Una Serie di Sfortunati Eventi Stagione 3 – Una favola senza lieto fine? | Recensione

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Una Serie di Sfortunati Eventi

Netflix ha iniziato l’anno rilasciando la terza ed ultima stagione di una delle loro serie più note, Una Serie di Sfortunati Eventi (A Series of Unfortunate Events), serie tv originale Netflix tratta dall’omonima serie di romanzi scritti da Lemony Snicket. Questa terza stagione seguirà la trama di La scivolosa scarpata, L’atro antro, Il penultimo pericolo La fineovvero gli ultimi quattro libri della saga di Snicket, concludendo così la storia degli orfani Baudelarie, finiti nelle grinfie del loro malvagio tutore, il Conte Olaf.

Violet e Klaus Baudelaire (Malina Weissman e Louis Hynes) sono scappati all’ennesimo tentato omicidio da parte del Conte Olaf (Neil Patrick Harris), ma hanno perso Sunny (Presley Smith) ora nelle grinfie della infida banda del conte: L’uomo con gli Uncini (Usman Ally), Le donne incipriate (Jacqueline e Joyce Robbins), L’uomo Calvo (John DeSantis), Creatura di sesso sconosciuto (Matty Cardarople) ed Esmé Squallor (Lucy Punch). A creare ulteriori problemi non ci sarà solamente però Olaf, ma anche L’Uomo calvo con la barba (Richard E. Grant) e La donna coi capelli ma senza la barba (Betty Grant), i “genitori” del conte e che l’hanno condotto dalla parte “negativa” dello scisma dei V.F. di cui faceva parte anche lui insieme a Lemony, Jacques, Kit Snicket (Patrick Warburton, Nathan Fillion e Allison Williams) e degli stessi genitori dei Pagano (Will Arnett e Cobie Smulders).

Dopo due stagioni, il pubblico torna di nuovo nel mondo esteticamente ispirato agli anni ’50, popolato da strane creature come “Il grande mistero”, organizzazioni segrete, stravaganti istituzioni, complotti dentro a complotti e infine tre orfani che fanno di tutto per sopravvivere sfruttando la loro inventiva e le loro conoscenze tecniche e scientifiche. Nella terza stagione conclusiva i Baudelaire avranno finalmente a che fare con il mistero dello scisma dei V.F., faranno finalmente l’incontro con il “sopravvissuto” dell’incendio, scopriranno cosa collega ancora di più Olaf ai loro genitori e nel frattempo scopriranno come l’impotenza di reagire alla malvagità alcune volte possa essere la stessa cosa che porta un uomo dubbioso e delle persone brave su un percorso scosceso, come loro non abbiano l’esclusiva sulle serie di sfortunati eventi che altri in passato e tutt’ora continuano a colpire. L’estetica di Tim Burton e Wes Anderson che già aveva plasmato le prime due stagioni, si unisce a storie dal sapore di “20.000 Leghe sotto i mari” e risvolti che già si erano palesati non in maniera chiara nelle stagioni scorse ma che qui si rivelano, rendendo chiare certe soluzioni narrative che all’inizio sembravano poco chiare e molto campate in aria. L’ironia tagliente e anche crudele tipica dei racconti di Lemony Snicket (avatar dell’autore originale) qui trova tutta la sua più grande espressione attraverso schemi, inganni, scoperte e la maschera dei grandi V.F. che cade inesorabilmente.

Anche in questa stagione abbiamo potuto avere a che fare con volti noti che per due o anche più puntate hanno arricchito un cast già nutrito, a partire dai nuovi villain, interpretati da Richard E. Grant e Betty Grant, oppure il gestore dell’hotel interpretato da Max Greenfield (New Girl) o Beatrice interpretata da Morena Baccarin e persino un misterioso santone interpretato da Peter MacNicol. Certamente Netflix mettendo insieme il cast di queste 3 stagioni non ha badato a spese, sopratutto per creare un cast così eterogeneo di personaggi che si sono alternati al centro delle disavventure dei Baudelaire. Tutti gli altri attori, noti e non, danno il loro apporto alla storia, alcune volte anche reagendo in maniera abbastanza plateale, sopratutto anche a causa della natura di molti dei loro caratteri che rappresentano professioni o qualità che devono ispirare i giovani spettatori (nel caso del libro lettori).

Come molti sapevano, già da come era stato confermato in seguito all’uscita della stagione 2, questa sarebbe stata l’ultima per Una serie di Sfortunati Eventi ed avrebbe adattato gli ultimi 4 libri della saga letteraria, in quanto meno materiale era disponibile ed ormai mancava veramente poco alla fine della storia, si è optato dunque per una terza stagione più breve, composta da 7 episodi e non 8 o 10, come la prima e seconda stagione; tale scelta ha permesso un susseguirsi più veloce di questa serie di sfortunati eventi ed una conseguente stimolo dello spettatore a procedere fino alla fine della serie per vedere a che punto si sarebbe arrivati e se gli Orfani Baudeilaire sarebbero riusciti a scappare ai malvagi che li hanno angustiati per anni da quando su quella spiaggia hanno incontrato il Signor Poe e sono stati coinvolti in questa lunga e difficile ricerca dei segreti dei loro genitori. Non aspettatevi di certo un lieto fine, questa storia su cui Lemony Snicket ci aveva avvertito sin dalla prima stagione non ha una fine piacevole e più si procede, più il senso di impotenza e di ingiustizia non vi lascerà più.

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