Dopo un Lungo Silenzio – Buon compleanno Dylan

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Trent’anni sono niente in confronto alla tua reale età storica, ma fortunatamente mamma Bonelli ci ha voluto donare un trentennale con la A maiuscola (anzi con la T direi). L’hype per questa ricorrenza era, da appassionato dell’indagatore dell’incubo, alle stelle, e tutti ci auguravamo una festa in grande stile con i fuochi d’artificio alla Gandalf.

E così è stato.

dylan dogAbbiamo iniziato con un bellissimo buffet di dolci come l’albo a colori curato da Roberto Recchioni Mater Dolorosa per poi passare alla festa attesa come Lucca Comics & Games con diverse conferenze su Dylan, un teatro con una Dylan Dog Experience sul mondo dell’indagatore Londinese ma soprattutto uno stand Bonelli preso d’assalto per diverse chicche sempre sul nostro investigatore dell’incubo: la cover variant di Zero Calcare del numero 361, un Dylan Dog diary che ripercorreva tutta la vita attraverso le parole di sceneggiatori, curatori e disegnatori, una zombie-box in metallo con una copia anastatica de L’alba dei morti viventi e questo volume di colore nero accanto all’albo ordinario di colore bianco.

Bianco e nero, yin e yang, il bene o il male quante similitudini si possono fare su questa scelta editoriale di mostrare al pubblico in bella veste il ritorno di Tiziano Sclavi dopo 9 anni di assenza dalla scena. Senza dubbio in questo marasma di novità (ottime per la mia libreria, deleterie per il mio portafoglio) la scelta è ricaduta proprio su questo libro nero che tanto attirava la mia attenzione. Leggere una delle storie di Dylan in questo formato, parliamo di cartonato fuori misura più grande di un A4, senza dubbio avrebbe amplificato l’importanza e il coinvolgimento e così è stato. Ovviamente il messaggio è già tutto nella copertina: il logo del personaggio e del trentennale, il claim “SCRITTO DA TIZIANO SCLAVI” che campeggia su una pagina completamente vuota, il cui titolo stesso dopo un lungo silenzio non lascia nessun dubbio. Nell’albo ordinario il concetto ritorna nelle pagine interne: gli spazi editoriali solitamente dedicati agli arretrati o alle immagini sono anch’essi lasciati in bianco, con una mossa ironica e provocatoria che attira lo sguardo e costruisce l’ambiente ideale per la comunicazione: lo spazio vuoto necessario a far riecheggiare il Grande Nome, Il solo nome – la sola parola – che interessa pronunciare.

Nell’albo speciale arriviamo al nome di Dylan stampato a doppia pagina come a dire ‘Dylan è tornato con la sua veste migliore’ per passare alla lettera scritta da Roberto Recchioni che racconta come è avvenuto l’incontro con Tiziano e come è arrivata l’idea di scrivere di nuovo una storia per il suo personaggio. Questa storia è un ritorno al Dylan che tutti conosciamo, il Dylan che odiamo per alcuni suoi comportamenti ma che sono fottutamente vicini a noi; ritroviamo il Dylan Dog innamorato e perfetto che non perde occasione di dare prova delle proprie doti amatorie con la ragazza di turno, che crede per l’ennesima volta che è quella giusta, ma cede alla tentazione di bere un bicchiere di amarone e precipita così di nuovo nell’abisso dell’alcolismo. Non bastano le preoccupazioni dell’amico Groucho (molto poco ispirato nelle battute e più Grillo Parlante se vogliamo) e nemmeno il cattivo esempio del cliente dell’episodio, l’alcolista Owen Travers, vedovo e fallito senza speranza di salvezza. La discesa nell’alcolismo di Dylan Dog è implacabile e degna di una Pubblicità Progresso: Dylan rischia un grave incidente in auto, fa cilecca con la fidanzata, rifiuta l’aiuto di chi gli sta vicino, non vuole più vedere nessuno perché si vergogna di se stesso; precipita insomma in una spirale di autodistruzione da cui riesce a uscire solo grazie al supporto degli Alcolisti Anonimi.

Dylan dogIl messaggio di Sclavi si presenta forte e chiaro; la sua vicenda personale, che riecheggia evidentemente nel percorso negativo (e nella successiva redenzione) del personaggio, si fa portatrice di una campagna contro l’abuso di alcolici, con una linearità tipica di alcuni spot televisivi, senza l’effetto choc o sorpresa, senza una particolare introspezione del messaggio che si vuole dare ma personalmente non la vedo come mancanza di idea o mancanza di spinta per una storia del genere ma un piantare ancor di più le basi per rimarcare “questo è Dylan ed è sempre stato così”. Il silenzio che viene più volte evocato da Owen Travers (co-protagonista della storia) e dallo stesso Dylan Dog (nonché dalla copertina bianca o nera), incapace di trovare una salvezza in Dio o in qualunque potere superiore che non sia il gruppo degli Alcolisti Anonimi; la voce razionalista dell’autore/personaggio Dylan Dog non riesce a nascondere il silenzio carico di dubbi e di speranza di Owen Travers. Chi conosce Dylan da una storia del genere non si aspetta particolari stravolgimenti e Sclavi in questo è stato particolarmente attento, è il Dylan che il lettore affezionato vuole ritrovarsi di fronte, un Dylan che combatte mostri ben più difficili di un lupo mannaro o zombie, un Dylan perdente ma che come suo solito trova la via di redenzione, un Dylan molto vicino a noi; c’è chi a storto il naso per questo ritorno, si parla più di un grande saluto che di un grande ritorno ma chi ha masticato pane e indagatore dell’incubo da più di vent’anni come me non può far altro che dire bentornato Tiziano. Consiglio spassionato per chi avesse la possibilità, cercate l’edizione cartonata Special (in libreria e fumetteria dovrebbe essere arrivata), trovate la serata giusta, divano e camino e una buona tisana: vi assicuro che è un’esperienza molto più coinvolgente del solito albo ordinario.dylan dog