The Residence, la nuova serie prodotta da Shonda Rhimes con la sua casa di produzione Shondaland e creata da Paul William Davies (For The People), è in arrivo su Netflix il 20 marzo, mescolando mistero, commedia e intrighi politici. Nel cast: Uzo Aduba,Giancarlo Esposito, Randall Park, Susan Kelechi Watson e il divertentissimo cameo di Kylie Minogue nei panni di Kylie Minogue. Con una trama che richiama alla mente i grandi successi televisivi come Downton Abbey, Only Murders in the Building, e The Afterparty, la serie si distingue per il suo approccio fresco e ironico alla Casa Bianca, mettendo in luce una parte inedita del potere politico: la servitù. Un perfetto “whodunnit” che grazie a Netflix abbiamo potuto vedere in anteprima e di cui vi parliamo di seguito.
132 stanze, 157 sospetti, un cadavere, un detective estremamente eccentrico e una cena di Stato disastrosa. The Residence è un giallo strampalato ambientato nei piani alti, in quelli bassi e nei corridoi della Casa Bianca, tra l’eclettico staff della residenza più famosa del mondo.
La serie si ispira al libro The Residence: Inside the Private World of the White House di Kate Andersen Brower, – ancora inedito in Italia – che svelava storie intime e sconosciute della servitù della Casa Bianca, testimoni oculari degli eventi storici più significativi, ma che raramente venivano raccontati. Mentre il testo di Brower assume un tono più documentaristico e riflessivo, The Residence di Davies compie una virata importante, trasformando questo materiale in un intrigo investigativo con un forte accento comico. Il libro di Brower fornisce uno spunto per riflettere sulla storia e sul potere invisibile, mentre la serie invita a ridefinire il concetto di “potere” stesso, facendo emergere il lato più umano dei protagonisti dietro le porte chiuse della Casa Bianca. Il mistero di un omicidio da risolvere nella residenza presidenziale diventa il pretesto per esplorare le dinamiche tra i membri del personale e i segreti custoditi dai protagonisti dietro le porte chiuse. Shonda Rhimes prende spunto dalle informazioni storiche, ma aggiunge il suo tocco inconfondibile, trasformando l’ambientazione in una parodia raffinata e divertente del mondo politico, giocando con i cliché della Casa Bianca.
The Residence si distingue per un mix di generi che cattura l’attenzione. Da un lato, la serie attinge alle atmosfere di Downton Abbey – anche solo per l’approfondimento della servitù di una residenza “reale” e presidenziale -, dall’altro, con il suo approccio comico e libero, ricorda Only Murders in the Building, dove il crimine diventa il centro di una serie che esplora la vita privata dei protagonisti con un tono da commedia nera. In modo ironico, si potrebbe paragonare questa serie a un “Only Murders in the White House”, grazie alla sua capacità di miscelare mistero e satira in modo brillante. La sceneggiatura, curata da Paul William Davies, che aveva già lavorato con Shonda Rhimes in For The People, porta una ventata di freschezza e ritmo, alternando momenti di suspense a scene più leggere e scherzose. La serie non si prende mai troppo sul serio, eppure riesce a mantenere alta la tensione grazie ai suoi continui colpi di scena.
Un altro punto di forza di The Residence è l’ambientazione, che diventa vero e proprio protagonista della serie. La Casa Bianca, nella sua maestosità e segretezza, è trattata quasi come un personaggio a sé stante. La regia dinamica si muove tra corridoi misteriosi, stanze private e segrete, immortalando ogni angolo con una cura per i dettagli che fa sentire il pubblico parte della narrazione. La residenza presidenziale, normalmente simbolo di potere e autorità, si trasforma, nelle mani di Davies, in un palcoscenico teatrale dove ogni ambiente racconta una storia. Le stanze private, le cucine e le zone riservate della Casa Bianca, normalmente lontane dagli occhi del pubblico, diventano luoghi di scoperte e rivelazioni.
Al centro della trama si trova Cordelia Cupp, interpretata da Uzo Aduba (Orange is the new Black) detective con la passione per il birdwatching. Cordelia non è solo una risolutrice di crimini, ma un’osservatrice acuta, capace di cogliere i dettagli che agli altri sfuggono. La sua passione per l’osservazione della natura diventa il suo principale strumento investigativo, e la sua caratterizzazione la rende uno dei personaggi più affascinanti della serie. Tuttavia, The Residence è una serie corale, e se da un lato alcuni personaggi ricevono un’attenzione maggiore, come Cordelia e altri membri principali della servitù, dall’altro ci sono figure che restano in secondo piano, pur essendo potenzialmente interessanti. Nel complesso, The Residence è un prodotto di grande intrattenimento che sa come divertire e mantenere alta l’attenzione. La serie è perfetta per chi ama gli enigmi e le storie ricche di colpi di scena, ma anche per chi apprezza una scrittura che gioca con la satira politica e la comicità. La Casa Bianca diventa il perfetto scenario per un gioco di potere e segreti che si intrecciano con la leggerezza tipica della commedia. Tuttavia, alcuni episodi potrebbero risultare eccessivamente lunghi, dilatando la trama senza aggiungere elementi significativi alla narrazione
The Residence si inserisce perfettamente nel panorama delle narrazioni contemporanee come Only Murders in the Building, con il suo mix di mistero, comicità e un pizzico di satira. È un “whodunnit” che diverte, intriga e, pur mantenendo il suo tono leggero, affronta tematiche di potere e gerarchia con uno sguardo fresco e intelligente. Shonda Rhimes, che ha già conosciuto bene la Casa Bianca dopo Scandal, sa come renderla il perfetto palcoscenico per una storia che deve tenere il pubblico sulle spine, senza mai perdere il sorriso.
The Residence arriva su Netflix a partire dal 20 marzo. Ecco il trailer della serie in italiano: