Visione – L'unica cosa reale è il dolore

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Visione è uno dei miei personaggi Marvel preferiti e uno dei Vendicatori più importanti di sempre, probabilmente il più importante dopo Capitan America e posso sinceramente dire che The Vision, di King, Walta e Bellaire, iniziata nel 2015 come parte del rilancio All-New, All-Different Marvel, è andata ben oltre le mie aspettative.
4882040-vision2015001_dc11_lr-0Tom King (Omega Men e Sheriff of Babylon) insieme a Gabriel Hernandez Walta (Magneto) crea qualcosa di unico e probabilmente irripetibile nel genere supereroistico. Negli ultimi 5 anni tra le novità non ho probabilmente letto nulla di più geniale e controverso.
Visione ha eliminato i sentimenti, si è creato una famiglia e ora vive in Virginia insieme alla moglie Virginia e ai figli Viv e Vin.
Ma qualcosa non va in lui, gli amici lo sentono e ne sono preoccupati.
Fin dall’inizio la narrazione viene fatta da un narratore onniscente, da una voce fuori campo che sa cosa sta succedendo e che comunica direttamente con il lettore, giudicando le azioni di Visione e ciò che avviene, facendo come un rapporto della situazione.
Il dramma familiare è al centro del primo arco narrativo, ci vengono presenti questi giovani sintezoidi che come Visione al tempo della sua nascita vogliono scoprire, essere più umani, provare le normali interazioni tra persone, poichè tutto quello che è presente nel loro database non nasce dall’esperienza ma da informazioni riversate nella loro memoria, e proprio esperienza è la parola d’ordine di questo inizio. Senza l’esperienza non sono in grado di apprendere pienamente ciò che gli circonda.
4985004-03E se i segreti distruggono le famiglie normali, cosa succede quando essi sono legati alla famiglia di Visione? Iniziano ad insinuarsi come un virus e a distruggere il sistema pezzo per pezzo, mandando in tilt la perfezione che si era creata.
I personaggi di Viv e Vin vivono nell’innocenza, non si rendono conto che la loro stessa esistenza per alcuni è un’aberrazione, non riescono a concepire una vera e propria malvagità, non sono programmati per provare il dolore o per essere cattivi, sono programmati per essere quello che sono, i figli di Visione degli Avengers.
“Vivendo in un mondo di umani, è diventato lui stesso un umano?” In questa serie questa è la domanda più volte che ci siamo fatti su Visione, una domanda lecita, una domanda la cui riposta arriva molto presto.
Una domanda che deriva da un problema, un problema che deriva da una mancanza, da un’assenza di base, una NP, un problema senza risposta, ma con infinite possibilità difficili da calcolare tutte, la cosidetta teoria computazionale.
King e Walta, oltre a costruire gli elementi di questa nuova famiglia, si concentrano quindi a delineare ulteriormente Visione come personaggio e come sintezoide. Oltre alla sua vita da supereroe ci viene mostrata infatti la sua relazione con Wanda Maximoff, Scarlet Witch, relazione che ha avuto alti e bassi e che ha caratterizzato la vita del duo fino ad un momento che li ha divisi, perché per tutti il futuro giunge e quando arriva non è mai da solo.
5190694-0vision2015007_dc11-0Nel settimo numero King ci mostra infatti la Visione e il suo rapporto con Wanda in diversi periodi della sua vita, per rivelarci, come una chicca, l’origine della moglie sintenzoide Virginia, una rivelazione inaspettata e  inquietante, un atto più vicino agli standard di un villain che a quelli di un eroe.
Il fill-inner Michael Walsh (Secret Avengers, Worst X-Men Ever) fa un buon lavoro e sopratutto non sfigura, aiutato anche dai bellissimi colori di Jordie Bellaire.
Virginia è probabilmente il personaggio più interessante della serie dopo la stessa Visione, fedele al marito, obbligata verso la famiglia, ma che a volte agisce in modo irrazionale, forse a causa di un malware o di un residuo di ciò che la ha originata. Da lei inizia a muoversi la storia, e come un serpente che si mangia la coda è lei a concluderla.
Un’altra personaggio che ha una piccola iperbole nel fumetto di King e Walta è Victor Mancha, zio di Viv e Vin e fratello di Visione, che King utilizza come elemento per far progredire la trama e per fare da contraltare a un Visione sempre più “chiuso” in se stesso, quasi ermeticamente.
Il piano originale di Visione, tutto quello che ha costruito sta cadendo a pezzi, stiamo arrivando al giro di boa finale, e King ci sta preparando ad un grande finale per una grande serie.
Quando si arriva al termine della serie il lettore non riesce a non provare tristezza, è triste perché sa che questa serie sta finendo, triste per gli eventi stessi, così ben raccontati da arrivare a viverli insieme ai personaggi.
5308793-vision2015009_dc11-0The Vision è qualcosa che tutti dovrebbero leggere, un esempio di come puoi fare qualcosa di assolutamente magnifico, con un personaggio già dalle tante possibilità su tematiche prettamente supereroistiche, ma che viene stravolto calandolo in un contesto narrativo completamente differente, dandogli una famiglia, dandogli pensieri quasi umani, scrittore e disegnatore hanno dato un’anima a Visione e in questo modo anche un androide può piangere.
Questa serie ti entra dentro, i personaggi sono giovani, inesperti e così vicini all’essere umano che quasi non ti rendi conto che non lo sono.
La storia non inciampa mai è un giusto connubio tra una storia familiare e un thriller, sapientemente arrichito da una narrazione non dilatata ma fitta di avvenimenti e narrata con una voce distaccata per estraniare ancora di più il lettore. Le cover di Mike Del Mundo poi sono un valore aggiunto ad una serie già perfetta, così esplicative, ma anche così caratteristiche.
Se mi dovessero chiedere come riassumerei la serie probabilmente la riassumerei così: “L’unica cosa reale è il dolore, se senti dolore sei vivo.” 
Fatevi un favore leggete Visione, se anche doveste scegliere tra questo e un fumetto che costa appena meno, non esitate e prendete questo, perché non leggendolo vi perdereste quella che è una vera e propria perla della Marvel.
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