Game of Thrones 8×02 – A Knight of the Seven Kingdoms | Recensione

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Game of Thrones

La battaglia per la sopravvivenza dei vivi si avvicina in quest’ultima puntata di riunioni, e dalla settimana prossima il mondo di Game of Thrones non sarà più lo stesso.

Jaime Lannister (Nikolaj Coster Waldau) è arrivato a Grande Inverno e il consiglio di guerra composto da Jon (Kit Harington), Sansa (Sophie Turner) e Daenerys (Emilia Clarke) deve decidere se fidarsi o meno dello Sterminatore di Re. Nel frattempo, Brienne di Tarth (Gwendoline Christie) allena i soldati improvvisati per la battaglia che sta arrivando alle porte di Grande Inverno. Quella che seguirà sarà una lunga notte in attesa della battaglia dove, finalmente, le riunioni tra familiari, alleati ed ex nemici saranno complete e, lasciatosi il passato alle spalle, sarà necessario imbracciare le armi contro il Re della Notte e i suoi Estranei.

Game of Thrones, con questa seconda puntata, porta finalmente a termine le varie riunioni iniziate con la scorsa puntata, Winterfell. Personaggi che non si incontravano da anni ed è come se si conoscessero per la prima volta, come se, a fronte di tutte le vicende personali affrontate, non fossero più le stesse persone che erano da giovani. Continuano le citazioni al primo episodio dell’epica saga fantasy di HBO, dove tutto era tremendamente ancora coperto da una patina regale ed elegante e anche gli scambi di battute al nord aveva un che di “farsa”, atta a mantenere una flebile pace.

Nessuna farsa è in atto in questo momento, tutti gli alleati sono riuniti per affrontare una battaglia che potrebbe essere l’ultima. Illuminante la lunga scena di dialogo in cui sono presenti buona parte dei “nemici” degli Stark, seduti attorno al fuoco a parlare, brindare e ad attendere una morte onorevole per Grande Inverno, ma sopratutto per tutta Westeros: infatti, nel bene e nel male, essi sono l’ultima linea di difesa del continente dall’invasione degli Estranei che ora, con un drago tra le proprie fila, potrebbero spingersi fino alle città libere senza troppo sforzo. Le interazioni tra i personaggi, come si può immaginare, sono ancora al centro di questo episodio, dove vediamo quanto Peter Dinklage e Nikolaj Coster-Waldau aspettassero il momento di incontrarsi nuovamente nella stessa scena, pronti a dar sfoggio sia delle loro evoluzioni sia di altre importanti questioni, come il “tradimento” di Cersei, e finalmente la rinascita di Jaime che, dalla squallida situazione in cui lo stesso si era cacciato, è ora pronto a rendere onore al suo titolo di cavaliere. Si riuniscono anche gli amici di vecchia data della confraternita in nero, ricordando tutti quelli che non ci sono più. Per tutti, il tempo per le lacrime e i ricordi è finito, e tutto procede con i preparativi di una battaglia tanto attesa quanto difficile: ormai non è più solamente questione di vincere, ma di “sopravvivere”, come dice Jamie.

In retrospettiva si può dire che questa puntata contenga certamente un pò di sano fan service ma, a differenza della stagione 7, per ora sembra contenuto e questo non fa che piacere, considerando che presto ci dovremo congedare da questi personaggi, anche se non significherà salutare Westeros.

Questa puntata ci mostra il vero volto di questa stagione: una conclusione di serie che si deve destreggiare tra la battaglia per la vita e la battaglia per Westeros, due eventi cruciali che si attendono fin da quando la minaccia Estranea si è palesata insieme ai Draghi.