Copperman di Eros Puglielli | Recensione

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Copperman di Eros Puglielli è il terzo esperimento cinematografico italiano a tema supereroistico dopo il riuscitissimo Lo Chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti, e i due episodi de Il Ragazzo Invisibile di Gabriele Salvatores. Alla regia di questo strano progetto c’è l’ex regista di genere Eros Puglielli, che torna alla regia di un lungometraggio cinematografico dopo una lunga esperienza in tv, che lo aveva visto protagonista con opere davvero orribili come Il Bello delle Donne e Baciami le Mani. Puglielli che nei primi anni 2000 ci aveva deliziato con thriller, film di fantascienza e commedie grottesce torna con un prodotto che dalla carta sembrava essere una summa di quello che aveva realizzato in tutti quei anni.

Il film non è propriamente definibile “di supereroi”, ma bensì una commedia, che si mescola ad una tragica storia d’amore. Copperman purtroppo però riesce nel suo intento solo in parte, visto che risulta avere tanti problemi che rendono il tutto meno bello e interessante di come poteva essere. Uno dei tanti problemi della pellicola è innanzitutto il logo con cui parte e si conclude il film, oltre che essere molto cartoonesco è davvero mal realizzato. Subito dopo veniamo trasportati nel racconto dove il nostro protagonista Anselmo, racconta a una bambina tutta la sua storia fino a quel momento; tutta la parte dove vediamo i 2 protagonisti bambini è interessante, ma ha delle pecche soprattutto nelle tre scene dove possiamo vedere urtare alcuni personaggi con dei mezzi, non voglio aggiungere altro per evitare di spoilerare troppo.

Dopo una parte iniziale ben realizzata e molto tenera, soprattutto per il lavoro fatto sui due bambini  protagonisti (anche se non sono il massimo a livello recitativo) ci spostiamo alla realtà e notiamo subito una cosa: tutti i personaggi secondari sono invecchiati in maniera davvero penosa, e invece che 25 anni sembrano passati per alcuni di loro tre massimo quattro anni. Altro grande problema riguarda la produzione del film, se gli altri due film sopra citati (anche se avevano intenti estremamente differenti) avevano budget consistenti che permettevano di realizzare cose di questo tipo, in questo il budget è molto risicato e lo si vede dalle location utilizzate e dal fatto di voler ambientare tutto in mezzo a dei campi, come direbbe Stanis la Rochelle di Borisquesto film è troppo italiano” e lo si percepisce in tutto rendendolo poco credibile e creando tenerezza (ma in maniera sbagliata).

Facendo un paragone potrei dire che questo film è molto simile al sesto episodio (quello a tema supereroi) della serie tv The Generi di Maccio Capatonda uscita quest’estate su Sky Atlantic, se avete visto quell’episodio sapete di cosa parlo, se non lo avete visto recuperatelo subito dopo la visione di questo film e farete delle grasse risate. Puglielli confeziona un ottimo prodotto a livello registico e dimostra una mano che pochi italiani hanno, e spero tanto che questo film non lo rovini definitivamente ma che lo faccia tornare a lavorare a progetti interessanti come una volta, visto che il problema non è suo, ma degli sceneggiatori che provenivano tutti da serie tv abbastanza scadenti e cinepanettoni, e già questo basterebbe per allontanarsi da un progetto di questo genere…

Luca Argentero, protagonista della pellicola riesce in una buona interpretazione, pur con un pò di momenti un tantino troppo stereotipati che infastidiscono lo spettatore. Buona prova anche da parte del cast di comprimari, interpretati da Antonia Truppo e Galatea Renzi, meno convincenti invece il nemico di Copperman, portato in scena da Gianluca Gobbi e il sempre bravo Tommaso Ragno, che qui purtroppo però ci è parso piuttosto sottotono. Per concludere, si può dire che poteva essere un progetto interessante, ma tante cose lo rendono un film mediocre facendolo sembrare l’ennesima occasione sprecata in questo cinema; complice anche un pessimo finale e un fastidioso e continuo product placement.