[der Zweifel] Netflix e il cinema: l’amore e il disprezzo

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La rivoluzione digitale ha toccato ogni aspetto della vita quotidiana di tutti noi. Dallo sport allo studio, dalla salute alle relazioni personali: il cinema non è stato immune da tutto questo. E credo che ve ne siate accorti tutti.

Negli ultimi anni il cinema è definitivamente entrato nelle case di tutti noi in maniera pervasiva. I servizi di streaming sono i capofila di questa rivoluzione: il cinema come e quando vuoi (sempre che si abbia accesso a internet). Netflix è  il capofila di questa rivoluzione.

Personalmente trovo fantastico godere di un servizio che mi consente di recuperare quei film che mai avrei potuto vedere, comodamente a casa.

Netflix, che lavora come produttore e distributore, rilascia i suoi film direttamente on-line. Il passaggio in sala viene così eliminato. Lo spettatore non deve nemmeno più alzarsi dal divano. Film e serie tv originali sono il cavallo di battaglia su cui la compagnia sta spingendo per espandere sempre più il numero dei suoi utenti in tutto il mondo.

Il doppio ruolo di produttore-distributore ha portato Netflix a presentarsi al Festival di Cannes 2017 con due titoli nel taschino: Okja e The Meyerowitz Stories. Il primo come produttore e distributore. Il secondo come distributore.

La giuria del Festival di Cannes

E qui qualcuno si è alterato. La presenza di Netflix a Cannes, infatti, non è stata ben vista dal mondo del cinema. Se la première di Okja ha fatto fatica a prendere il via per i fischi si può benissimo capire l’aria da guerra di religione che soffiava sulla Costa Azzurra. Pedro Almodovar, direttore della giuria, ci ha messo pure il carico da novanta sottolineando il paradosso di una Palma d’Oro assegnata ad un film non destinato alla sala. Per il regista spagnolo la soluzione è semplice, Netflix e gli altri operatori digitali devono far uscire i loro film anche in sala. Sennò l’esclusione dai prossimi festival è garantita. Anche perché dal 2018 le nuove linee guida prevedono la clausola che vede le pellicole costrette ad essere destinate anche alla sala cinematografica per poter partecipare al Festival di Cannes. La linea di Almodovar ha vinto.

Ma non tutti chiudono al gigante dello streaming e ai suoi cugini. Anche tra gli stessi giurati di Cannes c’è chi difende il colosso; Will Smith infatti difende Netflix: a quanto pare l’esserne abbonati non impedisce ai suoi figli di andare al cinema.

Infatti Netflix non ci impedisce di andare al cinema. Ci offre ben più di una possibilità: rivedere vecchi film che mai (o difficilmente) torneranno sullo schermo; immergersi in una serie tv (ho amato la nuova produzione Atypical); conoscere le più varie produzioni mondiali; e tanto altro. Niente potrà disincentivarmi ad andare al cinema, se non la qualità dei film stessi. Non vedersi Mad Max: Fury Road al cinema è un crimine contro l’umanità. Il film di Death Note invece si può vedere anche sullo schermo del proprio cellulare. Non credo che il regista abbia pensato a come stupire lo spettatore coi suoi effetti scenici (se c’è da stupirsi è per il coraggio che hanno avuto a distribuirlo, ma sono opinioni personali).

Il direttore della Mostra d’arte cinematografica di Venezia

Se Almodovar si dimostra un talebano del cinema, l’Italia in questo caso è il capofila dell’innovazione. Alberto Barbera, direttore della Mostra del Cinema di Venezia, è favorevole alle produzioni di Netflix e Amazon nei festival del cinema. Essendone produttori, devono poter decidere come distribuire i loro film. È lineare come ragionamento.

Il cast della serie Netflix Suburra a Venezia

A Venezia, Netflix ha anche presentato i primi due episodi di Suburra La Serie, in uscita il 6 ottobre. La vetrina del Lido ha spinto oltre il capoccia dei prodotti originali Internazionali, Erick Barmack che si è prodigato di far conoscere a tutti che persino Damien Chazelle entrerà nella famiglia Netflix, alla direzione di una nuova serie tv (ovviamente fortemente caratterizzata dalla musica).  Il mondo del cinema è sempre più spostato verso questa nuova realtà. Se è un bene o un male io non lo so. Continuerò ad andare al cinema, come a vedere film e serie tv in streaming (pagandolo -non fate i furbi) e sarà il tempo a dirci se la sala come la conosciamo oggi è destinata a sparire.

La sala resta il posto più bello dove vedere un film, io stesso vado una volta al mese, ma per tutti i giorni meglio lo streaming” – Erick Barmack, Vice President of International Originals di Netflix.