[Speciale Indie] SuperYeah! – Contro il Lato Oscuro del Glutine

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Alzi la mano chi di voi non ha mai pensato di scrivere o disegnare un fumetto! Beh, a meno che non siate capitati su questo sito per puro caso, immagino che un buon numero di voi abbia alzato la mano (certo, se avete davvero alzato la mano mentre siete davanti al pc, magari in ufficio, forse dovreste farvi qualche domanda…). Nel corso della mia (non più così breve, ahimè) vita da amante della cartaccia colorata ho avuto la fortuna di conoscere diverse persone legate direttamente al mondo dell’editoria fumettistica Italiana, molte di esse sono persone davvero straordinarie, che hanno messo tutto il loro impegno e coraggio per raggiungere il difficile obbiettivo di lavorare nel campo della nona arte, rimanendo però ancorati al loro paese d’origine, nel quale, come sappiamo, trovare lavoro (specialmente in questo campo) non è cosa facile. Negli ultimi anni, le possibilità e le soluzioni utili a coloro che vogliono intraprendere una carriera nel mondo del fumetto, sono aumentate in modo esponenziale: dalle fiere di settore dedicate esclusivamente ai fumettisti esordienti o al fumetto indipendente, passando da tutte le possibilità date dalla pubblicazione on line, fino ad arrivare alle nuove case editrici Italiane. Con questo articolo (il primo di quella che spero sarà una lunga serie) non voglio parlarvi dei modo in cui potete provare a trovare lavoro nel mondo del fumetto e dell’editoria, bensì, voglio mostrarvi qualcuno che ha seguito le proprie passioni, fino a renderle qualcosa di concreto. Per ciò, lasciate che vi presenti il primo fumettista “indie” che ho avuto il piacere di intervistare per questa nuova rubrica:

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ComicsFreak: ok, iniziamo con le presentazioni

Paolo: sono Paolo D’Alessandro, scrittore e disegnatore di “SuperYeah,” che è il mio primo fumetto ed è quello che, nella mia vita, è e sarà il più lungo e difficile in termini di ideazione e lavorazione, e questo perché, ahimè, ho voluto fare subito le cose in grande. A questo si unisce il fatto che nella vita non faccio il fumettaro, il che mi lascia poco tempo per lavorarci.

ComicsFreak: come nasce artisticamente Paolo D’Alessandro?

Paolo: è un completo autodidatta, disegna da quando ha 4/5 anni, un po’ perché il disegno è sempre stata la sua passione, un po’ per emulazione del suo fratello maggiore – con la differenza che ha portato la cosa più avanti rispetto a lui, anche se ha mai fatto niente di “istituzionale”. E poi ha cominciato a parlare in terza persona…

ComicsFreak: quindi nessuno percorso scolastico o parascolastico?

Paolo: no, nemmeno parascolastico. Quel poco che so, l’ho imparato tutto da me, un po’ imitando, un po’ informandomi, un po’ facendomi da solo le mie basi tecniche. Da un lato, è un vantaggio, nel senso che questo modo di fare ti dà un’impostazione più curiosa, ti fa essere più libero nel tuo percorso. Ma dall’altro lato è anche un limite perché non hai bene idea di quali siano le basi da acquisire e quindi impieghi più tempo ad assimilare le nozioni fondamentali, perché magari ti sei concentrato su cose più avanzate. Tutto procede in funzione del tuo scopo in un particolare momento: tipo, “ora voglio fare una splash page enorme con un orizzonte infinito e due figure giganti che si prendono a cazzotti” e quindi acquisisco tutte le conoscenze che mi servono per fare quello… però poi magari non so disegnare un gatto!

ComicsFreak: ma è risaputo che i gatti non hanno una forma propria, assumono la forma del recipiente in cui si trovano, per cui non è così facile.

Paolo: esatto, sono come le pozzanghere! Però, tolte le basi tecniche, essere un’autodidatta ti rende più faticoso l’avere contatti con persone che lavorano nel campo, di “fare rete” con altri artisti, con maestri o altri punti di riferimento, ed è quella che sicuramente sento essere la mia mancanza più grande.

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“Neve” la tavola pubblicata da Paolo su “Scuola di Fumetto”

ComicsFreak: beh, però sei arrivato a pubblicare anche su “Scuola di Fumetto.”

Paolo: esatto, quello in effetti è stato l’unico momento in cui ho cercato di darmi un’istruzione, anche se in realtà, alla fine, è stato come ripassare. Dunque, due anni fa ho fatto questo corso di fumetto online di Comicout, che è stato utile, ma non è che abbia imparato qualcosa di radicalmente nuovo rispetto a quello che già sapevo. Con questo non voglio dire che sia stato inutile, anzi, tutt’altro, dato che mi ha permesso anche di pubblicare.

In realtà però molti contatti li ho avuti grazie a SuperGulp Pavia dove ho anche conosciuto Angelo Ferrari, con il quale ho realizzato il mini spinoff di “Undead Trinity,” “La pagina 9.999” che è finita su Verticalismi. Insomma, la mancanza di basi ben delineate e l’assenza di figure di riferimento legate al settore, sono le due grandi mancanze che ho riscontrato nell’essere autodidatta.

