Chi è Michael Jordan lo sappiamo tutti, ma come è nato uno dei brand sportivi più famosi e redditizi di sempre? Ce lo racconta Air – La Storia del Grande Salto il nuovo film di Ben Affleck con Matt Damon, Jason Bateman e Chris Tucker. Una favola tutta americana di come un manipolo di uomini con un’idea, ai tempi ritenuta folle dal punto di vista del marketing, è riuscito ha cambiare completamente il mondo dello sport professionistico.

Air – La Storia del Grande Salto racconta l’incredibile e rivoluzionaria partnership tra un giovane Michael Jordan e la nascente divisione dedicata al basket della Nike, capace di rivoluzionare il mondo dello sport, quanto la cultura contemporanea, con il lancio del marchio ‘Air Jordan’.  Questa storia motivazionale racconta l’impresa di una squadra non convenzionale che, con in gioco il proprio futuro, compie una scommessa decisiva, la visione senza compromessi di una madre che conosce il valore dell’immenso talento di suo figlio e il ‘fenomeno’ del basket, diventato poi il più grande di tutti i tempi.

Michael Jordan non ha bisogno di presentazioni, che lo si veneri o che lo si odi, l’ex star della NBA è assolutamente lo sportivo più conosciuto di tutti i tempi, un’icona che va ben oltre lo sport in cui ha vinto tutto. Un uomo che è riconosciuto unanimemente come la più grande star del basket di tutti i tempi portando il mondo della NBA, in quegli anni in leggera ripresa anche grazie alle mosse del Commissioner David Stern e al dualismo tra Magic Johnson e Larry Bird, ma pur sempre di nicchia rispetto agli altri sport americani, ad essere conosciuto e amato in tutto il mondo fino a diventare il fenomeno mediatico che oggi tutti conoscono e seguono.

La figura di Michael Jordan però non è solo legata al basket, l’ex giocatore di Chicago Bulls infatti si impose nella cultura pop anche grazie ad altri prodotti come film, pubblicità e sopratutto un brand creato intorno a lui: Air Jordan.

Air racconta la storia di Sonny Vaccaro, interpretato da Matt Damon, un talent scout al soldo della Nike pagato per reclutare giocatori per la loro linea di scarpe da Basket. Il lavoro di Sonny però è tutt’altro che facile, lui ha grande intuito e conoscenza però il brand per cui lavora, vista la scarsa popolarità, è in enorme difficoltà e sull’orlo del fallimento. Infatti, per quanto sembri incredibile, in quegli anni la Nike non se la passava bene come oggi, schiacciata dalla strapotenza della concorrenza di Adidas e Converse, brand che si accaparravano tutti i migliori atleti dei vari sport americani.

Sonny però ha un’idea, invece che spendere il risicatissimo budget a sua disposizione per più giocatori propone di spenderlo solo per uno: Michael Jordan, astro nascente proveniente dalla University of North Carolina e destinato, nel giro di pochi anni, a diventare il dominatore assoluto della NBA con i suoi Chicago Bulls. La proposta di Vaccaro viene ritenuta una follia da Phil Knight, il fondatore della Nike interpretato da Ben Affleck, ma con il supporto di Robert Strasser (Jason Bateman), Howard White (Chris Tucker) e Peter Moore (Matthe Maher) il talent scout riesce a mettere insieme un piano di marketing fortissimo e rivoluzionario che convincerà non solo il suo capo ma anche un, inizialmente, reticente giovane Michael Jordan a firmare per la Nike e a creare uno dei brand più famosi e redditizi di sempre.

Il punto forte di Air, oltre ad un cast molto affiatato che, anche con la consapevolezza dello spettatore che le cose andranno a finire nel migliore dei modi, riesce a tenere sulle spine e ad emozionare nei momenti topici, è sicuramente l’ottima ricostruzione degli anni 80. Ogni immagine e suono che passa su schermo restituisce la “spensieratezza” di quel periodo con tutto quell’alone di over the top che caratterizzava il marketing e il modo di pensare. Fondamentale per questo concetto è un dialogo tra il personaggio di Matt Damon e quello Jason Bateman in cui i due discutono del testo di Born in USA di Bruce Springsteen, una canzone che sembra allegra e patriottica ma che in realtà racconta di un veterano della guerra del Vietnam appena ritornato dalla guerra ed è una forte critica alle politica americana di quegli anni.

Nel cast inoltre troviamo un’ottima Viola Davis nei panni di Deloris Jordan, la madre di Michael e sua principale consigliera, una lady di ferro che ha protetto e consigliato il figlio sin dai suoi primi passi nel mondo dello sport professionistico e che tutt’ora di occupa di lui.
Grande assente del film, anche se la sua presenza è in ogni fotogramma della pellicola, invece è proprio Michael Jordan che appare solo di spalle o senza mai essere inquadrato in faccia, ma anche così il suo alone divino si percepisce lo stesso.

 

Affleck alla regia dimostra ancora una volta di saperci fare con la macchina da presa, imbastendo un film senza enormi guizzi o manierismi ma con un ottimo ritmo che non annoia mai con una colonna sonora, infarcita di tormentoni di quegli anni e di buonissimo livello. L’unica critica che si può fare al film è forse l’essere fin troppo celebrativo verso la figura di Jordan, quasi paragonato ad una divinità in terra, però allo stesso tempo, è estremamente difficile, se non impossibile non riconoscere a MJ tutti i meriti sportivi e non che ha contribuito a creare con la sua persona e figura. Certo, sicuramente non è un santo ne un Dio ma rimane comunque una figura importantissima nel mondo dello sport e non.

Air – La Storia del Grande Salto è una favola tutta americana, con una buona regia, un cast molto affiatato, una messa in scena ottima che non annoia mai e ti trasporta direttamente negli anni ’80 quando la vita sembrava più facile, i sogni si realizzavano, un Dio camminava sulla terra e volava sui campi da Basket.


Air – La Storia del Grande Salto è ora disponibile nelle sale cinematografiche di tutta Italia. Di seguito il trailer ufficiale del film:

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