[Recensione] Odio Favolandia Volume 3 di Skottie Young – Bella e Buona

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Odio Favolandia

Skottie Young ci ha preso gusto: arrivato al terzo volume, Odio Favolandia, pubblicata per Image, non dà segni di cedimento, anzi, si riconferma una serie dallo spiccato black humor, capace di intrattenere e divertire come nella miglior tradizione del comicbook.
Nei 5 episodi di questo volume, intitolato “Bella e Buona” osserviamo come Gertrude provi a diventare più buona, a reprimere la parte trucida e volgare che predomina dentro di sé (e che amiamo tanto), poiché dopo l’incontro con una sua accanita fan, in un meraviglioso momento di metafumetto, non riesce a sopportare più nemmeno se stessa: nella struttura del volume, prevalentemente verticale, ovvero che si concentra di più sul singolo episodio piuttosto che sulla trama generale della serie, Gertie, aiutata dalla sardonica mosca guida Larry (tra l’altro l’episodio dedicato a lui e disegnato da Dean Rankine è a dir poco fenomenale) affronterà numerose peripezie al fine di dissotterrare la parte più buona del suo animo che le consentirà di uscire da Favolandia, che, francamente non è un posto adatto per una trentenne, pur sotto le sembianze di una bambina.

Grazie al suo stile cartoonesco e alla sua ironia tagliente, Skottie Young confeziona ancora una volta una piccola perla ricca di stile e adatta sia ai lettori più navigati che ai neofiti, anche in edizione italiana, curata da Bao Publishing e con la traduzione di Michele Foschini, che, pur con l’impossibilità di mantenere gli idiomi e i giochi di parole in inglese, riesce a confezionare una traduzione fresca e fruibile.
Tra i temi esplorati da Young spicca la ricerca della bontà e il confronto interiore: Gertrude, da sanguinaria regina mattatrice di Favolandia, inizia a farsi domande su come possa apparire agli occhi degli altri, pensa a tutte le scorribande, le uccisioni e i massacri compiuti e decide, così, di diventare il modello positivo a cui ha sempre aspirato. Un detto, però, afferma “Attento a cosa desideri.”, perché, per quanto le intenzioni di Gertie siano delle più limpide e cristalline possibili, il finale ci riserverà un clamoroso plot twist da non perdere.
Già parodia del genere epico/fantastico della quest, troviamo all’interno dell’episodio 12 un omaggio ai film di samurai che hanno reso grande il cinema storico giapponese, nelle persone di Mizoguchi e Kurosawa, oltre ad un palese riferimento a Usagi Yojimbo, il fumetto nippoamericano di Stan Sakai.
Il vero punto di forza, però, è l’umorismo della serie: il mondo edulcorato e stucchevole di Favolandia si sposa meravigliosamente con il mix di black humor, slapstick e comicità “internettiana” che anima i dialoghi di Gertrude e di Larry (un vero e proprio misto tra il Groucho di Dylan Dog e l’androide Marvin creato dal compianto Douglas Adams in Guida Galattica per Autostoppisti) e le loro situazioni paradossali.

Il progetto di Young, che ricordiamo essere sceneggiatore e disegnatore della serie, iniziato quasi come un esperimento, continua ormai da 15 numeri e non è intenzionato a fermarsi, nemmeno quando sembriamo aspettarcelo di più: nel contesto del fumetto degli anni 2010, postmoderno, minimale e ricco di sperimentazioni, “Odio Favolandia” entra di diritto (sfondando la porta) nei prodotti più gradevoli di questa nuova corrente fumettistica.


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