[Recensione] Gomorra Stagione 3 – La nuova generazione si fa avanti

0

Si è infine conclusa anche la Terza Stagione di Gomorra La Serie, non solo con il botto ma anche con un amaro patto. Il finale della seconda stagione di Gomorra chiudeva molte porte relative alla vecchia generazione con la morte di molti di storici personaggi, e perché no anche un pò anziani del cast, come Pietro Savastano interpretato da Fortunato Cerlino, ma allo stesso tempo apriva la strada ad un futuro più giovane per Gomorra, che quest’anno ci ha presentato tanti volti nuovi e ha ampliato la schiera di criminali con cui Genny e seguito hanno avuto a che fare.

La Terza stagione ovviamente continua direttamente dal finale della seconda con un Malammore (Fabio De Caro) in cerca di vendetta per la morte di Don Pietro e un Genny (Salvatore Esposito) che si finge totalmente estraneo alla morte del padre e che si sta rifacendo una vita con Azzurra (Ivana Lotito) e figlio. Questo ovviamente sarà solo l’incipit da cui si dipaneranno tutte le vicende che coinvolgeranno di nuovo vecchi personaggi come Scianel (Cristina Donadio), Patrizia (Cristiana Dell’Anna) e nuovi personaggi come Enzo Villa detto Sangue Blu (Arturo Muselli) e Valerio detto O’ Vucabulà (Loris De Luna).

Gomorra quest’anno non cambia, già dalle prime battute rimane fedele a sè stesso, anzi possiamo dire che rimane rispettoso di sè stesso; I Vari personaggi introdotti infatti danno nuova linfa alla serie che appunto non sta più raccontando la storia del solo clan Savastano, ma sta raccontando la storia di una nuova classe di mafiosi, la nascita o se vogliamo la rinascita di due clan, quello dei Villa, comandato da Enzo e quello dei Savastano, con esponente ovviamente Genny. In tutto questo troverà ovviamente posto Ciro Di Marzio detto l’Immortale (Marco D’Amore), che ritroveremo in una veste che non vedevamo più dalla prima stagione, ma che gli si confà benissimo insieme a quell’aria da uomo distrutto e che ne ha viste tante, troppe, ma che ha ancora qualcosa da dire all’interno del Sistema, nonostante la stanchezza sempre più evidente.

Ovviamente la nascita di queste nuove famiglie, porterà con sè sangue e tradimenti, a cui ormai la serie ci ha abituato, ma che hanno un sapore tutto nuovo, non perché più creativi, ma perché più ramificati, prima si era sempre agito in “piccolo”, ora si guarda a Roma e a tutto Napoli, non solo a Secondigliano e alcuni quartieri limitrofi, ed ovviamente questo ha fatto si che dovessero essere introdotti altri personaggi come ‘O Stregone (Carlo Cerciello), figura enigmatica e che tenta di far ragionare sempre i suoi Confederati, e anche Edoardo ‘o Sciarmant Arenella (Pasquale Esposito), il Boss di Forcella e dei Quartieri Spagnoli e membro dei Confederati di ‘O Stregone.

I personaggi sono tanti, e assolvono tutti i loro compiti, non creando confusione nelle gerarchie e nemmeno incasinando più di tanto la trama della serie. Gli intrighi sono sempre machiavellici, ma la trama rimane sempre scorrevole e intrigante.

Di tutti i nuovi personaggi introdotti sicuramente il più interessante, anche per come appare su schermo, è Enzo, capace di attirare subito le simpatie o le antipatie del pubblico, e che funziona decisamente bene. Siamo infatti di fronte ad un personaggio tridimensionale e non una macchietta inserita lì a far numero, ma che anzi con il progredire delle puntate e dello screen time si fa presto un nome sia tra gli spettatori che nella narrazione stessa. Potrebbe decisamente riservare delle sorprese andando avanti con le puntate della quarta stagione e anche di una ipotetica Quinta Stagione, seguendo un percorso simile a quello intrapreso da Genny, grazie anche agli innumerevoli consigli di Ciro.

Trovano sempre di più il loro spazio e la loro identità lontano dall’ingombrante figura di Pietro anche Patrizia e Genny, alleati improbabili che si trovano insieme a gestire una situazione inusuale, proprio la donna sarà un altro punto fermo importante per Genny oltre a Ciro nella stagione e regalerà enormi soddisfazioni agli spettatori, sopratutto per quel piglio che ha nei confronti degli altri mafiosi e anche perché ha effettivamente una certa presenza, a differenza di Scianel, più composta e meno vistosa e quindi anche più vicina, forse, al pubblico.

Gli sceneggiatori come già ci avevano abituato fanno un ottimo lavoro nel tratteggiare non solo ogni singolo personaggio ma anche nel dare ad ogni singola storia una propria utilità e non farla risultare fine a sè stessa, nonostante qualcuna di esse si trascini magari troppo o troppo poco.

Il comparto tecnico, sopratutto la regia è sempre ottima, Gomorra ci ha abituato da anni ad uno standard che in molti cercando di replicare a livello di impatto visivo e anche di narrazione per immagini, ma che difficilmente sarà emulato bene, in quanto proprio figlio della cinematografia di Stefano Sollima e che ben viene replicata dai suoi collaboratori di sempre: Claudio Cuppelini e Francesca Comencini. Infatti dove non trovano spazio le parole, arriva la telecamera a sopperire ad esse, narrando effettivamente per immagini la scena, caratteristica che non sempre accumuna tutte le serie, anzi non è scontato dirlo, quindi lo ribadisco, Gomorra narra non solo con le parole, ma anche con le immagini e con gli sguardi. E questa stagione più di tutte, dove uno sguardo spesso tradisce di più di una parola fuori posto.

La fotografia, sempre con quei toni grigi e scuri, l’unica luce che trova spazio tra questi quartieri criminali è una luce innaturale, data dai neon o dai lampadari vistosi e sopratutto dallo scintillio di collane ed altri oggetti che i personaggi hanno con sè come portafortuna o come caratteristica distintiva.

Gomorra con questa Terza Stagione ha ulteriormente ampliato i suoi confini, ha di puntata in puntata osato fino ad un finale che potrebbe essere definito a torto, da chi ne ha una visione superficiale, poco d’impatto ma che anche solo per una scena merita non solo di essere visto, ma pone decisamente questa produzione in cima alle produzioni non Europee ma Mondiali, con una qualità complessiva ancora una volta impressionante.

Forse l’unico difetto che potrei trovare a questa stagione è stata la rappresentazione di alcuni dei personaggi, sopratutto dei nuovi, dipinti quasi come anti eroi, mentre nelle prime stagioni tutti i personaggi, dai mafiosi più incalliti ai più giovani membri del clan, risultavano essere solamente dei criminali della peggior specie; ma questo è solo un piccolo difetto a fronte di una quantità spropositata di punti positivi e non inficia per nulla la fruizione della serie. Se non avete ancora iniziato siete ancora in tempo per recuperare, e noi non possiamo che consigliarvi caldamente di farlo, dato che la prossima stagione si preannuncia decisamente una bomba, in tutti i sensi.