ComicsFreak: In senso piú “pratico,” cosé SuperYeah?

Paolo: In mancanza di etichette più sintetiche, SuperYeah è una action dark comedy a fumetti che parla di vita, morte e di alcune cose che stanno in mezzo, tra cui il potere, la libertà, l’onestà e la buona, sana attività fisica. Altri potrebbero dire che SuperYeah è una cazzata a fumetti con protagonisti due simil-terroristi idioti che combattono una corporazione che ha delle focaccine assassine come braccio armato. La verità sta un po’ nel mezzo.

ComicsFreak:  quindi, correggimi se sbaglio, è un fumetto che parla di un super-eroe urbano, street, molto in stile “Marvel Knights” che lotta contro una malvagia corporazione che, come arma, anzi, come esercito, utilizza, tra le altre cose, delle FOCACCINE VIVENTI! Come nasce SuperYeah?

Paolo: SuperYeah ha una storia lunghissima alle spalle, nella quale c’è già molto di personale e, andando avanti, ci sarà sempre più di personale, ma questo è un discorso che faremo più tardi…

Come nasce SuperYeah? Nasce intorno al 2004/2005 come idea vaga su di personaggio: era un periodo in cui mi interessavo di politica molto più di quanto non faccia ora, per quanto io non sia mai stato un “politicamente attivo”. Nel liceo dove studiavo all’epoca, c’era un personaggio, uno dei rappresentanti studenteschi che era molto attivo, tanto da essere a metà tra il punto di riferimento e lo zimbello e diceva sempre “Yeah!superyeah

Era un suo intercalare, orribile! E da qui nasce l’idea di creare una serie di ritratti un po’ satirici su alcuni dei personaggi della scuola, cosa che non ha avuto una diffusione, dato che li feci per me. Ad un certo punto questa sorta di caricatura prese a percorrere la via del super-eroismo, quando un giorno, sulla lavagna vidi disegnato ciò che poi sarebbe diventata l’ispirazione della maschera di SuperYeah… Insomma questo è il modo in cui nacque l’idea iniziale, che pian piano si è evoluta fino a diventare ciò che si vede nel prologo, il che accadde circa un paio di anni dopo, nel 2006/2007. Qui capii che mi avrei voluto un fumetto divertente ma anche consistente a livello ideologico, un mezzo per dire molte cose. Questa è forse la grande ambizione di SuperYeah, essere un fumetto che vuole divertire, proponendo qualcosa a livello sociale e anche a livello personale.

La versione attuale è il frutto di una lavorazione che è durata dal 2006 al 2015 ed è stata quella più faticosa: ho cercato di capire quale fosse la forma da dare al progetto che, comunque, non è ancora quella ottimale. Per cui il fumetto ha cambiato pelle parecchie volte: ad un certo punto doveva essere molto più satirico in senso stretto, con personaggi tipo Grillo, Prodi e quant’altro (si parla del 2007), ma per fare una cosa del genere ci vuole molta tempestività nel proporre il prodotto, oltre ad una lucidità che non ritengo di avere, per tanto ho abbandonato quella strada molto rapidamente. Nel 2014 ho finalmente deciso di smetterla di c***eggiare e buttare fuori almeno l’inizio della storia, per cui il prologo è diventato un po’ come la intro di un film di James Bond, con la super scena d’azione iniziale che prelude a ciò che verrà in seguito, ed è l’incipit che potete già leggere e comprare qui su Amazon.

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Un Batman “Lovecraftiano” realizzato durante il “Siro Comics”

In occasione di Siro Comics (piccolo festival del fumetto che si è tenuto il 3 Giugno a Pavia), ho deciso di pubblicare questo “capitolo 0” anche in formato cartaceo, e, devo dire, la differenza in termini di feedback da parte dei lettori è stata enorme.

Come dicevo, SuperYeah è stato distribuito in forma digitale per diverso tempo, anche sull’area webcomics della Shockdom, tuttavia ciò non mi ha portato a molto, nel mentre però ho continuato a scrivere quello che, effettivamente, è il primo volume.

ComicsFreak: perché, come accennavi, questo è una sorta di prologo, giusto?

Paolo: è un prologo, esatto, se fosse un film sarebbe la scena di apertura.

ComicsFreak: in sostanza, quando avremo la “Netflix original series” questo lo vedremo nei primi due minuti che precedono la sigla.

Paolo: Esatto! Poi ci sarà un numero solo con la sigla! Ora mi segno di proporre l’idea a Netflix…

ComicsFreak: ci vedrei Jude Law protagonista ed Idris Elba in un cameo, tipo che fa il passante casuale numero cinque.

Paolo: niente spoiler!

ComicsFreak: giusto, dunque, abbiamo capito cosa ti ha portato a percorrere una strada, dal punto di vista artistico, non delineata da un percorso di studio legato all’arte, però ti ha portato a produrre qualcosa a livello indipendente, qualcosa che hai creato da zero e che, di fatto è al 100% parto della tua inventiva. Alla luce di ciò, a tutti quelli che hanno in mente di percorrere o stanno già percorrendo il tuo stesso percorso, cosa consiglieresti?

