[Recensione] Black Hammer 2: L’Evento – Chi impugna il martello

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Jeff Lemire e Dean Ormston tornano, questa volta insieme anche a David Rubin, a raccontarci tutto il loro amore nei confronti dei fumetti di supereroi in Black Hammer 2: L’Evento, in uscita oggi per Bao Publishing (trovate qui la nostra recensione del primo volume della serie).

Fin’ora, avevamo solo intravisto la figura di Black Hammer, uno degli eroi di Spyral City, strappato anche lui misteriosamente alla sua dimensione e relegato a vivere ai limitari della cittadina di Rockwood. Non sapevamo quel fosse stato effettivamente il suo destino, ma sapevamo solo che aveva lasciato orfana la figlia Lucy… Che nell’ultima pagina del volume precedente è riuscita a raggiungere i compagni del padre nella nostra dimensione. Qui si aprono le vicende del secondo capitolo della serie scritta da Jeff Lemire: continuando a saltare tra presente e passato, scopriamo le origini di Black Hammer, ennesima citazione (addirittura doppia questa volta) ai personaggi più famosi della storia del fumetto americano, per poi tornare ai nostri protagonisti, ancora intenti a cercare di convivere nella miglior maniera possibile con gli altri abitanti della cittadina, continuando anche scoprire però anche altri dettagli sul loro passato, tornando alle loro precedenti vite di vigilanti di Spyral City e non. Ma questa volta abbiamo una variabile in più, ovvero la giovane Lucy, che come ogni buon giornalista che si rispetti, porterà avanti le proprie indagini sulla scomparsa degli eroi, ma cercando anche di comprendere il più possibile su Rockwood, cittadina che potrebbe non essere proprio quello che sembra…

In questo secondo capitolo ritroviamo tutti gli elementi che hanno fatto del suo predecessore uno dei migliori titoli pubblicati nell’anno passato nel nostro paese: continuando a scavare nel passato dei nostri protagonisti, ne mettiamo sempre più in luce i difetti, le brutture e le sofferenze, che ora sono amplificate dalla frustrazione che questi provano da quando sono finiti nel nostro mondo. A questo si aggiunge una nuova componente, quella thriller, sviluppata, come detto prima, dall’inserimento del personaggio di Lucy, ma anche da un vero e proprio giallo che probabilmente proprio la nostra giornalista dovrà risolvere. Conosciamo anche un pochino più a fondo uno dei protagonisti delle serie spin off di Black Hammer, ovvero il Dottor Sherlock Frankenstein, la nemesi della piccola/grande Gail con la quale sembra avere un rapporto molto particolare. Scopriamo finalmente le origini di Talky Walky, il robot parlante di cui sapevamo ancora poco, protagonista insieme al Colonnello Weird di un numero speciale disegnato interamente da David Rubin (leggi qui la nostra intervista a David Rubin durante Lucca Comics and Games 2017). Seppur sia davvero complicato trovare dei difetti a questa splendida serie Dark Horse, ci si potrebbe aspettare che gli ingranaggi comincino a ruotare e che la storia cominci a svilupparsi sempre più, ma evidentemente Jeff Lemire preferisce prendersi ancora più tempo, mettendo sempre più carne al fuoco prima di ingranare.

A livello artistico, il secondo capitolo di Black Hammer è senza dubbio superiore al primo, questo perchè non solo Dean Ormston sembra essere sempre più partecipe delle vicende dei suoi personaggi, dandogli quindi sempre più spessore, ma anche perchè il volume è arricchito dalle altrettanto splendide tavole di Rubin, talentuoso fumettista spagnolo. Il suo stile si presta alla perfezione per raccontare una parentesi molto spensierata dal passato di alcuni dei nostri protagonisti, portandoci a vistare pianeti alieni colorati e ultratecnologici e andando anche a sconvolgere la costruzione della griglia in maniera molto originale.

Con Black Hammer andate sul sicuro, quindi se non avete ancora letto questa fantastica storia di supereroi dovreste davvero rimediare, vista anche l’estrema cura che Bao Publishing mette sempre nelle opere che pubblica nel nostro paese.