[Recensione] Yakari: il piccolo Sioux sbarca su Netflix

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Un piccolo indiano Sioux che ama la natura, capace di comprendere il linguaggio degli animali e che cerca di coesistere con il proprio villaggio mantenendo le tradizioni degli antichi nativi americani. E’ la storia di Yakari, protagonista dell’omonima serie a fumetti scritta da Job (André Jobin) e disegnata da Derib (Claude de Ribaupierre) per l’editore Le Lombard destinata a un pubblico di bambini, che ora sbarca su Netflix sotto forma di serie animata. Tradotta in 17 lingue, le strisce di Yakari nascono nel 1969 sulle pagine di un piccolo giornale svizzero con lo scopo di far conoscere la spiritualità e la storia degli indiani delle praterie al pubblico dei più piccoli. L’approccio del fumetto, semplice e diretto ha determinato il successo di questo personaggio non solo tra i più giovani ma anche tra gli adulti, ecco spiegata la sua ascesa verso il grande schermo.
Dal 15 giugno su Netflix è possibile vedere i 52 episodi delle avventure del piccolo Yakari, il suo cavallo Piccolo Fulmine e la grande Aquila. Come le strisce gli episodi sono brevi (di circa 12 minuti l’uno) ognuno con una morale o una caratteristica ben precisa che tratta la spiritualità e tradizione Sioux. Il cartone è molto interessante ed educativo proprio grazie alla presenza di elementi legati alla cultura dei nativi americani: la vita all’interno della tribu, i valori come la famiglia, l’amicizia e l’amore ma soprattutto quel rispetto verso la natura e la madre terra alla base di ogni Indiano d’America. Anche l’umanizzazione degli animali e la personificazione degli elementi naturali sono tutti basati sulle leggende e tradizioni degli antichi popoli delle praterie. Yakari è un giovane Sioux molto curioso, generoso che vive in perfetta simbiosi con ciò che lo circonda, consapevole che ogni elemento naturale fa parte del grande cerchio della Madre Terra. Ambientato nella Grande Prateria, tra il Sud Dakota e Nord Dakota, dopo il quindicesimo secolo, epoca in cui i nativi vivevano in sintonia con la natura e con tutto ciò che li circondava.
I primi 26 episodi sono adattamenti fedeli degli album disegnati da Derib, mentre i successivi 26 sono basati su scenari originali ma sempre con lo spirito dell’ideatore. I disegni e le colorazioni sono molto tradizionali, ma non per questo di scarso livello, l’utilizzo di colori molto accesi fanno di Yakari un piccolo grande classico. Per come vengono affrontati i temi dei meravigliosi popoli delle praterie senza dubbio è una serie consigliata sia da mostrare ai più piccoli ma anche e soprattutto a coloro che sono appassionati di cultura americana, con lo specifico dei nativi. La sceneggiatura è di buonissima fattura e non tralascia i dettagli più importanti, come l’attendibilità del villaggio, i tepee e le attività dei vari componenti, gli abiti dei Sioux, le leggende da cui sono tratte molte storie e anche le gerarchie all’interno della stessa tribù. La sua leggerezza non è per nulla scontata e riesce a focalizzare sia per i più piccoli ma anche per i più grandi il grande sogno dei Sioux (mai avverato purtroppo): quello di vivere a 360° in sintonia con i frutti della propria terra.