Paolo: io non sono la persona giusta a cui fare questa domanda, ho pubblicato in pochissime copie, diciamo che, banalmente, potrei dire che: non c’è niente di meglio del provare. Scrivete, anche qualcosa di brutto, ma andando fino in fondo, perché portare a termine un progetto è la cosa più difficile del mondo. Nessun lavoro, dallo spazzino all’ingegnere, può essere portato a termine senza un momento passato ad acquisire tutto ciò che serve per capire come fare quel che si vuole fare. Non esiste un metodo giusto per acquisire queste capacità, nel senso che ognuno trova il modo che più gli “calza”, la tecnica, così come ogni altro aspetto dell’arte, la si trova e la si capisce solo lavorando, solo facendo. Insomma, anche Neil Gaiman diceva che nulla è paragonabile al provare ad abbozzare un progetto, per quanto orribile esso sia… e che sia orribile o meno spesso lo realizzi solo quando smetti di progettare e inizi a lavorarci a livello pratico. Poi,certo, bisogna anche avere un po’ di onestà con se stessi e ammettere quando qualcosa è davvero orribile e quando no.superyeah

ComicsFreak: il che include anche il non avere fretta immagino, infatti tu lavori su SuperYeah già da tempo.

Paolo: esatto, alla fine sono circa 13 anni, però c’è differenza tra quello che ho fatto dal 2004 al 2013 e ciò che ho fatto dal 2014 ad oggi, in sostanza mi ero stancato fantasticare sulla perfezione, sulla storia indimenticabile, sulla pietra miliare del fumetto. Cioè ragazzi, non sono Alan Moore…

ComicsFreak: ma è probabile che nemmeno Alan Moore sia davvero Alan Moore!…

Paolo:…vero, ma ad ogni modo pure lui iniziò disegnando e pure male. Non si arriva da nessuna parte se non si prova a fare qualcosa di concreto, quale che sia il grado di difficoltà. Certo, in un mondo ideale (non è il mio caso) si comincia con delle basi solide e si comincia da piccoli, però io sono contento che esista un fumetto fatto da me, registrato come mio diritto intellettuale e che, potenzialmente, può diventare qualcosa di bello e magari di grande, ma che in ogni caso ho fatto io. E spero che la gente lo apprezzi, capisca e rifletta leggendolo.

ComicsFreak: quindi a quando il primo volume post-prologo?

Paolo: dunque in questo momento ho finito la scrittura delle successive 80 pagine che chiuderanno il “Volume 1” della storia, che si intitola “Mouse Ex Machina.” La storia che andrete, spero, a leggere, era composta da 5 atti racchiusi in altrettanti numeri (escluso il prologo) ma mi sono accorto che era davvero troppo ambizioso e, soprattutto, al meno per questa fase della storia, non avevo ancora per le mani tutto il materiale che mi serve per renderla al meglio. Insomma, ho preferito dargli una forma concreta, che sarà in realtà molto lineare, come se fosse una volata unica dal primo all’ultimo atto, potremmo definirlo un mini-film d’azione. Le tematiche accennate nel prologo verranno riprese, espanse e faranno da base per quello che è SuperYeah. In tutto ciò però io non ho ancora risposto alla tua domanda… dunque, quando? Io spero all’inizio dell’anno prossimo e, nel mentre, spero di poter far conoscere il prologo il più possibile il che, devo dire, con il prodotto cartaceo, si è rivelato molto più facile di quanto non lo fosse prima, perché il fatto di poter toccare con mano, incuriosisce e invoglia la gente a spendere sti benedetti 3€ per leggere qualcosa di nuovo. Di certo, quando sarà possibile, presenzierò di nuovo a qualche fiera, perché la prima esperienza è stata veramente buona.superyeah

ComicsFreak: hai un messaggio per il popolo di fumetto-dipendenti dell’internet?

Paolo: a chi pensa di percorrere o sta già percorrendo una strada simile alla mia, voglio dire di prepararsi a rompere tanto i c******i, a se stessi e al prossimo e di stare pronto a esporsi in prima persona. Oltre a questo, occorre un minimo di capacità nel sapersi vendere e un bel po ‘di umiltà nel non aspettarsi chissà quale risultato in tempi brevi (anche se ve lo auguro) e di provare qualsiasi strada: ciò che ho fatto io è stato, una volta creato il mio progetto, è stato registrarne la proprietà intellettuale on-line (ci sono diversi modi per farlo), poi ho stampato il mio fumetto e mi sono preparato a venderlo di persona, perché è difficile che la gente, dal nulla, si interessi al tuo prodotto, il che include il darsi una dignità e dare una dignità al vostro lavoro e non cercare di svendersi nei peggio modi.

Infine, a tutti quelli che vedranno SuperYeah, in un modo o nell’altro, chiedo di fermarsi un’istante a dargli un’occhiata, perché sono certo di strappargli almeno un sorriso e, dopo ciò, di avere pazienza e di godersi tutto quello che verrà, perché ne varrà la pena. Sipario.

Ah, ovviamente ringrazio RedCapes per questa occasione.