[Recensione] La Saga di Grimr di Jeremie Moreau

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la saga di grimr

la saga di grimrL’Islanda, da sempre una terra di leggende, miti e storie di eroi che combattono contro mostri e draghi. E’ la terra delle “saghe”, i racconti che venivano tramandati dagli skald di villaggio in villaggio, ma è anche terra di uomini semplici, che convivono con i freddi ghiacci e i vulcani, pronti ad eruttare da un momento all’altro.
E’ in questa terra che il fumettista francese Jeremie Moreau, già conosciuto per aver disegnato La Scimmia di Hartlerpool, comincia a raccontare la storia di Grimr, giovane destinato ad entrare nella leggenda. E, come per Hartlepool e Corri, Tempesta!, Moreau trova nuovamente in Tunuè l’editore che non solo pubblicherà nei prossimi giorni il suo nuovo libro, ma che ospiterà anche l’autore durante la prossima edizione di Lucca Comics and Games.
Proprio come quelle degli eroi delle leggende norrene, la storia di Grimr inizia dal nulla: persi i genitori a causa di un’eruzione vulcanica, il ragazzo incrocia la sua strada con quella di Vigmar, personaggio ingegnoso e controverso, ma l’unico che riconosce il valore e la forza di Grimr, ad eccezione di un misterioso vecchio. L’incontro fra i due ne cambierà inevitabilmente le vite, che, esattamente come in uno spettacolo teatrale (o in una storia raccontata attorno al fuoco da uno skald), si svolgono sullo sfondo della splendida ed insidiosa terra dell’Islanda. Crescendo, in Grimr comincia anche a nascere lo stesso spirito di chi, prima di lui, viveva nelle leggende, diventando sempre più affamato di affermarsi e di scolpire il proprio nome nella storia del suo popolo, andando anche contro a tradizioni eradicate da generazioni nella sua fredda terra.
Parlare dell’Islanda come un mero panorama in questo caso sarebbe però più che riduttivo: più volte, nello svolgersi della storia, la terra del ghiaccio e dei vulcani si è dimostrata parte attiva, se non decisiva, del destino dei suoi abitanti. Prima come una madre amorevole, che culla il sonno dei propri figli e ne benedice i raccolti, poi come un impietoso flagello, che, come un vento gelido, lacera e miete tutto ciò che trova sul suo cammino, vite umane comprese. La Saga, dunque, è anche una vera e propria celebrazione della terra islandese e del suo popolo, popolo che da generazioni vive “su un mostro col fuoco nelle viscere”.

“Le nostre vite sono fatte di metallo incandescente. Fintanto che rosseggiano, ne siamo i fabbri. Creatori ed inventori di noi stessi. Ma come il metallo del fabbro che si raffredda, come la colata di lava che raggiunge il limite della propria espansione, le nostre vite si cristallizzano. Ed è soltanto in questo istante che si può dire chi si è stati. Quando la colata della nostra vita ha assunto la sua forma definitiva.”

Una terra del genere può dunque ospitare solo uomini forti e temprati, legati alla propria famiglia e devoti alle tradizioni; tradizioni, come la riunione giuridica Thing, che vengono riprese dall’autore. E poi ci sono uomini come Grimr, che, pur di scrivere il proprio nome nella storia, sono pronti ad andare contro a queste tradizioni. Perché, come Vigmar il Valoroso gli ha insegnato, i genitori, i beni, sono passeggeri, ma quello che effettivamente rimane, una volta che le nostre vite si sono spente, sono il nostro nome e la nostra reputazione. Andando avanti nella lettura, apparirà sempre più evidente come ci sia un legame molto forte fra Grimr e la sua terra, entrambi caratterizzati da un’apparente spirito mite e freddo, ma che, nel profondo, ardono intensamente.
Firmandosi come autore completo, Jeremie Moreau si dimostra, dopo l’eccellente prova de La Scimmia di Hartpool, non solo un ottimo sceneggiatore, ma anche un talentuoso disegnatore. Vi basterà soffermarvi sulle pagine su cui vengono dipinti i vari paesaggi dell’Islanda, che essi siano fertili e verdeggianti pianure, montagne e colline innevate, o dei pozzi di lava che ribollono nelle viscere della terra. Allo stile pittorico, si mescola anche quello contaminato dai manga giapponesi e dalla animazione (un po come è per Bertrand Gatigonl nella realizzazione de Gli Orchi Dei, di cui vi abbiamo già parlato).
Con non poca sorpresa, la storia di Grimr sembra davvero essere un racconto tramandato dagli skald di focolare in focolare, un vero e proprio inno all’Islanda, una storia di riscatto e di affermazione, e, non da ultimo, uno dei migliori titoli pubblicati quest’anno nel nostro paese.