Spider-Man: Un Nuovo Universo – Imparare a fare la differenza | Recensione

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Spider-Man: Un Nuovo Universo

Spider-Man: Un Nuovo Universo (Spider-Man: Into the Spider-Verse) è un film d’animazione del 2018 diretto dal trittico di registi Bob Persichetti, Peter Ramsay e Rodney Rotham e prodotto dalla Sony Pictures Animation. Il film, in lingua originale, vede nel suo cast Shameik Moore, Jake Johnson, Hailee Stainfeld, Mahersala Ali, Liev Schreiber e molti altri ancora.

Miles Morales vive a Brooklyn, frequenta una prestigiosa scuola di lusso dove si sente fortemente a disagio ed ha difficoltà a condividere le sue passioni ed esperienze personali con il padre poliziotto Jefferson, preferendo piuttosto passare del tempo con lo zio Aaron (Mahersala Ali) . La vita del teenager viene scombinata quando, dopo essere stato morso da un misterioso ragno geneticamente modificato della compagnia Alchemax, si ritrova in possesso di superpoteri ragneschi che riconoscere essere identici a quelli del difensore della città, Spider-Man (Chris Pine). Indagando sull’origine delle sue nuove abilità, Miles si ritrova nel mezzo di una lotta tra il vigilante ragnesco e gli scagnozzi di Kingpin (Liev Schreiber), nelle viscere di Brooklyn, dove un misterioso acceleratore dimensionale è stato costruito in ordine di aprire una porta verso altre dimensioni. Il caos che ne consegue lascia New York senza un protettore e starà a Miles trovare un modo di impedire a Kingpin di portare a termini il compito della macchina dimensionale, apprendendo l’eredità del tessiragnatele grazie all’aiuto di una versione alternativa e disillusa di Peter Parker (Jake Johnson), la misteriosa Gwen Stacy (Hailee Stainfeld) ed altri bizzarri Spider-Men provenienti dal ragnoverso, bisognosi di tornare ai loro luoghi d’origine.

La trama, solo vagamente ispirata al crossover multi-dimensionale Spider-Verse del 2014, è forse tra le più ordinarie di quelle intraviste nei cinecomics recenti, ma Un Nuovo Universo è tutt’altro che un film che rientra nell’ordinario. L’opera prima di Persichetti, prima rappresentazione live-action del tessiragnatele afro-ispanico creato da Brian Michael Bendis e Sara Pichelli nel 2008, è un trionfo di stile e cura artistica, eccellendo sotto praticamente ogni singolo aspetto.

Quello che colpisce maggiormente di Spider-Man: Un Nuovo Universo è senza dubbio la cura e l’uso moderno ed innovativo dell’animazione, che dona al film tutta la sua nuova, originale linfa vitale. Ogni frame del film è un piccolo capolavoro, minuziosamente dettagliato, e la progressione della pellicola porta in scena idee sempre nuove che tendono a sorprendere e divertire lo spettatore. Nell’ambito della pura componente action, il film ha forse alcune le battaglie più fluide e divertenti degli ultimi cinecomics e film d’animazioni moderni in generale, anche grazie ad una regia curatissima e ad un character design sopraffino.

Spider-Man: Un Nuovo Universo ha però dalla sua anche una sceneggiatura solida, assolutamente spiritosa ma anche pregni di momenti fortemente drammatici, che non risultano mai forzati o controproducenti alla fluidità del film. Miles è un protagonista mosso da forti insicurezze ma allo stesso tempo dotato di carattere ed intelligenza, e la sua formazione nel film è molto naturale e ben strutturato. Incredibilmente solidi anche i comprimari principali del film: il personaggio di Peter B. Parker, l’attempato Spider-Man doppiato da Jake Johnson, che incarna gli aspetti più sfortunati e travagliati dell’Uomo Ragno che conosciamo dell’universo classico, e della spigliata Spider-Gwen, personaggio nato dalla penna di Jason Latour, entrambi essenziali nello sviluppo di Miles ma allo stesso tempo abbastanza ben sviluppati da poter sorreggere le loro storie personali. Gli altri Spider-Men del gruppo, Spider-Man Noir (Nicholas Cage), Spider-Ham (John Mulaney), e Peni Parker (Kimiko Gleen) e il suo robot telecomandato Sp//DR fungono più da comprimari comici, pur non mancando di caratterizzazione e personalità.
Particolarmente degne di note sono le mutazioni stilistiche legato ad ogni singolo ragno, alla sua dimensione e alle sue particolarità: vedere fianco a fianco uno Spider-Man Noir in puro bianco-nero battibeccare con Spider-Ham, un personaggio che si muove ed agisce seguendo immaginarie legge della fisica dei cartoni,  è spassoso, nonché una gioia per gli occhi.
Ad ultimare il vasto cast di personaggi vi è anche un enorme carosello di villains dai design incredibilmente interessanti, che variano da semplici scagnozzi da affrontare a figure più rilevanti nella trama. In cima a tutti c’è l’immenso Kingpin, spesso così ridicolmente immenso da coprire l’intero schermo durante le sue apparizioni, che incute il giusto terrore agli occhi di Miles e la cui backstory è forse un po’ telefonata ma funzionale (forse l’unico vero piccolo neo del film).

Alla fine della visione, Spider-Man: Un Nuovo Universo lascia stupefatti e soddisfatti, lasciandosi dietro l’impressione di aver assistito ad un fumetto su pellicola, sensazione forse assimilabile a quella della visione, per esempio, di Scott Pilgrim vs. The World di Edgar Wright, ma su tutt’altro genere. L’anima profonda pop, i rimandi ai fumetti e soprattutto l’assoluta cura maniacale della resa estetica del film non possono che renderlo una delle visioni più interessanti dell’anno. Forse la più interessante.


P.S. Il film ha una delle scene post-credit più esilaranti dell’anno, paragonabile forse solo a quella di Ralph Spacca Internet. Per quanto non strettamente legata alla trama, lascia un piccolo indizio sulle possibilità dell’ormai sicuro sequel. Inoltre preparate pure i fazzoletti per l’immancabile tributo ai due creatori di Spider-Man, Stan Lee e Steve Ditko.

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