[der Zweifel] Seth MacFarlane e i diritti civili

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Seth MacFarlane.

Forse vi ricorderete di lui per serie animate come I Griffin, American Dad, The Cleveland Show, e film come Ted, Ted 2 e Un milione di modi per morire nel West (se avete visto anche questo mi preoccuperei).

Il suo stile dissacrante e caustico lo ha portato al successo, dandogli pure la possibilità di profanare il palco ultra politicamente corretto degli Oscar.

Mente poliedrica, si diletta a cantare, suonare il piano, disegnare, e doppiare molti dei protagonisti dei suoi show animati (Peter, Stewie, Brian Griffin; Stan e Roger Smith; e molti altri ancora). Ma non solo. Il buon Seth si prodiga anche per il progresso sociale dell’umanità. È impegnato nel difendere i diritti LGBT dopo che a pranzo un suo parente chiese se l’omosessualità di suo cugino potesse essere curata. A dimostrazione di come i pranzi di famiglia non sempre vengono per nuocere.

Seth è solito trattare nei suoi show molti dei temi etici, sociali e politici più cari al pubblico americano. Dalla guerra alla legalizzazione delle droghe leggere. Dall’aborto al razzismo. Dalla diffusione delle armi alla pena di morte. Temi simili, ma trattati per forza di cose più superficialmente si ritrovano nei suoi film.

In uno dei suoi film, Ted 2, la storia ripercorre in parte quella di un puntata de I Griffin.

Nell’episodio 7 della prima stagione della serie, Brian: ritratto di un cane (Brian: portrait of a dog), il cane della famiglia Griffin subisce un processo per aver attaccato un uomo. Dovrà essere abbattuto. Brian e Peter fanno di tutto davanti alla corte per evitare il peggio. Solo la corruzione riuscirà però a permettere a Brian di tornare dalla sua famiglia. Uscito dal tribunale, Brina si dirige verso una fontanella pubblica per bere, senza che la polizia glielo impedisca. La comunità ora lo accetta come un membro, e non un semplice animale.

In Ted 2 si affronta il ruolo dell’orsetto di peluche Ted nella società, anche dal punta di vista legale.

Ted è un orsacchiotto di peluche che prende vita grazie al desiderio di un bambino, John Bennett. I due diventano così migliori amici. Anche quando John diventa adulto la loro amicizia resiste, nonostante alcune piccole crisi. Nel primo film Ted viene rapito da un tale Donny che non sarà processato in quanto non si può rapire un oggetto. Proprio questo dettaglio sarà al centro del sequel. Si deve definire infatti se Ted è o no una persona. Il caso scoppia quando Ted e sua moglie vogliono adottare un bambino. Scoprono così che per lo stato Ted è classificato come un bene: è l’inizio della fine. Tutta la vita che Ted si era costruito crolla e decide così di andare in tribunale e battersi per i suoi diritti civili. Anche in questo caso la corte si pronuncia inizialmente contro Ted, che viene definito come un bene. Non essendo una persona, il Donny del primo film torna sulle sue tracce per catturarlo e consegnarlo alla Hasbro, rischiando alla peggio una denuncia per furto di peluche (che effettivamente suona alquanto ridicola). Ma nei concitati momenti della caccia interviene John, che viene colpito da una grande replica dell’Enterprise lanciatagli da Donny, che viene finalmente arrestato per tentato omicidio. John ha però perso i sensi e Ted, disperato, fa di tutto per rianimarlo. La scena viene ripresa dalle telecamere e varrà come prova ad un  nuovo processo, in cui Ted viene infine riconosciuto come persona.

Il tema sembra ridicolo ma è di una profondità inaspettata.  Infatti va a smuovere le nostre coscienze e obbliga il pubblico ad interrogarsi sul proprio concetto di persona, arrivando a ridefinire i propri confini etici. Nel film infatti la condizione di Ted, come bene, viene paragonata a quella degli schiavi neri negli Stati Uniti pre-guerra civile. Anch’essi erano un bene. Non potevano essere rapiti, ma rubati. Potevano essere venduti, comprati e se uccisi, si doveva rimborsare il proprietario come se si danneggiasse una qualsiasi proprietà. L’elemento magico sposta tutto su un piano favolistico, e quindi universale. Ted, non rappresenta i diritti degli orsetti di peluche, ma quelli di tutti gli oppressi nel mondo. È un simbolo di giustizia ed uguaglianza. I diritti non possono essere negati a chi è diverso da noi, solo perché è diverso. È questo il messaggio di Seth MacFarlane.