migliori Heroes & Villains” posizionandosi al quinto posto. Per l’occasione, a vestire i panni dell’infermiera, ci sarà una delle muse di Ryan Murphy: Sarah Paulson. L’iconico personaggio ritorna nella serie in vesti nuove, inedite, mantenendo intatto quel carattere e quella brutalità e freddezza che tanto l’hanno contraddistinta. La domanda che Ryan Murphy si è posto è stata: “Quando Mildred e perché ha perso la sua umanità?”, e con Ratched ha provato a dare una risposta. La serie è un prequel originale di Qualcuno Volò Sul Nido Del Cuculo, dal quale però si distacca completamente per raccontare una storia inedita neanche minimamente accennata nei prodotti originali, un vero e proprio approfondimento. Nuovi personaggi, nuove ambientazioni, nuove vicende si susseguono in quella che è stata definita da Murphy stesso una “feminist horror story” che richiama alla mente uno dei suoi prodotti di punta: American Horror Story, con il quale condivide alcuni aspetti non indifferenti (basti pensare all’assonanza con Asylum, seconda stagione di AHS)
Prima di essere un horror sadico, Ratched è un vero e proprio dramma, anzi un melodramma tipico della Hollywood degli anni ’40 (uno dei periodi cinematografici preferiti dello stesso Murphy, già riproposto in diverse sue opere) dove tutto sembra essere perfetto, patinato, preciso, simmetrico, dove dietro una perfezione apparente però si cela del marcio pronto ad uscire e appestare, infettare la situazione. Come già risaputo, Murphy è un maniaco dell’estetica e della simmetria e in questa serie il tutto è elevato all’ennesima potenza. La ricercatezza in ambito visivo è ineccepibile: dagli interni della clinica a quelli del motel, dai costumi agli oggetti di scena, dal trucco alle acconciature, ci si sentirà quasi come catapultati nell’America anni ’40, dove quello che luccica però potrebbe essere una lama affilata e non solo dell’oro. Ciò che colpisce, oltre alla regia pulita, i movimenti di camera leggiadri e visivamente appaganti che caratterizzano lo stile di Murphy, è la fotografia acida, quasi surreale che pregna insistentemente la scena. Se il contorno è appagante ed “aesthetically pleasing”, questo viene completamente distorto, inacidito da una luce al limite del reale che colora insistentemente la scena di rosso, blu e verde (questi sono anche i colori che caratterizzano ogni personaggio) che non può non richiamare il sistema RGB (red, green, blue) alla base del cinema a colori. I riferimenti all’epoca però non finiscono qui. Sono martellanti le musiche tipiche di quegli anni e un orecchio più attento non potrà non notare in alcune scene la presenza di uno dei temi portanti del film Cape Fear (il remake di Martin Scorsese, non l’originale di J. Lee Thompson) “Max” composto dal compositore Elmer Bernstein, che pur non essendo un film degli anni ’40, ne richiama il tema musicale.
Il fiore all’occhiello di Ratched, oltre all’eleganza della messa in scena, sono di sicuro le interpretazioni di tutto il cast. Nata come serie corale, con un’attenzione speciale al personaggio di Mildred Ratched, si rivela essere un parterre dove si intrecciano i fili (la citazione non è casuale) di tante figure, intrecciandosi tra di loro, credo inesorabilmente dei nodi impossibili da scegliere, se non appunto tagliando di netto il filo. Sarah Paulson, musa di Murphy, che lo accompagna ormai da anni (uno dei primi ruoli con lui fu infatti un cameo in Nip/Tuck) è qui nelle vesti di protagonista assoluta. La sua interpretazione è magistrale, terrificante e distaccata, capace di far rabbrividire ad ogni suo sguardo glaciale. Ritorna sul piccolo schermo dopo una lunga assenza Cynthia Nixon (la Miranda di Sex & The City) nei panni dell’assistente stampa Gwendolyn Briggs di un altro personaggio di spicco, il viscido Governatore Wilburn interpretato da uno straordinario Vincent D’Onofrio. Menzione d’onore a due attrici co protagoniste: Judy Davis nei panni dell’infermiera Bucket e Sharon Stone nelle festi della ricca e non meno sadica Lenore Osgood che avrà qualche segreto oscuro da rivelare sulla vita del direttore dell’ospedale: il Dott. Hannover. Tra gli altri interpreti anche Finn Wittrock, altro attore feticcio di Murphy, nei panni dell’inquietante pluriomicida Edmund Tellson, Brandon Flynn (Tredici) nei panni del figlio di Lenore Osgood e Charlie Carver (Teen Wolf) un infermiere della clinica Lucia.
Come già anticipato da Murphy stesso, Ratched è stato pensato per avere una seconda stagione che andrà a legarsi con il prodotto originale. Il pretesto che collega la prima ad una eventuale seconda stagione è proprio l’ultima puntata della serie che risulta purtroppo essere la più debole, sia sul piano visivo, ma soprattutto sul piano della sceneggiatura. Ovviamente ciò non è indice di una seconda stagione non all’altezza della prima, ma dopo sette episodi da cardiopalma, lo scioglimento della tensione viene accusato e il finale risulta quasi come una sorta di ponte da un punto all’altro. Non possiamo fare a meno che attendere con ansia una seconda stagione, nella speranza che mantenga il tono e lo stile di questa prima stagione assolutamente riuscita.
Ratched arriverà su Netflix a partire dal 18 settembre. Di seguito potete vedere il trailer finale della serie: