Cinzia di Leo Ortolani – Il lato trans del fumetto | Recensione

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Cinzia Lucca Comics & Games

Non è mai semplice per un autore ripartire da zero dopo aver concluso un’opera particolarmente lunga. E questo è anche il caso di Leo Ortolani, pluripremiato autore reduce della serie “Rat-Man Collection”, il quale dopo “La Fine di Rat-Man” si è cimentato in opere nuove (C’è Spazio per Tutti, Rat Boy) con alterne fortune. Tutto ciò senza mai però abbandonare il suo personaggio più celebre, il quale rimane protagonista dei suoi ultimi lavori. Cinzia è di fatto il primo lavoro di Ortolani senza la presenza, neppure marginale, di Deboroh La Roccia (a.k.a. Tre Palle, a.k.a. Rat-Man) da molto tempo a questa parte. Quando questa graphic novel fu inizialmente annunciata per i tipi di Bao Publishing erano in molti a chiedersi se quest’opera fosse davvero “necessaria”. Cinzia è pur sempre un personaggio ricorrente nella serie dell’autore parmense ed è stato più e più volte analizzato e posto al centro di svariate storie. La domanda è dunque: “Cinzia avrà davvero ancora qualcosa da dire?”. Per nostra fortuna la risposta non può che essere un “Sì!”.

Come si evince da alcuni elementi che cozzano con avvenimenti descritti in Rat-Man (un esempio può essere Tamara, fedele amica di Cinzia, che non ha ancora subito l’intervento di mastoplastica additiva), Ortolani scrive un fumetto “fuori continuity” rispetto alla serie principale per renderlo appetibile al più ampio pubblico possibile. Continuity che probabilmente, data la storia raccontata, avrebbe solo inutilmente appesantito la narrazione senza, di contro, riceverne benefici. Cinzia, com’era facilmente prevedibile, è una storia incentrata sulla difficoltà di una ragazza transgender ad inserirsi in un contesto sociale e lavorativo spesso chiuso e bigotto. Abbiamo conosciuto Cinzia sulla serie dedicata a Rat-Man come un postino che, dopo un appassionato bacio datogli dal nostro Deboroh, prende coscienza della propria identità sessuale innamorandosi perdutamente di Rat-Man. Senza dubbio il più grande pregio di questa storia è la coerenza dell’autore nel raccontarci gli eventi stessi: non troviamo solamente una facile stigmatizzazione dei pensieri omofobi e razzisti che serpeggiano ancora al giorno d’oggi ma anche una lucidissima analisi critica del movimento LGBTQ(SW ecc…ecc…), mai dipinto come detentore della verità assoluta ma anzi rappresentato in tutte le sue contraddizioni. Leo, ancora una volta, non si risparmia e, come ci aveva già abituato sulle pagine del suo bimestrale, scrive gag particolarmente taglienti senza guardare in faccia nessuno. Da quest’opera però si evince anche tutto l’amore dell’autore verso questo personaggio.

Cinzia viene ritratta come una donna fragile ma che riesce, attraverso un percorso di maturazione, a mostrarsi incredibilmente forte di fronte alle avversità. Iniziamo anche a scoprire tanti elementi del passato di Cinzia Otherside di cui prima non avevamo idea, contribuendo così ad umanizzare ulteriormente questo personaggio, nato quasi come una macchietta ma che negli anni è stato esplorato sempre di più divenendo uno dei preferiti dei fan della serie. La famiglia, il nome di battesimo e addirittura l’aspetto pre-transizione di Cinzia sono alcuni di questi elementi che ci danno un quadro più chiaro del personaggio e di cosa lo spinge. In definitiva Leo ci accompagna nella psiche di Cinzia attraverso una storia d’amore travagliata e tormentata. Il lettore però non è mai acriticamente portato a “tifare” per la protagonista senza macchia e senza paura. Cinzia di macchie (di leopardo!) ne ha tante e Ortolani non ce lo fa mai scordare. Non travisate però queste parole: sebbene ci sia la massiccia presenza di tematiche sociali questo non fa diminuire il divertimento. Le tematiche saranno anche serie e impegnate ma vengono affrontate con la consueta leggerezza e scorrettezza con le quali Ortolani ci ha abituato in questi trent’anni. Si ride e di gusto. Si ride senza distinzione.

Leo colpisce la comunità LGBTQ così come le associazioni conservatrici cattoliche. Si ride della nostra protagonista così come dell’omofobo, in realtà gay represso, di turno. Da un punto di vista prettamente grafico Cinzia rappresenta la naturale continuazione del percorso già intrapreso sulle pagine di Rat-Man da Leo. Un tratteggio sempre più sporco, fughe sempre più frequenti dalla gabbia classica in favore di un uso sempre maggiore delle splash page caratterizzano quest’opera. C’è anche un gusto per la teatralità che ben si sposa con molte gag: in molti frangenti ci si trova tra le mani quasi un musical su carta! Altro elemento che vale la pena di sottolineare è il sapiente uso delle vignette “mute” per gestire il ritmo della storia, in continuità con quanto già visto nelle opere precedenti di Ortolani. La gestione dei tempi comici è sempre stata un punto di forza dell’autore. Ci troviamo dunque di fronte ad un’opera ironica e tagliante, assolutamente esilarante ma anche disillusa e malinconica. Leo non cede mai alla facile edulcorazione e il fumetto non può che trarne giovamento.

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