[Recensione] ODY-C Volume 1: Verso Ithicaa

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ody-c

Il 2018 è appena iniziato e sin dai primi mesi dell’anno arrivano i primi candidati a fumetto dell’anno. Infatti la scorsa settimana è stato pubblicato in Italia grazie a saldaPress il primo volume di ODY-C, ultima fatica di Matt Fraction e Christian Ward, fumetto pubblicato originariamente negli Stati Uniti da Image Comics.

“Cantaci, o Musa,
 di Odyssia,
scaltra e raminga,
che viaggiò verso casa
alfin cessata la guerra”

Il fumetto è una rielaborazione fantascientifica della Odissea ma con al posto dei guerrieri Achei machisti e combattivi, delle sorta di amazzoni guerriere valorose e con strumenti hi tech oltre che organici. La protagonista del fumetto è Odyssa (ex Odisseo/Ulisse della mitologia, ndr), che si sta dirigendo a casa dopo la guerra durata 10 anni su Troiia VII, uno dei mondi-regno che popolano il cosmo; dalla guerra ne sono sopravvissute pochissime di Achaee, principalmente a noi nel racconto ci viene parlato e siamo introdotti subito ad Odyssa, Gamen e Ene, che capiamo essere le comandanti sopravvissute alla grande guerra grazie all’astuzia della strega-lupa, Odyssa. Le guerriere quindi ormai abbandonato il putrido e desolato mondo-regno di Troiia tornano a casa, ma ancora non sanno che gli Dei sono avversi al loro ritorno, soprattutto Zeus, lei è infatti infastidita dalla fine del suo divertimento e decide di tenere ancora un po’ sulle spine le guerriere di Odyssa e la stessa strega-lupa.

La rielaborazione messa in atto da Fraction della Odissea di Omero, risulta molto più mitica e pop di quello che si potrebbe pensare, ma anche molto solenne; l’autore ci catapulta già dalle prime pagine non in un mondo ma in un cosmo, abitato da popolazioni che rispecchiano le varie popolazioni dell’antica Grecia e che hanno combattuto o erano presenti durante la Guerra di Troia, come appunto i Troiani, gli Achei e persino i luoghi sono stati adattati non ad un gusto più contemporaneo ma più pop e fantascientifico. Lo stile di scrittura adottato da Fraction è molto particolare, infatti qui dimostra la sua capacità di non solo essere uno scrittore di fumetti, ma anche uno scrittore a tutto tondo, infatti riproduce durante la narrazione i versi dell’opera di Omero con tono solenne e magnifico quasi fosse l’omero di questa realtà, anzi, proprio come l’Omero di quella realtà.

I personaggi sono per lo più  rappresentazioni al femminile degli omonimi maschili dell’opera Greca, ma anche qui Fraction sorprende aggiungendo qualche twist suggerito da trasposizioni cinematografiche dell’omonima opera di Omero oppure fatte intendere dalla stessa, creando quindi anche una certa differenziazione della caratterizzazione e dello svolgimento di alcuni “versi”.

Così come le Achaee sono valorose ma anche fallibili, abbiamo poi gli Dei che dovrebbero essere perfetti, infallibili, ma che non riescono a bearsi di quello che hanno creato e decidono quindi di interferire nelle vite umane, dimostrando come sono molto più vicini agli umani di quanto vogliano ammettere, così come questi provano piacere dal peccato e dalla carne, lo provano anche loro, ma su livelli più grandi e quasi onirici, a proposito di questo c’è una scena che ben descrive come avviene il rapporto carnale tra questi essere superiori che sembrano in preda ad istinti quasi primordiali – in contrapposizione diretta con invece il modo di avere rapporti carnali degli esseri umani, molto più dolce e raffinato, tra le coperte ci si scambia amore e conforto e fuori ci si da forza e conoscenza dei punti deboli di uno e dell’altro.

Christian Ward invece completa il lavoro fatto da Fraction definendo character design molti sinuosi, poco plastici e malleabili, adatti a delle guerriere che nonostante indossino vesti all’avanguardia, ancora combattono come amazzoni. Il maggior lavoro del disegnatore lo si può notare però non solamente nella rielaborazione dei costumi o in quella dei luoghi, che risultano molto più insidiosi nonostante i colori vivi e vibranti dello stesso Ward – ma bensì nella composizione della tavola, ci sono momenti di pure arte sequenziale che ricordano scelte che lo stesso Fraction aveva fatto rappresentare a David Aya su Hawkeye ma qui non solo precise, anche pop e sotto acidi, già dai primi numeri si ammirano lunghe sequenze senza didascalie o baloon ad accompagnare l’azione che lasciano a bocca aperta per la cura dei dettagli e la capacità di Ward di adattare così bene il suo tratto.

L’impressione che infatti si ha durante la lettura di tutto il fumetto è di trovarsi davanti ad una Odissea che rispecchia molto di più una visione psicadelica più che da potente dramma, ma che non disdegna momenti intensi come il necessario  abbandono delle sei migliori guerriere achaee da Eolo.

La cura che salda press ha messo nell’edizione è incredibile, non tanto nella confezione che è la tipica dell’editore ma bensì nelle traduzioni che rispecchiano decisamente lo stile di Fraction e danno un’ulteriore solennità al racconto. Che altro dire, ODY-C del duo Fraction/Ward è promosso su tutta la linea e non possiamo far altro che aspettare, oserei dire con impazienza, il secondo volume.

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