[Recensione] Tonya – La parabola discendente di Tonya Harding

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i tonya

Tonya (in originale I,Tonya) è un film biografico basato sulla storia della pattinatrice olimpica Tonya Harding, interpretata da Margot Robbie, ed è diretto da Craig Gillespie.

Il film segue appunto la vicenda di Tonya (Margot Robbie), prima pattinatrice Statunitense a riuscire a realizzare un triplo axel, una performance altamente difficile, così come lo è tutta la sua vita, dalla sua infanzia costellata dalle pressioni della madre, Lavona Harding (Allison Janney), alla sua adolescenza, dove ha conosciuto Jeff (Sebastia Stan), colui che poi diventerà suo marito e arriva fino al 1994, anno dell’incidente che le ha definitivamente distrutto la carriera.

La pellicola non si discosta molto da altri biopic, ma almeno nel raccontare la storia tenta di fare qualcosa di più, facendo narrare gli avvenimenti agli attori che interpretano i personaggi della vicenda come fosse un’intervista video; queste interviste passano a schermo tra un momento importante e un altro. Da questo punto di vista, l’idea di utilizzare video interviste fittizie per narrare la storia ha reso nettamente più interessante e divertente vedere la pellicola. Queste interviste infatti vanno quasi a confondere le idee dello spettatore che spesso non riesce a credere a quello che sta vedendo e nemmeno a quello che gli viene raccontato, nonostante alla fine sarà proprio un’intervista a chiudere la pellicola, con la verità schietta e cruda di quegli anni infernali per la protagonista. Per il resto la sceneggiatura curata da Steven Rogers non è particolarmente difficile da seguire, ma riesce nel’arduo compito di dare una caratterizzazione non superficiale alla maggior parte dei personaggi, e la parabola di ognuno è ben raccontata all’interno del film.

Dal punto di vista della regia, Gillespie fa un buon lavoro non discostandosi dallo stile classico di tutti i biopic del genere regalando anche delle scene notevoli, soprattutto grazie ad un gusto ed ad una estetica dei costumi e della fotografia che sicuramente rendono visivamente affascinante la pellicola. Infatti i costumisti sono riusciti a rendere perfettamente un dettaglio del pattinaggio come la presentazione degli atleti, che potrebbe sembrar insignificante per i più ma in realtà per uno sport che si basa anche sull’aspetto visivo è molto importante.

Il pregio maggiore della pellicola è però uno, le interpretazioni, soprattutto quella di Margot Robbie. Tonya è infatti un personaggio che non ama veramente quello che fa, lo fa solo perché è l’unica cosa che le è stata insegnata e che sa fare; la vita di Tonya non è altro che una continua montagna russa, lei viene sbattuta giù sempre di più, per poi vederla tornare su, fino all’ultimo colpo finale che la mette decisamente al tappeto. Tonya non ha praticamente avuto un’infanzia o un’adolescenza e questo ha avuto un impatto notevole sulla sua vita, tanto da arrivare a sposare colui che per la prima volta l’ha trovata carina. Il personaggio sicuramente è complesso e la Robbie riesce magistralmente ad interpretarlo, riuscendo a nascondere la propria bellezza e a diventare quasi irriconoscibile, specialmente quando ha i suoi scatti d’ira o quando è nel periodo più triste e miserevole della sua vita, ossia il matrimonio con Jeff. Jeff, interpretato da Sebastian Stan, è un uomo che non ha dei sogni, o almeno non ha la capacità per realizzarli, se Tonya ormai è assuefatta alla fama e al suo sport, lui non è altro che un peso per lei, credendo invece di essere il contrario, un omuncolo piccolo ed insicuro, che non farà altro che affondare la moglie. Lavona Harding, interpretata da Allison Janney, è invece un personaggio tipico dei drammi familiari con protagonista ragazze poi diventate famose, è la madre che tenta di vivere tramite la figlia, quella madre che sa non di non poter realizzare i propri sogni, sia per incapacità che per mancanza di temperanza. E’ quindi una figura ingombrante per Tonya, che non le permetterà di crescere o di fare considerazioni anche solo personali. Citiamo anche il personaggio di Diane Rawlison, interpretata da Julianne Nicholson, l’unica che non sfrutta Tonya ma cerca di farle superare quella sua condizione di dipendenza, prima dalla madre e poi dal marito e Shawn, amico di Jeff, un uomo sovrappeso che non riesce a capire quando è il caso di fermarsi e prende spesso decisioni che costringono poi Jeff ad agire in maniera totalmente opposta a come dovrebbe in realtà comportarsi.

Tonya, è un film che vive dei personaggi, in continua parabola discendente, e di momenti in cui la protagonista splende vistosamente, ma sono quei momenti che per lo più servono a nascondere una malinconia e un’incapacità di vivere fuori da un rapporto quasi patetica, ma che in un certo senso potrà sul finale avere in parte una rivincita amara.

 

Volete un’opinione diversa? Vi consigliamo la recensione dei nostri amici di Whysoserial.it, buona lettura!

Tonya, una vita tra scandalo e talento