[Recensione] Tremors: A Cold Day in Hell – Quando non rimane che scavare

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Siamo nel 1990, nelle sale americane esce Tremors, che si rivelerà un film dalla notevolissima fattura, sceneggiatura a dir poco ottima e un misto di generi singolare quanto azzeccato, potendo vantare di essere il primo Buddy-movie horror capace di parodizzare lo stesso genere su cui si basa.

Tremors é diventato quindi un vero e proprio film di culto. Capace di resistere alle prove del tempo e restare comunque perfettamente visibile ai giorni nostri nonostante siano passati ben 28 anni dalla sua uscita. Se vi parlo di ciò è perché da circa un mese é disponibile in dvd il sesto capitolo della saga di Tremors, denominato “A Cold Day in Hell”.

La trama di questo film é presto detta, Burt Gummer viene scoperto a evadere il fisco ed ha bisogno di soldi per non farsi confiscare tutte la sua proprietà. Fortuna (o sfortuna) vuole che all’estremo nord del Canada facciano la loro comparsa i Graboid, ed un gruppo di ricerca chiami il veterano per chiedere che lui risolva i loro problemi. Burt quindi parte per l’ennesima caccia ai Graboid, incurante del fatto che un misterioso malanno stia per ucciderlo. Non giriamoci intorno, Tremors 6 é un film a dir poco orrendo, capace di fallire sotto ogni punto di vista e di avere lacune gravi in ogni dipartimento cinematografico possibile. Non ci credete?

Partiamo dalla produzione, quando fai un film ambientato all’estremo nord canadese, tra i ghiacci perenni e le montagne forse sarebbe meglio girare in una zona fredda, non in Sud Africa trasformando la sabbia in neve con la computer grafica e modificare lo spettro dei colori nella speranza, vana, che nessuno se ne accorga. La base registica da cui dovrebbe partire ogni professionista degno del nome é quella di non entrare nel campo della camera, nemmeno tramite il riflesso negli occhiali dei personaggi. A proposito, molto belli i treppiedi e le due camere. Gli attori che partono palesemente fuori posizione, compiendo azioni in luoghi in cui loro non dovrebbero essere secondo quanto visto nella scena precedente. Parlando invece della sceneggiatura sono ben visibili molti errori di scrittura sin dai primi minuti, e proseguendo la situazione non é migliorata affatto.

Sono abbastanza sicuro di aver visto lo stesso tipo morire almeno due volte nel corso della pellicola, anche se considerando il film che si é rivelato essere, non ingaggiare uno o due attori supplementari non é stato un gesto di taccagneria, ma un atto di pietà. Anche gli attori principali non sono da meno, non riuscendo nemmeno ad imbastire una sana discussione fatta da botta e risposta, ci sono personaggi che anticipano le risposte a domande mai arrivate. Passiamo agli effetti speciali, c’è da dire che le scene a rallentatore sono davvero molto belle e ben fatte, peccato che a rovinare il tutto sono proprio i modelli dei mostri, che fanno seriamente dubitare lo spettatore su cosa stia vedendo. La fotografia della pellicola è davvero aberrante, l’illuminazione risulta completamente blu nonostante le scene siano in un luogo chiuso oppure in grandi distese di sabb..Neve. A questo si aggiungono anche errori fin tropo banali e dilettantistici, come la mancata messa a fuoco della camera.
Per concludere passiamo al Montaggio. In tutta la mia vita, non ho mai visto un errore come questo, in tutti i film orribili che ho visto (e ne ho visti tanti) non mi é mai capitato di vedere una scena, che evidentemente doveva essere stata scartata, essere poi inserita nel montaggio finale del film. Ad un certo punto del film un personaggio viene chiaramente “masticato” da un Graboid, salvo poi comparire sano e salvo nei fotogrammi immediatamente successivo.

Tremors: A Cold Day in Hell é un film dalla qualità davvero scadente, di sicuro il peggior film di tutta la saga. Vi é però un “ma”:  nonostante tutti questi difetti, ad una data utenza potrebbe anche piacere. Più nello specifico ai fan del “It’s so bad it’s so good”, ai loro occhi questo film risulterà la seconda venuta di cristo.