Il Salone del Libro di Torino è tornato in presenza in questi giorni, dal 14 al 18 di ottobre (date inedite, visto che di solito il Salone si svolge a Maggio). L’anno scorso la fiera ovviamente era saltata causa Covid-19, tenendo soltanto alcune conferenze fruibili online, mentre quest’anno il Salone è tornato ai suoi antichi splendori, con quattro padiglioni pieni di stand di case editrici e un programma ricchissimo di eventi che spaziano nei vari ambiti della letteratura, sfociando anche in approfondimenti sui nuovi media e le direzioni moderne che questa arte potrebbe prendere.

Uno dei quattro filoni che interessano le conferenze di questo Salone del Libro di Torino è quello dei “Mondi Immaginari“, con un analisi sul fantastico, come genere che comprende fantasy, fantascienza e horror, e su come questo immaginario si è sviluppato fin ora e su come gli scrittori italiani possono dare il loro contributo.

Particolare attenzione poniamo a una casa editrice indipendente che negli ultimi anni sta iniziando a farsi un nome di un certo prestigio nel panorama. Stiamo parlando ovviamente di Acheron Books. L’editore è stato fondato nel 2015 con una mission particolare: scovare autori italiani e opere delle varie sfumature del fantastico e tradurli per proporli al mercato estero, in particolare anglofono; questo è anche il motivo per cui i primi libri pubblicati dalla casa hanno tutti un titolo inglese: doveva essere una casa editrice italiana per stranieri. Questa mission è però cambiata: visto la straordinaria efficacia degli autori ingaggiati, e la particolarità delle opere, valorizzate da un’ambientazione italiana, Acheron ha deciso di orientarsi di più al suo pubblico italiano, puntando a diffondere il genere fantastico tra i conterranei. Il loro catalogo, molto ampio, offre una serie di romanzi ambientati nei luoghi più disparati, dalla Sardegna, al Piemonte, dalle Dolomiti a Firenze, passando dall’horror, al fantastico folkloristico, al fantasy storico.

Una delle proposte più interessanti di Acheron in questo Salone del Libro è Eternal War di Livio Gambarini. Questa saga, in giro ormai da qualche anno, è giunta al suo quarto e ultimo volume e racconta la storia di Dante Alighieri e Guido Cavalcanti, narrata attraverso la voce dello spirito guida della famiglia Cavalcanti. Questo fantasy storico attinge alle leggende del folklore medievale italiano, sia cristiane che pagane, mescolando elementi originali a una riscrittura delle opere fondamentali della letteratura italiana. Non a caso l’ultimo volume della saga si chiama proprio Inferno, ed è un retelling della prima cantica della Divina Commedia, come la stessa opera di Dante può essere considerata una riscrittura di storie già famose all’epoca, dal celebre sesto libro dell’Eneide, ai miti classici greci e cristiani. Inserendosi nel solco delle storie già raccontante, proprio come Dante, anche Livio Gambarini adatta queste storie per i lettori del suo tempo, con l’obbiettivo, chiaro fin dalla stesura del primo libro, di mantenere vivo il ricordo di queste vicende, di grandi storie fondamentali per la nostra cultura. Un punto di grande pregio per la saga è la passione del suo autore per l’architettura anticipata dei romanzi, per la presenza di indizi disseminati che portano a comprendere che la storia doveva finire proprio con la stesura di Inferno, presente nel progetto fin dall’inizio.

Altra opera importante di Acheron, nella sezione Games questa volta, è la stesura del manuale di ambientazione per quinta edizione di D&D Inferno – Dante’s Guide to Hell. Questo manuale, scritto da Two Little Mice (già autori dei giochi di ruolo Broken Compass e Household), ha la particolarità di avere un altissima percentuale di fedeltà alla materia dantesca, tanto da avere citazioni dell’opera al suo interno.
E’ molto importante notare, proprio quest’anno in concomitanza con i festeggiamenti per i 700 anni dalla morte del Sommo Poeta, come queste opere possano essere non solo variamente interpretate in chiave pop, ma abbiano ancora qualcosa da dire a un pubblico di tutte le età. Sia Lucio Gambarini che Riccardo Sirignano e Simone Formicola (i Two Little Mice) si sono mostrati molto rispettosi e rigorosi nei confronti dell’opera di Dante, nonostante la finalità dilettiva delle loro opere. Chissà che in futuro non si possa sperare in un crossover tra le loro opere.

L’altro romanzo Acheron presentato al Salone del Libro è Unborn di Christian Sartirana. Questa volta ci troviamo davanti a un horror che rientra nel genere gotico piemontese. Viene raccontata la storia di un commerciante di libri antichi (mestiere che lo stesso autore ha compiuto in passato) che si trova ad affrontare un intricato mistero dalle vaghe tinte lovecraftiane, mentre la sua vita personale va sempre più a rotoli.
Il Gotico (o neo-gotico) piemontese è nata negli ultimi anni e si sta diffondendo anche grazie a piccole case indipendenti, ma la prima a parlarne come corrente è stata proprio Acheron book. I romanzi sono caratterizzati da un’ambientazione nelle varie zone del Piemonte, dando anche origine a sottogruppi locali, talvolta dalla presenza dei dialetti, ma soprattutto dall’unione tra elementi fantastici e folclore, in particolare la masca: figura tipica piemontese, via di mezzo tra strega malvagia e creatura demoniaca. Un autore che si concentra particolarmente sulle crude leggende popolari è Luigi Musolino. Sartinara ha parlato dell’importanza che bisogna dare a queste credenze, spesso raccontate nei paesi soltanto dagli anziani, in quanto fondamento della cultura popolare delle nostre zone.

Grazie a queste opere il genere del fantastico sta emergendo in Italia. Dopo decenni in cui si è guardato ai paesi anglosassoni come modello e unico esponente, anche il nostro paese sta sfornando opere che possono inserirsi di diritto nel dialogo di genere. E per quanto i critici guardino male qualsiasi romanzo incasellato sotto un’etichetta precisa, bisognerebbe dare delle possibilità a queste opere, per poter comprendere le modalità in cui il fantastico si è evoluto, e capire che le nuove prospettive non fanno altro che fornirci nuove chiavi di lettura su ciò che è già stato scritto e sull’interpretazione del mondo e del nostro immaginario.


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