Creed II di Steven Caple Jr. – La storia sta per essere riscritta | Recensione

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Esce oggi nelle sale cinematografiche di tutta Italia Creed II, secondo film con protagonista il giovane pugile Adonis Creed e ottavo film del franchise di Rocky. Sarà riuscito il regista Steven Caple Jr. a ricreare ancora una volta, tramite la sceneggiatura di Juel Taylor e Sylvester Stallone, la magia della saga di Rocky? Scopriamolo.

Il film inizia tre anni dopo gli eventi del primo capitolo. Adonis Creed (Michael B. Jordan) riesce, dopo essere stato allenato da Rocky Balboa (Sylvester Stallone), a conquistare il titolo di campione del mondo dei pesi massimi di boxe. All’insaputa di Adonis, Ivan Drago (Dolph Lundgren), abbandonato da moglie e paese dopo la sconfitta inflittagli da Rocky, cova ancora odio per il rivale e quindi prepara costantemente il figlio Viktor in vista di un combattimento contro il protetto di Balboa.

Adonis, intento a pianificare un futuro con la sua compagna, vive un breve periodo felice che viene proprio interrotto dall’arrivo dei due russi, che facendo leva sul complesso d’inferiorità di Adonis nei confronti della figura del padre (ucciso proprio dallo stesso Drago 33 anni prima) convincono il protagonista a concedere una chance per il titolo a Viktor, cosa che comporterà l’allontanamento dall’amico Rocky.

La regia del film risulta buona, priva di errori e sviste, almeno per quanto riguarda la scelta delle inquadrature e la distanza dai vari soggetti (in un film sulla boxe una distanza errata può cancellare la magia del momento) e riesce anche a regalare delle belle scene di combattimento. Il fiore all’occhiello di questa regia però riguarda il lavoro svolto su e da Michael B. Jordan, vero trascinatore della pellicola e più che convincente e a suo agio nel ruolo e capace quindi di dare energia e carica ad un personaggio come Adonis anche quando non si trova ad indossare i guantoni.

La sceneggiatura é da una parte ottima nei due combattimenti principali, dove azione e parallelismi col messaggio del film riescono a trovare la loro giusta gloria. Dall’altra è invece davvero lenta e priva di ritmo nella lunghissima parte centrale del film, cosa che lo fa sembrare molto più lungo di quanto in realtà sia e che avrebbe davvero giovato di un minutaggio di almeno una decina di minuti più breve. Non é che non succeda nulla, succedono cose anche importanti, forse troppe, creando un effetto minestrone. Tanto che alla fine uno spettatore può rigettare tutta quella empatia che viene forzata dal film stesso.

Come detto la recitazione del protagonista é il vero traino del film, purtroppo il resto non può essere detto per tutti i componenti del cast e purtroppo qui si vedono i limiti del regista: la maggior parte del cast infatti recita scene con dei cambiamenti espressivi minimi, come se al posto di comuni umani vi fossero fredde e spietate spie doppiogiochiste, lasciando tutto il peso della pellicola a posarsi sulle spalle di Michael B. Jordan.

La fotografia é ben studiata e riesce a catturare perfettamente l’essenza delle scene, sia di quelle sul ring che quelle fuori, regalando degli effetti di luce più reali della realtà mescolati ad una esaltazione visiva di ogni elemento utile alla storia. Per quanto riguarda le musiche vale lo stesso discorso della sceneggiatura: ottime nei combattimenti, fuori da essi quasi non ci se ne accorge.

Il film presenta molti elementi di rimando alla saga di Rocky, che strizzano l’occhio al fan del franchise, senza però mai diventare autocelebrativo e riuscendo a mantenere la storia fissa sulle proprie gambe pur utilizzando gli escamotages narrativi tipici della serie. I fan di Rocky non saranno quindi delusi da questo punto di vista.

Creed II é un film duplice sotto parecchi punti di vista, avendo delle pecche non trascurabili da un certo lato (scarsa recitazione del cast, parte centrale lenta e lunga), ma notevoli punti di spicco dall’altro (recitazione del protagonista che tiene tutto il film e delle ottime scene dentro al quadrato). Per fortuna i pro eccedono i contro ed il film riesce nel raccontare la sua storia in modo originale, nonostante faccia parte di una saga con ormai 42 anni alle spalle.