Continua la nostra serie di speciali di approfondimento sugli episodi di The Mandalorian. L’episodio di questa settimana, il quinto nello specifico, intitolato Il Pistolero, è un vero e proprio tripudio di citazioni, omaggi e speculazioni ad opera di Dave Filoni, scrittore e regista della puntata.

Ovviamente, come già scritto per i precedenti speciali, l’articolo è pieno zeppo di SPOILER, dunque vi sconsigliamo di proseguire con la lettura se ancora non avete avuto modo di vedere l’episodio in questione.

Atterraggio d’emergenza

L’episodio si apre col nostro amato mando che fugge, da quello che molto probabilmente è un cacciatore di taglie come lui. L’inseguimento tra i due, e il successivo scontro astronavale, è terribilmente old school. Sia per regia, che per effetti speciali, sembra davvero di star guardando uno scontro spaziale della trilogia originale, con tanto di stelline durante le esplosioni. Ad ogni modo, il mandaloriano e il piccolo Baby Yoda (iniziamo ad utilizzare anche noi questo nickname dato online al bambino, anche se non ci fa impazzire) riescono ad uscire vivi dallo scontro, ma la Razor Crest è malridotta, e la strana coppia è costretta ad atterrare su Tatooine. C’avete mai fatto caso a come, per uno strano scherzo del destino o della Forza, tutte le navi che abbiamo visto orbitare sopra Tatooine siano distrutte, malridotte o in disperato bisogno d’aiuto? La nave reale nubiana 327 di tipo J usata dalla Regina Amidala, dal Maestro Qui-Gon Jinn e da Obi Wan Kenobi in Episodio I, la Tantive IV in Episodio IV e adesso anche la Razor Crest del mandaloriano senza nome.

Il segno del tempo

Tatooine è un pianeta che i fan di Star Wars amano alla follia! Il pianeta dove tutto è cominciato però, è in realtà stato per lunghissimo tempo, un luogo dove il crimine e l’illegalità hanno sempre trovato terreno fertile. Fino ad ora almeno. Grazie ai fumetti e ai libri dell’universo espanso, oltre alle brevi sequenze con protagonisti gli imperiali in Episodio IV, sappiamo che l’Impero tendeva a collaborare con i cartelli criminali e con i vari boss dei pianeti più pericolosi. Nello specifico tutto ciò su Tatooine voleva dire che l’Impero collaborava e proteggeva gli Hutt. Ai tempi del mandaloriano però l’Impero è finalmente caduto e anche su Tatooine la situazione sembra cambiata. Il pianeta sta piano piano risorgendo, e anche se non sembra essere ancora un’ambita meta turista, almeno non è più quella cornucopia di infamia e cattiveria che era un tempo. la cantina è vuota e poco frequentata, le brutte facce che un tempo brulicavano lì dentro, adesso sono poche e ben nascoste dalla penombra. La gilda dei cacciatori di taglie non è più nemmeno operativa sul pianeta e, dulcis in fundo, dietro al bancone, al posto di Wuher, il barista droidefobico, c’è adesso proprio un droide. un’altro strano scherzo della Forza.

Uno dei principali artefici della rinascita di Tatooine è sicuramente Cobb Vanth. Cobb è un misterioso personaggio comparso nella trilogia di romanzi Afthermath, il quale, impossessatosi di una vecchia armatura mandaloriana, ritrovata (senza il suo proprietario) dai Jawa su Tatooine, si autoproclama Sceriffo di Freetown. Dopo aver aggiunto alla sua banda di combattenti: la Twi’lek Issa-Or e l’addestratore di belve Malakili (esatto, quello che piange la morte del Rancor in Episodio VI), al quale viene dato il compito di crescere un piccolo orfano di Hutt di nome Borgo, Cobb inizierà la sua lotta ai signori della guerra di Tatooine.

Dunque, su Tatooine allo stato attuale delle cose, in teoria, dovrebbero esserci due NON mandaloriani che indossano due armature mandaloriane. Che il pianeta sia troppo piccolo per entrambi?

Il cacciatore di taglie e l’assassina

Su Toro Calican c’è davvero poco da dire, tranne che è seduto allo stesso modo di Han in Episodio IV, che più che una canaglia, lui è proprio senza cuore, e che tutto sommato è un buon cacciatore di taglie. Discorso diverso invece per Fennec Shand. La bella killer interpretata da Ming-Na Wen è un sicario pressoché infallibile. Finita su Tatooine per incontrare qualcuno a Mos Espa. Darà parecchio filo da torcere ai cacciatori di taglie che -appunto- la cercano. Oltre alla scena finale, su cui tanti stanno fantasticando, Shand è importante anche per un’altro momento chiave. Il sicario rivela infatti al mandaloriano, che dopo la sua fuga da Nevarro, le cose si sono messe male per i mandaloriani lì. Ci è difficile immaginare che quell’esercito sia stato sconfitto, ma attualmente abbiamo solo le parole di Fennec Shand su cui basarci.

Peccato solo che tutti questi personaggi, da IG-11 a Fennec Shand, passando per Cara Dune o Kuiil, siano fin’ora solo delle comparse in uno show che invece, sembrava averli come comprimari.

L’uomo misterioso

L’episodio si conclude con una misteriosa figura, inquadrata solo dai piedi, che si avvicina al corpo senza vita di Fennec. I suoi passi fanno un rumore metallico e dalle sue spalle cade un lungo mantello. Tra Boba Fett, Cad Bane, Cobb Vanth e chissà chi altro, di folli teorie online se ne trovano già abbastanza. Secondo noi invece, si tratta più semplicemente del Moff Gideon, ovvero il personaggio interpretato da Giancarlo Esposito e da sempre presentato come il villain della serie. Detto ciò, non escludiamo che l’apparizione di uno di quei personaggi sopracitati ci farebbe molto piacere.

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