Borderlands 3 – Il ritorno dei Cacciatori | Recensione

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Dopo lo spin-off del 2014, sotto tutti gli aspetti deludente e un predecessore di tutto rispetto del 2012, ritorna l’attesissimo terzo episodio di una saga che ha fatto, ormai, breccia nei cuori di ogni appassionato. Di cosa stiamo parlando? Ma di Borderlands 3! Un ritorno sicuramente gradito, che mette di comune accordo tutti i fan. Infatti, il franchise si “rinnova”, unendo personaggi memorabili a una nuova e migliorata esperienza di gioco. Questo, ovviamente, mantenendo la sua ossatura originale e quindi la presenza di molti degli elementi che l’hanno reso famoso.

Borderlands 3

Come detto poco sopra, Borderlands 3, porta con sé tutta l’originalità del brand, ma questa volta accompagnata ad alcune novità e migliorie. Ambientato 7 anni dopo la conclusione del secondo capitolo, vi ritroverete nei panni di uno dei quattro nuovi cacciatori: Zane, Amara, Moze e FL4K. Verrete reclutati nella Crimson Raiders, una milizia di guerrafondai, e infine, guidati da Lilith, ex-cacciatore, entrerete in guerra con Tyreen Calypso e fratello (Troy). Questi ultimi usano la loro influenza al solo scopo di manipolare e convincere i loro papabili seguaci ad aiutarli ad acquisire l’immenso potere che si trova sparso nell’universo.

Borderlands 3 contiene un po’ tutto il succo narrativo presente nei precedenti, continuando così uno pseudo filo logico che, troppo spesso, viene poco considerato dai giochi del genere. Ma con la notevole crescita del mercato videoludico – nonostante una frangia americana accusi l’universo videogames come male assoluto del mondo – lanciare un prodotto non solo adrenalinico, ma anche interessante dal punto di vista di puro storytelling leggero e spensierato, non guasta mai. Infatti, l’aspetto interessante della narrazione risiede anche nei piccoli e nuovi temi trattati che, seppur ad un occhio poco esperto non sembreranno evidenti, con il senno di poi potrebbero essere esplorati in un futuro prossimo. Di certo questa nuova formula funziona e porta decisamente delle migliorie alla serie, mettendo così un punto definitivo al concetto stesso della campagna e agli archi narrativi dei personaggi che la vivono, cosa che – prima – scricchiolava un po’. Anche alcuni problemi, che in un certo senso hanno da sempre attanagliato il leggendario gioco sparatutto looter shooter, finalmente trovano la loro risoluzione: attenzione però ,non tutti, ma di questo ne parlerò tra qualche rigo.

Borderlands 3 offre una più flessibile personalizzazione legata ai personaggi. Essi avranno comunque un’abilità unica che attinge direttamente alle proprie specialità, ma una maggiore libertà di scelta cambierà drasticamente l’approccio. Questo metodo offre indubbiamente dei vantaggi, ma la possibilità di utilizzare tutti e tre gli alberi delle abilità, porta il combattimento ad uno stato superiore con, decisamente, un approccio più tecnico e significativo per quanto concerne soprattutto lo sviluppo delle stesse. Di conseguenza, sarà veramente bello poter utilizzare personaggi uguali ma con build e ruoli completamente diversi. Anche la gestione delle quest presenta la sua novità: le missioni potranno essere seguite attraverso il classico indicatore e la mini-guida, unica differenza adesso però, potrete switcharle con un tasto, passando da una quest all’altra evitando così di aprire il registro missioni.

Questa “libertà” rende ancora più piacevole la campagna in single-player, in quanto non si è più limitati alle restrizioni delle classi stabilite dal Vault Hunter scelto. Superfluo, ma doveroso, sottolineare che l’altro punto di forza in Borderlands 3 sta nella cooperativa ancora, enormemente, più gratificante – seppur molto  caotica, a volte troppo spesso – grazie ad una opzione che elimina la necessità di competere per il bottino. In poche parole ogni membro del party otterrà il proprio loot (suddivisi) e non correrete più il rischio di averlo fregato all’ultimo momento. Altro plauso va sicuramente alla capacità dello studio di “rinnovare” l’aspetto armi presenti e sempre in grande quantità. Infatti, anche la pistola più debole, meco la Maliwan, può diventare indispensabile grazie a delle munizioni speciali. Insomma, nuove piccole modifiche che portano anche, in modo semplice, la creazione di load-out specializzati che aumentano i vantaggi in base alla scelta dell’arma. Ciliegina sulla torta, anche se non è del tutto una sorpresa, la grande peculiarità di una serie di armi che offrono effetti grafici e sonori unici. Non mancano anche le nuove mosse che vi permetteranno di muovermi meglio nell’ambiente evitando, con facilità, gli attacchi. Più ampliata è l’interfaccia di gioco che offre molte più informazioni: dalle armi che potrete equipaggiare, alla descrizione delle abilità. Novità, delle novità: finalmente in Borderlands 3 potrete viaggiare oltre Pandora tra mondi e pianeti. Grazie alla nave spaziale, potrete navigare nei vari pianeti avendo cosi la possibilità di incontrare nuove minacce e nuove alleanze mai viste prima, ma non solo. Avrete anche la possibilità di rilassarvi, acquistare nuove armi o sperare di essere baciati dalla fortuna grazie alla presenza di alcune slot machine (cosa figa è che l’hub raccoglierà anche una serie di personaggi conosciuti come Maya del secondo capitolo).

Questione boss, un po’ diversa. Nonostante se ne trovino ovunque ed ognuno di essi sia visivamente accattivante e fantastico, questa “libertà” di combattere viene spezzata dalla struttura stessa delle battaglie, un problema che ormai è diventato tradizione di casa nel franchise. Infatti, la strategia diventa monotona e si restringe in: colpire i punti deboli, correre, saltare, schivare. Vera carenza di fantasia che, vista la grande quantità di salute di ogni boss, porta inevitabilmente alla noia. Il comparto grafico è ben strutturato e molto famigliare. Durante gli scontri a fuoco, caotici e ricchi di colori, tra esplosioni e raggi laser e caricamenti vari, ho notato parecchi cali di frame. I dettagli: come le texture, l equipaggiamento e le armi sono ben curati e la particolare attenzione al movimento, abbastanza fluido, e alla dinamicità rendono Borderlads 3 sicuramente migliore rispetto ai prequel. Ad alzare nettamente queste prestazioni è la presenza di un paio di opzioni su PC, PlayStation 4 Pro e Xbox One X che permettono alcune modalità grafiche: Prestazione, che alza il frame nonostante siamo ancora molto lontani dai 60 fps promessi, e Risoluzione, che innalza i dettagli grafici.

In conclusione, con tanta azione, umorismo, scontri fantastici, la presenza di tutti (o quasi) i personaggi dei precedenti capitoli che “ritornano” per chiudere – in qualche modo – i conti in sospeso, con delle nuove meccaniche e caratteristiche (alcune delle quali rielaborate) e una longevità di 40 ore (e più) con un finale soddisfacente, alzano l’asticella del franchise rendendo Borderlands 3 decisamente un passo in avanti per la serie. Quindi cosa vi aspetta? Una lettera d’amore ben congeniata per tutti i fan sottoforma di una celebrazione di uno rinomato, piacevole stile di gioco.